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Attacco su larga scala dei russi alle strutture militari-industriali ucraine

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L’esercito russo ha lanciato ieri un attacco missilistico su larga scala contro l’industria militare ucraina, interrompendo la produzione di armi e munizioni. Lo ha comunicato lo stesso ministero della Difesa di Mosca.

 

«Le forze armate russe della Federazione Russa hanno lanciato un attacco missilistico di gruppo con armi di precisione a lungo raggio, basate su aria e mare, sul complesso militare-industriale dell’Ucraina», ha affermato il ministero durante la sua quotidiana conferenza stampa con i giornalisti.

 

«Tutti i bersagli assegnati sono stati colpiti», è stato puntualizzato.

 

Sebbene l’esercito russo non abbia specificato esattamente quali luoghi fossero stati presi di mira, i media ucraini hanno riferito di attacchi nelle oblast’ di Kiev, Sumy e Dnepropetrovsk. Quest’ultima località parrebbe aver subito l’attacco peggiore, con una grande esplosione segnalata alla periferia della città di Pavlograd.

 

Filmati non verificati che circolano online mostrano le conseguenze degli attacchi vicino alla città. Apparentemente l’attacco ha anche causato una massiccia esplosione secondaria, seguita da molteplici esplosioni minori. I filmati disponibili mostrano numerose colonne di fumo bianco nel luogo, tipicamente causate dalla detonazione di proiettili a combustibile solido come i missili antiaerei.

 

L’attacco di Pavlograd ha distrutto le scorte di carburante e munizioni della 46a brigata aviotrasportata ucraina, che si stava preparando per la tanto pubblicizzata controffensiva ucraina, ha affermato Vladimir Rogov, un alto funzionario russo nella regione di Zaporiggia, citando i rapporti della gente del posto.

 

 

Gli attacchi hanno anche distrutto due batterie antiaeree S-300 di stanza nell’area, ha detto il funzionario all’agenzia di stampa TASS.


Secondo i servizi di emergenza ucraini, le esplosioni a Pavlograd hanno danneggiato e distrutto fino a 80 case residenziali e circa due dozzine di edifici a più piani. Come riporta il sito russo RT, i servizi di emergenza di Kiev avrebbero anche riconosciuto il danneggiamento di un non meglio precisato «impianto industriale» della zona senza rivelarne l’esatta natura.

 

Negli ultimi giorni, sia la Russia che l’Ucraina hanno apparentemente intensificato gli attacchi a lungo raggio l’uno contro l’altro, con l’aumento delle attività militari in vista della tanto annunciata controffensiva ucraina.

 

Mosca ha rivendicato la distruzione di diversi posti di comando utilizzati dall’esercito ucraino e ha riferito di raggruppamenti sorprendenti di riserve ucraine. Il regime di Kiev, da parte sua, ha intensificato i bombardamenti delle aree residenziali della città russa di Donetsk, così come di altre regioni di confine, causando numerose vittime civili.

 

Le forze ucraine hanno anche effettuato un attacco a un deposito di petrolio in Crimea, con la portavoce del comando meridionale dell’esercito ucraino, Natalya Gumenyuk, che ha confermato che l’attacco è arrivato in preparazione della controffensiva di Kiev.

 

Secondo quanto riportano i canali Telegram russi, altro attacco in Crimea forse perpetrato con un drone sarebbe stato neutralizzato poche ore fa.


Come riportato da Renovatio 21, l’arrivo della primavera, con la fine del fango che impedisce le manovre militari, porterà probabilmente ad uno scontro decisivo, che potrebbe risolversi in una carneficina – una carneficina perfettamente evitabile da un tavolo di pace.

 

Ad un negoziato di pace dicono di lavorare in molti, da Pechino al Vaticano: tuttavia nessuno pare fare alcun passo aventi, perché – come noto dalla visita di Boris Johnson dell’aprile 2022 a Kiev che fece saltare un accordo di pace raggiunto, e da varie dichiarazioni della Casa Bianca – i pupari di Zelens’kyj vogliono una sanguinaria guerra antirussa «sino all’ultimo ucraino».

 

 

 

Immagine da Telegram

 

 

 

 

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