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Ecco il cattovaccinismo ciellino: CL, AIFA e crudeltà varie al Meeting di Comunione e Liberazione

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Lunedì 21 agosto 2017, alle ore 19:00, alla Sala Neri del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini si tenneten interessante incontro sul tema della Salute, che rientra proprio nel “Progetto Meeting Salute” proseguito anche quest’anno, e di cui Luigi Cammi – Amministratore Delegato di PLS Educational, che si occupa  di comunicazionemarketing, organizzazione eventi (in ambito medico, scientifico e sportivo) e gestione di associazioni e fondazioni di varie categorie – è il responsabile.

 

Il tema della serata era rivolto in particolare alla salute degli anziani e dei malati, con un titolo molto preciso: 

«Non lasciamo indietro i malati e gli anziani: prospettive e sviluppi delle vaccinazioni nel sistema sanitario nazionale»

 

Le vaccinazioni, dunque, sono il tema centrale. E lo si può intuire dai relatori invitati a presiedere il dibattito: Roberto Bernabei, Presidente dell’Associazione Italia Longeva che si occupa delle vaccinazioni sugli anziani; Massimo Galli, Vice Presidente di SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali); Raniero Guerra, Direttore Generale della Direzione della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute; Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

Chi vuole e ha tempo può leggersi o ascoltare la serata integralmente: capirà che l’incontro è stato monotematico e senza voci opposte. Nessun confronto, ma solo un accorato appello a vaccinare tutti, e in particolare gli anziani – categoria che ancora oggi in larga parte rifiuta di sottoporsi ogni anno alle vaccinazioni.

Il tema vaccini non è ovviamente mancato nemmeno nell’edizione di quest’anno.

Senza entrare troppo nello specifico del dibattito scientifico e politico sui vaccini, è interessante però constatare come in CL sia presente una componente ultravaccinista che invita al Meeting i massimi esponenti della vaccinazione a tutti i costi, coloro insomma che hanno fortemente voluto e sostenuto la legge 119/2017, meglio conosciuta come legge Lorenzin.

 

D’altronde CL simpatizza per le industrie farmaceutiche, e da un po’ di anni a questa parte i tentacoli del movimento giussaniano si sono guadagnati anche le simpatie di AIFA  (Agenzia Italiana del Farmaco), non senza che quest’ultima, in coppia con Comunione e Liberazione, finisse fra le polemiche

 

AIFA e i 50.000 euro al Meeting di Rimini

Nel non lontano 2016 si scatenò una bagarre sui vertici di AIFA a causa di una durissima interrogazione  posta dal senatore Lucio Barani (ALA) che denunciò le presunte «coperture» per evitare di far restituire dall’allora Dirigente Generale Luca Pani una somma pari a 647.000 euro come compenso extra percepito rispetto allo stipendio di 240.000 euro l’anno – il massimo di ciò che può essere percepito nel pubblico – per aver ricoperto il ruolo di consulente all’EMA per conto AIFA.

Possiamo dunque credere, oltre in base ai soldi fatti depositare da AIFA al Meeting su pressione di Melazzini, che l’interesse è molto più grosso di quanto si pensi

 

L’interrogazione scatenò il polverone anche sui presunti 50.000 euro di contributo che Mario Melazzini, il medico affetto da SLA che l’ex ministro alla Salute Beatrice Lorenzin indicò alla guida dell’Agenzia del Farmaco dopo le dimissioni di Sergio Pecorelli per l’accusa di un conflitto di interessi, fece versare da AIFA al XXXVII Meeting ciellino. Movimento, quello di Comunione e Liberazione, di cui il Melazzini ha sempre fatto parte.

 

Il contenuto dell’interrogazione di Barani fece il giro delle agenzie stampa, e l’interrogazione era rivolta ai ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e della Salute, Beatrice Lorenzin. La gestione del superamento del tetto del compenso per il direttore generale Pani, e un contributo «da 50.000 euro disposto a favore del XXXVII meeting di Rimini di Comunione e liberazione» disposto «su richiesta del presidente del consiglio di amministrazione AIFA», Mario Melazzini, hanno portato CL dentro ad una bufera che si poteva già aspettare dopo la nomina di un ciellino alla guida dell’AIFA.

 

«Per quanto risulta all’interrogante – affermò il senatore Barani di Alleanza liberal-popolare autonomie nell’interrogazione – in data 29 aprile 2016 il Consiglio di amministrazione dell’AIFA, a seguito di una segnalazione del Collegio dei revisori dei conti e di 2 pareri emessi dalla Ragioneria generale dello Stato, risalenti rispettivamente al 10 luglio 2015 e al 23 marzo 2016, avrebbe rilevato il superamento del tetto dei 240.000 euro da corrispondere al direttore generale» per «il triennio 2012-2015, ponendo nel bilancio 2015 la somma di 647.000 euro a debito verso l’erario, con contestuali note di debito al direttore generale, dottor Luca Pani».

 

E ancora le accuse pesanti verso CL: «Considerato altresì che, a quanto risulta all’interrogante, con determina n. 1023 del 26 luglio 2016 il direttore generale, su richiesta del presidente del Consiglio di amministrazione, dottor Mario Melazzini, avrebbe disposto un contributo di 50.000 euro a favore del XXXVII meeting di Rimini di Comunione e liberazione, movimento al quale Melazzini aderisce; lo stesso Melazzini avrebbe ostacolato di fatto per mesi la restituzione dei 647.000 euro da parte del dottor Pani, coinvolgendo surrettiziamente nella decisione prima l’ufficio legale dell’Agenzia, poi, con nota del 2 agosto 2016, il capo di gabinetto del ministero della Salute, dottor Giuseppe Chinè, al solo fine di bloccare la delibera di restituzione dell’ingente somma, già assunta all’unanimità, seduta stante, dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 29 aprile 2016».

 

Proseguì Barani: «Il 29 agosto 2016 il direttore dell’area amministrativa, Giovanni Torre avrebbe provveduto a notificare al dottor Pani la nota di debito di 647.000 euro, intimandogli la restituzione della somma entro il termine tassativo di 15 giorni, pena la riscossione forzata dell’importo; con nota del 31 agosto 2016, il presidente Melazzini avrebbe provveduto a contestare l’operato del dottor Torre, giudicando intempestiva la notifica della nota di debito al dottor Pani, nonostante questa fosse stata trasmessa 4 mesi dopo la delibera votata all’unanimità dal consiglio di amministrazione, invocando nuovamente l’intervento del capo di gabinetto del Ministero della salute, dottor Giuseppe Chinè». E ancora: «In data 1 settembre 2016, il dottor Torre sarebbe stato allontanato dall’Agenzia, mediante revoca unilaterale da parte dell’AIFA del comando triennale disposto dall’istituto di provenienza (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia)».

 

Barani chiese al Governo se i ministri in indirizzo fossero a conoscenza dei fatti esposti e «se, nella loro qualità di organi deputati alla vigilanza sull’AIFA, siano al corrente del finanziamento, pari a 50.000 euro, al meeting di Comunione e liberazione e come considerino tale elargizione; se e quali misure ritengano di dover assumere relativamente all’allontanamento del dottor Torre dall’AIFA; se siano a conoscenza di quali rapporti intercorrano, relativamente ai fatti esposti, tra il capo di gabinetto del ministero della Salute, il direttore dell’AIFA e il presidente del Consiglio di amministrazione del medesimo ente». Infine «se il ministro della Salute – concluse l’interrogazione – non ritenga opportuno dimettersi dall’incarico ricoperto, considerata, secondo l’interrogante, l’inadempienza nell’esercitare l’attività istituzionale di vigilanza e controllo sull’operato dell’AIFA».

La coltre dei fedeli alla nuova religione della dea Siringa composta da Famiglia Cristiana, Aleteia e, pensate un po’, anche dal Sussidiario ciellino, ci promette che inoculando ai nostri figli vaccini prodotti con linee cellulari di feti abortiti volontariamente non avremo alcun tipo di problema: né di coscienza, né di scienza

 

L’allora sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo – nel 2015 condannato dalla Corte dei conti di Potenza a «risarcire il danno prodotto alla Regione Basilicata» per l’ammontare di €2641,52 a causa dei rimborsi illeciti ottenuti tra il 2009 e 2010 quando era Presidente della Regione Basilicata –in aula rispose a Barani ricordando  «che l’allestimento di uno stand di AIFA alla manifestazione fieristica Meeting di Rimini è risalente nel tempo, infatti vi ha già partecipato, negli anni 2006, 2007, 2008»

 

«Invero AIFA riferisce che la scelta di allestire un proprio spazio espositivo nell’ambito della predetta manifestazione va inquadrata in una precisa politica di investimento in attività di informazione e promozione, finalizzata a dare adeguatamente conto dell’impegno quotidiano portato avanti dall’Agenzia a tutela della salute pubblica» , fece ancora presente il sottosegretario del Pd in quell’epoca in carica.

 

Cattovaccinismo ciellino e feti sacrificati alla dea Siringa

Possiamo dunque credere, oltre in base ai soldi fatti depositare da AIFA al Meeting su pressione di Melazzini, che l’interesse è molto più grosso di quanto si pensi. Insomma, va oltre lo stand e arriva ai tavoli delle big conferences volute da Big Pharma in una kermesse così invitante ed introdotta in tutti i settori come quella di CL, e con la quale i vari Ricciardi e Guerra ben si possono intendere.

 

In effetti i vaccini rientrano anche nell’interesse dei cattolici e quindi non del Meeting che però, se stuzzicato, ne parla (a sproposito, s’intende).

 

Accade che durante la serata summenzionata, a fine “dibattito” una signora in platea poneva l’imbarazzante interrogativo al cattolicissimo Walter Ricciardi, lo ricordiamo, ad oggi ancora Presidente dell’ISS:

«In quanto cattolici come ci si pone di fronte alla effettiva necessità di utilizzare feti umani per produrre vaccini? Dicono che vengano usati feti abortiti cinquant’anni fa. Ma cinquant’anni fa non era peccato abortire? C’è la prescrizione per questo?»

 

Risposta:

«Non è informata perché il Comitato Nazionale di Bioetica che ha una fortissima componente cattolica ha assolutamente certificato l’assoluta inconsistenza di questa affermazione, cioè non esiste alcuna controindicazione né di carattere religioso né di carattere etico né tanto meno di carattere scientifico. Quindi come cattolici possiamo essere assolutamente tranquilli».

Il peccato, per Paglia e compagnia, cade in prescrizione perché commesso 50 anni fa

 

Parola del Comitato Nazionale di Bioetica e di Ricciardi, che però forse si confonde e, invece che citare la PAV, cita il CNB a sproposito, con affermazioni assolutamente parziali.

 

Forse, se avesse citato i recenti interventi della Pontificia Accademia per la Vita (cioè, per la Morte) in tema vaccini e feti abortiti sarebbe stato più chiaro. Essa infatti, con il seguito di tutta la coltre dei fedeli alla nuova religione della dea Siringa composta da Famiglia Cristiana, Aleteia e, pensate un po’, anche dal Sussidiario ciellino, ci promette che inoculando ai nostri figli vaccini prodotti con linee cellulari di feti abortiti volontariamente non avremo alcun tipo di problema: né di coscienza, né di scienza. 

 

Il peccato, per Paglia e compagnia, cade in prescrizione perché commesso 50 anni fa. E si sa: 50 anni non sono pochi, e il tempo cura tutte le ferite, anche quelle procurate ai feti aspirati ancora parzialmente vivi e immolati per la produzione di farmaci – si pensi allo scandalo che ha travolto la Planned Parenthood nel 2015.

 

 

Cristiano Lugli

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