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Vaccini falsi per gli attori di Hollywood

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Vaccinazioni fasulle per gli attori della Mecca del cinema, che essendo in California è stata sottoposta alla politica di esclusione vaccinale più feroce degli USA. A Hollywood, capitale mondiale della propaganda woke, del goscismo moralista più trito, la gente pagava per risultare parte della sperimentazione globale col siero mRNA senza però aver offerto il deltoide alla siringa genica.

 

Un articolo della testata americana Epoch Times riporta la testimonianza di «una persona che lavora nel settore dello spettacolo» che «ha iniziato a vendere le carte [cioè i certificati di avvenuta vaccinazione, ndr] all’inizio di aprile 2021. Tra allora e l’inizio di ottobre di quell’anno, apparentemente ogni giorno arrivavano chiamate per carte di contrabbando».

Lo spacciatore di certificati ritiene di averne venduti almeno 250. Da notare che «le celebrità per le quali questa persona ha realizzato queste contraffazioni erano quasi uniformemente liberali o progressisti, almeno pubblicamente. In altre parole, se glielo chiedevi, sostenevano gli obblighi, le mascherine e così via, a volte in modo irremovibile. Dietro le quinte era un’altra questione».

 

Il giornalista, pur essendo a conoscenza dei peccati di Hollywood – «le persone più ipocrite del pianeta, che vivono alla grande mentre danno infinite lezioni ai comuni mortali sul clima e il resto» – si rivela sorpreso da quanto apprende dalla sua fonte.

 

«Molti dei clienti di questa persona, mi è stato detto, erano ben consapevoli dei dettagli delle crescenti preoccupazioni sui potenziali effetti collaterali dei vaccini, in particolare nell’area riproduttiva. Non sorprende quindi che la persona abbia stimato che il 90% dei clienti fosse di sesso femminile».

 

Uno dei clienti dell’informatore di Epoch Times, un noto personaggio dello spettacolo, era sconvolto dal fatto che una squadra sportiva locale preferita chiedesse la prova della vaccinazione per l’ingresso, anche all’ingresso VIP. In pratica, in cuore suo era no-vax. All’esterno, tutt’altro.

 

Il sistema non era infallibile, e si basava sull’idea che il sistema informatico californiano aveva dei buchi (circa il 30% delle vaccinazioni non erano registrate), quindi in taluni casi la celebrità avrebbe dovuto, in caso di proteste del controllore, semplicemente insistere che tutto era OK. Si tratta di un rischio enorme per la carriera di un attore hollywoodiano, sulla quale serque di iene e sciacalli sono pronti a saltare al primo passo falso – un meccanismo del sacrificio ben conosciuto, una sorta di perverso rito dell’abbondanza del mondo moderno, dove si gode a vedere una persona bella brava e ricca venire trascinata nella vergogna e nella tragedia.

 

Il livello di follia del mondo sotto restrizioni pandemiche, insomma, non aveva risparmiato nemmeno Hollywood.

 

Anche in Italia, come noto, almeno un caso del genere è emerso. Nel dicembre 2022 sono state indagate una famosa tennista e una giovane cantante in una storia di green pass che secondo le accuse sarebbero stati ottenuti senza realmente sottoporsi al siero genico sperimentale.

 

Come riportato da Renovatio 21, è curioso l’atteggiamento dei rocker ribellistici nazionali e internazionali, che hanno spinto per i lockdown e la vaccinazione talvolta insultando chi, per questioni che vanno ben al di là del ribellismo dei personaggi di provincia, vi si opponeva al costo del proprio lavoro e quindi della propria sopravvivenza alimentare.

 

In un caso osceno, quello degli Offspring, la band ha allontanato il batterista non vaccinato.

 

Vi sono state, per fortuna, voci di cantanti che invece hanno detto il vero: Van Morrison, Dave Mustaine, Richard Ashcroft, Eric Clapton, soprattutto, che una volta danneggiato dal vaccino non ha perso occasione per picchiare contro la propaganda vaccinista.

 

Poi ci sono stati anche casi come quello del cantante britannico Zion, tutto tatuaggi e simboli rockettari, morto due settimane dopo essersi sottoposto al vaccino.

 

Questo è lo stato delle cose nel rock, nei tempi in cui al Festival di Glastonbury dal palco parlano Zelens’kyj e Greta Thunberga.

 

Grazie al COVID stiamo assistendo in diretta, e in modo accelerato, alla fine della cultura della celebrità.

 

 

 

 

 

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