Geopolitica

Il memorandum ai leader della NATO del figlio di Brzezinski

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L’Atlantic Council, notorio think tank anglo-americano pro NATO, ha riaffermato la visione di una guerra a tutto campo contro la Russia in un «Memo ai leader della NATO» del 13 aprile, pubblicato prima del vertice della NATO a Vilnius previsto per il prossimo 11 luglio 12.

 

Il memo antirusso è stato redatto da Ian Brzezinski, Senior Fellow dell’Atlantic Council; e Alexander Vershbow, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Russia, ex vice segretario generale della NATO e distinguished fellow dell’Atlantic Council.

 

Quello che il memorandum chiede ai vertici NATO è un impegno senza fine per la guerra contro la Russia, sostenendo che i leader della NATO non devono semplicemente parlare di vittoria, ma devono adottare misure per assicurare la vittoria, come dice il sommario esecutivo:

 

«Infine: il prossimo vertice di Vilnius della NATO deve produrre più di un’articolazione della solidarietà transatlantica contro l’aggressione russa e un’espressione retorica di sostegno all’Ucraina. I leader alleati devono sfruttare l’opportunità di portare avanti un atteggiamento di difesa e deterrenza della NATO che rafforzi sostanzialmente e materialmente la sicurezza e la pace europee, sottolinei la determinazione della NATO a sostenere l’Ucraina e avvii il processo di completamento di un’Europa intera e libera in cui l’Ucraina sia pienamente integrata nella comunità transatlantica, anche come membro della NATO».

 

Nel discutere la posta in gioco in Ucraina, elencano:

 

• La sovranità e indipendenza dell’Ucraina;

 

• La tenuta dell’ordine internazionale;

 

• efficacia della coercizione nucleare;

 

• L’evoluzione della Russia come attore democratico e internazionale. Su questo punto, si affidano al defunto padre antirusso di Ian Brzezinski per rendere esplicito il loro intento: «Zbigniew Brzezinski, ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti (e padre di Ian), osservava che la Russia non può essere una democrazia se continua ad essere un impero. Se l’aggressione di Putin non viene completamente invertita, le prospettive della Russia di evolversi in un attore internazionale più costruttivo saranno gravemente ridotte»: ciò equivale a dire, in sintesi, che l’attuale Stato russo deve essere smantellato;

 

• La credibilità della NATO. Per realizzare ciò, la NATO deve: fortificare il proprio fianco orientale; sostenere pienamente gli obiettivi di guerra dell’Ucraina; espandere in modo significativo le sanzioni economiche contro la Russia; aumentare la produzione di capacità di difesa dei membri della NATO; verso l’adesione dell’Ucraina alla NATO.

 

È noto che la sottrazione dell’Ucraina della sfera di influenza russa – cosa che i think tank discutevano apertamente, pure in TV, già all’epoca di Maidan e prima – è un’idea di Brzezinski senior, il quale sosteneva che senza l’Ucraina la Russia cessa di essa una potenza europea – separando Mosca dall’Europa, la si isola, e la si asiatizza.

 

Il riavvicinamento della Russia all’Oriente si è già consumato con gli accordi di Mosca tra Putin e Xi celebrati pochi giorni fa. Inutile dire che spingere due avversari con potenza termonucleare ad un’alleanza fra loro è vista come una mossa idiota, o suicida, da tanti americani che hanno conservato il senno.

 

Tuttavia, in genere si tralascia quello che potrebbe essere un conflitto di interessi (chiamiamolo così) in casa Brzezinski: la famiglia discende da un antico casato aristocratico polacco che regnava sul Voivodato di Ternopoli, poi passato all’URSS, e quindi all’Ucraina. La questione potrebbe essere coinvolta nella prospettiva di una spartizione dell’Ucraina dove la Polonia torna a mettere le mani sulle regioni occidentali ucraine, Leopoli, Ternopoli, etc.

 

Come Brzezinski, anche i neocon, detti anche «straussiani» per la loro fedeltà agli insegnamenti segreti del filosofo ebreo-tedesco.statunitense Leo Strauss, che al momento dirigono la diplomazia e la guerra americana come Victoria Nuland, sono in genere originari di quelle parti, membri di famiglie ebree fuggite dallo Zar.

 

La politica americana – e il rischio termonucleare globale – è guidato dal risentimento di alcune famiglie?

 

 

 

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