Persecuzioni

Francia,la violenza anticristiana non va in vacanza

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Da diversi anni, un’ombra pesante aleggia sulla celebrazione delle principali festività cattoliche in Francia: senza discostarsi da una triste consuetudine, il 7 agosto 2025, Bruno Retailleau, ministro dell’Interno, ha inviato un telegramma ai prefetti, esortandoli a rafforzare la protezione dei luoghi di culto alla vigilia dell’Assunzione.

 

Questo allarme si basa su due fenomeni tanto preoccupanti quanto persistenti, che riflettono una realtà allarmante per la comunità cattolica francese.

 

Il primo fenomeno, menzionato da Le Figaro nell’edizione del 13 agosto 2025, riguarda l’impennata di atti anticristiani registrati dai servizi segreti territoriali. Questi atti comprendono un’ampia gamma di attacchi, dai danni materiali – incendi, furti, profanazioni – alle aggressioni verbali o fisiche.

 

Secondo i dati ufficiali, tra gennaio e giugno 2025 sono stati registrati 401 atti anticristiani, rispetto ai 354 dello stesso periodo del 2024, con un aumento del 13%. Questo aumento segna una discontinuità rispetto al leggero calo osservato nel 2024, quando furono registrati 770 atti rispetto agli 854 del 2023, con una diminuzione di quasi il 10%. Questo calo maschera una realtà più oscura: un aumento dei tentativi e degli incendi dolosi effettivi contro luoghi di culto cristiani.

 

Queste cifre, pur essendo significative, sono molto probabilmente ampiamente sottostimate: un rapporto commissionato nel 2022 dall’ex primo ministro Jean Castex ha evidenziato che gli atti antireligiosi, compresi quelli contro i cristiani, sono stati probabilmente sottostimati a causa del basso numero di denunce presentate dalle vittime.

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Nel 2021, ad esempio, dei 1.659 atti antireligiosi registrati, 857 (52%) erano diretti contro i cristiani, rispetto ai 589 (35%) contro gli ebrei e ai 213 (13%) contro i musulmani. Tra gli atti anticristiani, il 92% ha riguardato attacchi alla proprietà, mentre l’8% ha preso di mira le persone, con un notevole aumento della violenza fisica (12 casi nel 2021 rispetto agli 8 del 2019).

 

Le regioni più colpite, in rapporto alla loro popolazione, sono la Nuova Aquitania, la Provenza-Alpi-Costa Azzurra e i Paesi della Loira.

 

Alcuni cercano di contestualizzare queste cifre sostenendo che i 46.000 luoghi di culto cristiani in Francia, molto più numerosi dei luoghi di culto ebraici o musulmani, spieghino automaticamente la portata di questi atti. Tuttavia, questa spiegazione non può nascondere una verità preoccupante: gli attacchi alle proprietà cristiane sono diventati quasi quotidiani.

 

La Commissione Consultiva Nazionale per i Diritti Umani (CNCDH), nel suo ultimo rapporto sulla lotta contro il razzismo, l’antisemitismo e la xenofobia, sottolinea che gli atti anticristiani sono spesso atti di vandalismo o furto motivati da vari motivi: avidità (furto di oggetti liturgici o opere d’arte), vandalismo gratuito, influenze sataniste o anarchiche.

 

Sorprendentemente, il CNCDH non menziona esplicitamente la connotazione islamista di alcuni di questi atti, forse relegando questa ipotesi a un vago «et cetera». Questa omissione è sorprendente, dato che è stato dimostrato per decenni che i cristiani, insieme agli ebrei o ai musulmani considerati «devianti», sono tra i bersagli preferiti degli estremisti islamici, sia in Algeria negli anni Novanta che altrove nel mondo.

 

Il secondo fenomeno evidenziato da Bruno Retailleau è altrettanto allarmante: la minaccia terroristica, ancora elevata, che continua a gravare sulla Francia in un contesto di accresciute tensioni internazionali, in particolare in Medio Oriente. I cattolici rimangono quindi obiettivi privilegiati per i gruppi jihadisti.

 

L’arresto, il 5 marzo 2025, di un egiziano di 62 anni che sosteneva di essere membro di Daesh e stava pianificando un attacco alla cattedrale di Notre-Dame illustra questa realtà persistente e si aggiunge a una lunga serie di atti contro i simboli della Francia cristiana.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagine di Anna e Michal via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

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