Vaccini
Camilla Canepa morta per il vaccino: il giudice conferma
Camilla Canepa, la diciottenne ligure morta dopo l’inoculazione del vaccino COVID quattro anni fa, è stata uccisa dal vaccino. È quanto emerge dalla sentenza che ha stabilito il non luogo a procedere nei confronti dei medici genovesi che erano indagati a seguito del decesso della ragazza. Lo riporta La Verità.
Il giudice per le indagini preliminari del caso ha di fatto certificato la correlazione tra il siero e la morte della giovane scrivendo che «nel caso in esame, si trattò di una trombosi venose post vaccino (VITT), forma diversa e assai più grave e associata a una maggiore mortalità e disabilità rispetto alla trombosi dei seni venosi cerebrali che si verifica indipendentemente dal vaccino».
Queste parole sono contenute nella sentenza di aprile con cui il GIP aveva stabilito il non luogo a procedere per l’accusa di omicidio per cinque medici coinvolti nell’inchiesta, poiché «il fatto non sussiste». I cinque dottori hanno visto altresì cadere l’accusa di falso ideologico, poiché il fatto non costituisce reato.
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«Sulla base degli elementi evidenziati, che possono riconoscersi non oggetto di contestazione in giudizio, deve affermarsi accertato che la causa della morte di Camilla Canepa sia stata trombosi venosa post vaccino (VITT)». Secondo la famiglia non era afflitta da altre patologie e non assumeva farmaci di sorta.
Camilla aveva fatto la prima dose il 25 maggio durante uno dei cosiddetti «Open Day» organizzati dalla Regione Liguria. Il 3 giugno era andata in ospedale di Lavagna per mal di testa e fotosensibilità. Dimessa, si è ripresentata al nosocomio in condizioni gravi, venendo quini trasferita al San Martino di Genova, dove è morta l’11 giugno.
Come riportato da Renovatio 21, una perizia della procura ancora nel 2021 asseriva che Camilla era morta «ragionevolmente» per gli effetti avversi del vaccino.
La vicenda che sconvolse l’Italia sotto il maleficio vaccinale. «Non avevo mai visto un cervello ridotto in quelle condizioni da una trombosi così estesa e grave» dichiarò a La Stampa il direttore della clinica neurotraumatologica che aveva seguito il caso genovese.
Il padre di Camilla è morto per un malore improvviso nel marzo 2022, a neanche un anno dalla tragica scomparsa della figlia. Il nonno paterno di Camilla era morto a poche settimane di distanza dalla nipote ancora nell’estate 2021.
In Italia, ad ogni modo, sui giornali sono molti i casi finiti sui giornali, casi che riguardano anziani, adulti e pure i giovani. Effetti avversi gravi e mortali sono stati discussi anche in Canada, in Austria e in tantissimi altri Paesi.
Tre anni fa la somministrazione del vaccino AZ alle donne incinte fu sospesa in Brasile, mentre la Corea del Sud ha rifiutato il siero AZ per gli over 65. Degna di nota la mossa degli USA che nel 2021 inviarono dosi extra di AstraZeneca in Messico e in Canada.
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AstraZeneca, la grande farmaceutica a cui l’allora ministro della saluta Speranza aveva detto nel 2020 di aver ordinato 400 milioni di dosi, era già nota anche in Italia per vicende controverse riprese anche in Parlamento. Nel 2013, il presidente della commissione antitrust italiana Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale presentata al Parlamento, stigmatizzò il comportamento dominante di alcune multinazionali farmaceutiche tra cui l’AstraZeneca.
L’anno passato AstraZeneca ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari che il suo vaccino anti-COVID «può, in casi molto rari, causare TTS», cioè la trombosi con sindrome trombocitopenica.
Come riportato da Renovatio 21, le cause in Gran Bretagna che sostengono che il siero abbia causato morti e lesioni gravi sono molteplici. Autopsie su cittadini morti erano giunti a conclusioni sulla coagulazione del sangue dei vaccinati ancora due anni fa. Ricerche supponevano una correlazione tra coaguli e vaccino ancora nel 2021.
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Immagine screenshot da YouTube