Reazioni avverse

Vaccino, miocardite per un giocatore di serie A a «pochi giorni dall’immunizzazione»

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A Pedro Obiang, 29 anni, centrocampista del Sassuolo, sono stati diagnosticati un focolaio di broncopolmonite e miocardite a pochi giorni dal vaccino anti-COVID. Lo riporta il quotidiano La Verità.

 

«Nei suoi tracciati anomalie che prima non c’erano», sostiene il giornale dopo aver sentito varie medici e professionisti coinvolti nel caso.

 

Tuttavia, nessuno se la sente di imputare il siero genico, perché, dice il direttore sanitario della squadra, «nessuno può dire se sia una miocardite da COVID-19 e neanche se sia da vaccino. Le interpretazioni, valutazioni, le ricerche sull’eziologia lasciano il tempo che trovano. Nessuno può darci la risposta».

 

Il caso Obiang, cittadino spagnuolo di origina guineana, sta sconvolgendo il mondo del calcio italiano.

Certo, l’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) ha diramato un comunicato sui vaccini mRNA (Pfizer e Moderna) in cui si diceva, per coincidenza, che «sono state osservati casi molto rari di miocardite e pericardite. I casi si sono verificati principalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile». Pare proprio una profezia sul caso del centrocampista del Sassuolo.

 

Il caso Obiang, cittadino spagnuolo di origina guineana, sta sconvolgendo il mondo del calcio italiano.

 

E se fosse possibile, dunque, che il vaccino in alcuni ingenera problemi al muscolo cardiaco?

 

Il danno, oltre che umano, è di tipo economico: giocatori costati milioni di euro, pagati milioni di euro, improvvisamente messi fuori gioco da una terapia ritenuta quasi un obbligo per gli atleti.

 

In settimana abbiamo avuto il caso della pallavolista veneta Francesca Marcon, che ha sviluppato una pericardite dopo il vaccino, gettando alle ortiche almeno la prima parte della stagione. La bella giocatrice è stata pubblicamente redarguita dal membro del CTS Abrignani perché, con la sua storia tremenda, starebbe dando argomenti ai no-vax. Guardate il dito, vi stanno dicendo, la luna lasciatela perdere.

 

«Nei suoi tracciati anomalie che prima non c’erano»

Renovatio 21 ha riportato anche il caso del velocista francese Christophe Lemaitre, bronzo nei 200 ai Giochi di Rio, l’atleta che doveva rappresentare la Francia ai Giochi di Tokyo. «Non ha senso andare ai Giochi per essere eliminato nei playoff», aveva detto Thierry Tribondeau, uno dei suoi allenatori.

 

«C’è stato un periodo in cui i suoi test erano ottimi, allo stesso livello di prima e poi è stato vaccinato, non lo abbiamo più riconosciuto».

 

Anche degli atleti belgi hanno ammesso che dopo il vaccino le prestazioni sono diminuite.

 

«Abbiamo grossi problemi con la vaccinazione. Sul primo vaccino, per dieci giorni, c’è una perdita di potenza tra il 10 e il 20% e per la seconda dose, c’è anche una perdita di potenza più lunga, parliamo di 21 giorni. È una grande difficoltà rispetto agli atleti. E vediamo davvero una perdita di potenza in tutti gli atleti che sono stati vaccinati» ha dichiarato l’allenatore Jacques Borlée.

È tollerabile che un giovane sano e atletico improvvisamente debba rischiare la salute, a fronte di un morbo che al 99,9% non uccide in quella fascia di età?

 

«Non eravamo affatto stati informati che un calo delle prestazioni ha accompagnato il processo di vaccinazione».

 

Tuttavia, nel caso di Obiang come in quello della Marcon, non si parla solo di prestazioni ridotte e carriera sportiva interrotta – si parla di rischio vero per la salute.

 

È tollerabile che un giovane sano e atletico improvvisamente debba rischiare la salute, a fronte di un morbo che al 99,9% non uccide in quella fascia di età?

 

 

 

Immagine di Egghead06  via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

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