Geopolitica

Erdogan rimanda i membri dell’Azov in Ucraina, contrariamente al suo accordo con Mosca

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In un primo scambio di prigionieri mediato oggi dalla Turchia, Kiev ha rilasciato Viktor Medvechuk, membro filo-moscovita della Verkhovna Rada, in cambio di cinque leader imprigionati della Brigata Azov, catturati dalle forze russe durante l’assedio dell’acciaieria Azovstal’ di Mariupol’ nella primavera 2022.

 

Il leader ucraino ha salutato lo sviluppo come un «ritorno degli eroi» e ha pubblicato un video su Facebook degli uomini che si imbarcano sul suo aereo. Zelens’kyj era in breve visita in Turchia su invito del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

 

Secondo l’accordo, i membri dell’Azov dovevano rimanere in Turchia e non essere rimandati in Ucraina fino a dopo la guerra – un accordo esplicitamente approvato dal regime di Kiev.

 

Tuttavia, dopo l’incontro di ieri con Zelens’kyj e le sue dichiarazioni sull’adesione dell’Ucraina alla NATO, anche il presidente turco Erdogan ha rimandato a Kiev i membri del Battaglione runico più amato dai giornali italiani.

 

Ieri il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha osservato che «il ritorno degli Azoviti non è altro che una violazione degli accordi», dichiarando che sia Ankara che Kiev hanno violato gli accordi.

 

Peskov ha anche indicato il motivo della violazione da parte turca. «Nel contesto dei preparativi per il vertice della NATO, la Turchia è stata sottoposta a forti pressioni e Ankara, in quanto membro dell’Alleanza, mostra solidarietà nei suoi confronti, la Federazione Russa comprende tutto molto bene», ha affermato Peskov.

 

Come riportato da Renovatio 21, alcuni dei prigionieri dell’Azov detenuti in Turchia – i quali sembravano liberi di incontrare le mogli (che in questi mesi hanno conosciuto senatori americani e il papa), non esattamente in una condizione carceraria – erano stati insigniti da Zelens’kyj  della massima onorificenza dello Stato ucraino qualche mese addietro.

 

Altri membri dell’Azov non catturati a Mariupol’, nel frattempo, sono stati liberi di viaggiare per il mondo, tra il Congresso USA e Israele, a perorare la causa del Battaglione irregimentato. La strana relazione tra il Battaglione Azov e l’ebraismo si è materializzata quattro settimane fa con il sorprendente viaggio di una delegazione del reggimento nazionalista integrale (figlio delle ideologie di Stepan Banderacollaboratore di Hitler nella pulizia etnica contro gli ebrei in Ucraina) nello Stato di Israele.

 

Facebook sei mesi fa ha invertito il suo bollino di «organizzazione pericolosa» riguardo all’Azov.

 

Come riportato da Renovatio 21, un documento trapelato di Facebook a inizio conflitto mostrava come vi fosse stata per gli utenti ucraini una modifica per permettere loro di inneggiare al Battaglione Azov e chiedere la morte dei russi – comportamenti che si ritenevano proibiti sui social, che nel biennio pandemico hanno bannato migliaia se non milioni di persone per molto meno.

 

Come riportato da Renovatio 21, almeno un veterano di Azov ha partecipato ad una sorta di paralimpiade militare tenutasi di recente, con grottesca premiazione a Disney World, tra pupazzi giganti e tatuaggi con il Sonnenrad, il sole nero SS, talvolta coperti, talvolta no.

 

Le atrocità commesse dal Battaglione Azov sono state sminuite con fastidio da Zelens’kyj durante interviste con TV americane.

 

L’insabbiamento delle origini ideologiche naziste (o meglio, ucronaziste) di Azov sono state apertamente e ripetutamente insabbiate sia dagli algoritmi dei social che dall’operato indefinibile dei giornalisti d’Italia e di tutto il mondo, arrivando persino a togliere dal web vecchi articoli che raccontavano la pura verità su svastiche e violenze.

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

 

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