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Vaccino, centinaia di israeliani trovati infetti dopo l’iniezione del Pfizer

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Il Times of Israel riferisce che a più di duecento cittadini israeliani è stata diagnosticata la malattia pochi giorni dopo aver ricevuto le iniezioni Pfizer / BioNTech.

 

Il numero di coloro risultati positivi al COVID-19 nonostante fossero stati vaccinati era di circa 240 persone, secondo i dati forniti dal quotidiano israeliano.

 

Il numero di coloro risultati positivi al COVID-19 nonostante fossero stati vaccinati era di circa 240 persone

La spiegazione ufficiale fornita dai media israeliani sostiene mentre il vaccino Pfizer / BioNTech non contiene il coronavirus e non può infettare il ricevente, è necessario del tempo affinché il codice genetico contenuto nel farmaco (l’RNA messaggero, o mRNA) addestri il sistema immunitario a riconoscere e attaccare la malattia.

 

Il corso del vaccino prodotto negli Stati Uniti richiede due iniezioni. Secondo gli studi, l’immunità al COVID-19 aumenta solo da otto a dieci giorni dopo la prima iniezione e alla fine raggiunge il 50 percento.

 

La seconda dose viene somministrata 21 giorni dal prima, mentre l’immunità dichiarata del 95 percento viene raggiunta solo una settimana dopo. Tuttavia, c’è ancora una probabilità del cinque percento di essere infettati anche se il vaccino è al suo pieno potenziale.  Ecco perché, sostiene la narrazione ufficiale, la seconda dose del vaccino, somministrata 21 giorni dopo la prima, è fondamentale: rafforza la risposta del sistema immunitario al virus, portandola al 95% di efficacia e assicurando che l’immunità duri. Questo livello di immunità viene raggiunto solo circa una settimana dopo la seconda dose o 28 giorni dopo la prima. In altre parole, chiunque sia stato infettato pochi giorni prima di ricevere la prima dose del vaccino o nelle settimane prima del raggiungimento della piena efficacia è ancora in pericolo di sviluppare sintomi.

Da quando le vaccinazioni sono iniziate il 20 dicembre, almeno quattro persone in Israele sono morte poco dopo aver fatto il vaccino

 

Non è stato immediatamente chiaro quali altri sintomi possano aver sviluppato coloro che hanno fatto la vaccinazione.

 

Da quando le vaccinazioni sono iniziate il 20 dicembre, almeno quattro persone in Israele sono morte poco dopo aver fatto il vaccino, secondo quanto riportato dall’emittente pubblica Kan. Come riportato da Renovatio 21, il Ministero della Salute ha già attaccato il noto mantra «nessuna correlazione».

 

La campagna vaccinale di Israele è stata vista dal mondo – in testa il New York Times – come un esempio mirabolante di efficienza.

 

Sono i database digitali a fare la differenza: oggi per la vaccinazione, domani per permessi, passaporti, «patentini» senza i quali la vita quotidiana, il commercio, l’esistenza stessa diverranno impossibili

Per coloro che si chiedono come Israele abbia potuto organizzare una campagna di vaccinazione così rapida e aggressiva, il Times of Israel spiega che il sistema sanitario comunitario «Fortemente digitalizzato e basato sulla comunità, il suo governo centralizzato si sono dimostrati abili nell’orchestrare una campagna nazionale di inoculazione».

 

In pratica, sono i database digitali a fare la differenza: oggi per la vaccinazione, domani per permessi, passaporti, «patentini» senza i quali la vita quotidiana, il commercio, l’esistenza stessa diverranno impossibili.

 

 

 

 

 

 

 

Immagine d’archivio

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