Geopolitica

Biden vorrebbe la Von der Leyen alla guida della NATO

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La scelta preferita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden per il prossimo segretario generale della NATO sarebbe il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Lo riporta il Telegraph.

 

Biden e Von der Leyen hanno costruito «un forte legame» negli ultimi anni su questioni come la Cina, l’Ucraina e il cambiamento climatico, riferisce il quotidiano britannico martedì, citando fonti tra i funzionari della NATO.

 

Secondo una delle fonti del giornale, la Casa Bianca ha apprezzato il fatto che il presidente della Commissione Europea abbia recentemente preferito «affidarsi a Washington per l’Intelligence» invece di fidarsi delle agenzie europee, che non erano riuscite a valutare adeguatamente l’operazione militare della Russia in Ucraina.

 

L’articolo del giornale inglese suggerisce che la Von der Leyen sarebbe probabilmente in grado di ottenere il sostegno del francese Emmanuel Macron, un altro attore chiave nella NATO, grazie alla sua parlata fluente in lingua francese.

 

Il segretario generale in carica della NATO, Jens Stoltenberg, ha confermato che il suo mandato, che doveva concludersi alla fine di settembre, è stato prorogato di un altro anno. Il norvegese è a capo del blocco militare guidato dagli Stati Uniti dal 2014, con il suo mandato prorogato quattro volte.

 

L’annuncio è arrivato dopo che i membri della NATO ancora una volta non sono riusciti a concordare una sostituzione per Stoltenberg.

 

Secondo i resoconti dei media, la candidatura del segretario alla Difesa britannico Ben Wallace è stata bloccata il mese scorso da Stati Uniti e Francia, che vorrebbero invece proprio un funzionario dell’UE per ottenere l’incarico.

 

Il Daily Mail ha riferito all’inizio di questa settimana che Biden era contrario a Wallace, probabilmente perché ha prestato servizio come soldato britannico nell’Irlanda del Nord durante il periodo di violenza settaria noto come i «Troubles». Il leader degli Stati Uniti «indossa le sue radici irlandesi del sud» e «non è nemmeno particolarmente filo-britannico», hanno detto fonti alla testata londinese.

 

La Von der Leyen aveva precedentemente affermato che, pur essendo onorata di ritrovarsi tra le possibili candidate, non era particolarmente interessata al ruolo della NATO. Tuttavia, secondo il Telegraph, gli Stati Uniti dubitano di poter continuare a guidare la Commissione europea dopo le elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno.

 

«Porta il lavoro della NATO nelle discussioni sugli altri posti di lavoro principali in Europa», ha detto una delle fonti.

 

Il Telegraph sottolinea che uno degli ostacoli per Von der Leyen a diventare segretario generale del blocco militare atlantico potrebbe essere la sua «cattiva gestione» del ministero della Difesa tedesco, che ha diretto tra il 2013 e il 2019. Il giornale ricorda un rapporto del 2015, che ha affermato che i soldati tedeschi avevano dovuto sostituire le mitragliatrici pesanti con manici di scopa durante le esercitazioni NATO per nascondere la loro mancanza di equipaggiamento.

 

La Von der Leyen, quando era ministro della Difesa tedesco, era incappata in accuse dopo aver «ripulito» il suo cellulare che doveva divenire prova importante all’interno di uno scandalo di appalti militari. Una cosa non dissimile è capitata con i messaggini che si sarebbe scambiata con Albert Bourla, CEO di Pfizer, spariti nel nulla proprio quando le si chiede conto dei contratti per l’iniezione massiva di mRNA nei corpi di centinaia di milioni di europei. (Bourla ha riconosciuto la preparazione del presidente della Commissione sui sieri genici, ma non ha poi avuto il coraggio di presentarsi davanti ai deputati europei, mandando una sua sottoposta a fare l’ammissione sulla mancanza di test di trasmissibilità del COVID dopo il vaccino Pfizer).

 

Ursula è inoltre incappata in ulteriore scandalo famigliare basato riguardo proprio l’mRNA, quando è emerso un conflitto di interessi con il marito, che lavora presso un’azienda di terapia genica, partecipante ad una cordata di aziende-università che dovrebbe intercettare fondi europei.

 

La sua posizione di falco nella questione Ucraina ha visto, oltre ai continui inutili e dannosi round di sanzioni antirusse, con il programma di sequestro di 300 miliardi russi presenti su banche straniere nonché con l’esortazione al governo tedesco di «dare a Kiev tutte le armi di cui hanno bisogno».

 

 

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