Geopolitica
Enorme consegna militare dalla Cina alla Serbia
Sei massicci aerei da trasporto cinesi Y-20 che appartengono all’Esercito di Liberazione del Popolo (ELP) della Repubblica Popolare sono volati sabato a Belgrado, in Serbia, per poi tornare in Cina.
Un dispiegamento così grande è assai insolito. Il giornale di lingua inglese del Partito Comunista Cinese Global Times riporta:
«La missione degli Y-20 in Serbia rimane sconosciuta, con thedrive.com che ipotizza che l’aereo potrebbe consegnare l’FK-3, la versione da esportazione del sistema missilistico terra-aria cinese HQ-22, in Serbia».
Il giornale cinese aggiunge che «potrebbe essere la più grande operazione all’estero del grande aereo da trasporto sviluppato a livello nazionale cinese, che mostra le capacità di trasporto strategico del Paese».
«La missione riflette un miglioramento significativo delle capacità di trasporto strategico a lungo raggio dell’aeronautica militare dell’ELP, così come il supporto logistico e le capacità di manutenzione del grande velivolo da trasporto nei voli intercontinentali».
So, some thoughts:
Based on open-source info, there are 34 known PLAAF Y-20As (including at least 1 Y-20U tanker).
This constitutes about 15% of their Y-20 active fleet.
As you might have heard, China is going through COVID lockdowns again. Possibly related.
— Evergreen Intel (@vcdgf555) April 9, 2022
La mossa militare potrebbe aprire una nuova prospettiva nel corso della guerra tra Ucraina, considerabile come un proxy della NATO, e la Russia, Paese che ha da sempre ottimi rapporti con Belgrado.
Cina e Serbia, come ricordiamo, sono unite da un importante fatto del 1999: il bombardamento dell’ambasciata cinese a Belgrado da parte della NATO.
Il video con l’allora senatore Joe Biden che ammette di aver chiesto personalmente il bombardamento dei serbi il mese scorso è diventato virale nella rete cinese.
Come riportato da Renovatio 21, Di Dongsheng, professore all’Università Renmin di Pechino, a fine 2020 disse pubblicamente che il problema tra Washington e Pechino fu presto risolto, grazie ad un canale segreto di contatti tra l’élite cinese e lo Stato profondo USA.
«Tra il 1992 e il 2016 la Cina e gli USA erano capaci di risolvere ogni problema o di crisi, come (…) il bombardamento dell’ambasciata [di Belgrado, 1999] (…) le cose venivano risolte subito, come le litigate di una coppia che iniziano sul guanciale e finiscono in fondo al letto».
«Aggiustavamo tutto in due mesi. Qual è la ragione? Dirò qualcosa di esplosivo: è perché abbiamo persone al vertice. Al vertice del nucleo delle cerchie più interiori del potere e dell’influenza in America, Noi abbiamo i nostri vecchi amici».
Il professore cinese in quella conferenza ripresa in video, tenuta prima dell’insediamento di Biden, quando ancora la lotta per la certificazione del voto era in corso, aggiunse un commento molto interessante.
«Ora vediamo che Biden è stato eletto. L’élite tradizionale, l’élite politica, l’establishment sono molto vicini a Wall Street, giusto? (…) Trump ha detto che il figlio di Biden ha una sorta di fondo globale. Lo avete sentito? Chi lo ha aiutato a mettere in piedi il suo fondo?»
E ora? La Cina sta ancora con gli USA, anche grazie al contatto con i Biden? Oppure il momentum geopolitico ha fatto sì che l’alleanza con la Russia, e la tentazione di Taiwan, ora prevalgono sull’equilibrio tra Pechino e il Deep State americano?
Immagine di L.G.Liao via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)