Razzismo

USA, nuovo caso di ragazzo di colore pestato a morte dalla polizia: però i poliziotti sono tutti neri

Pubblicato

il

L’amministrazione della città americana di Memphis, nel Tennessee, ha pubblicato venerdì diversi video che mostrano il brutale pestaggio del 29enne Tire Nichols da parte della polizia. Nichols, un giovane lavoratore FedEx nero di 29 anni che era stato fermato per guida pericolosa, è morto per le ferite riportate all’indomani delle botte ricevute dai poliziotti.

 

L’incidente mostrato da vari filmati ora resi pubblici è avvenuto il 7 gennaio.

 

Nella prima clip, l’incidente sembra iniziare con diversi veicoli della polizia che circondano l’auto di Nichols, e gli agenti lo trascinano fuori urlandogli di uscire dalla macchina.

 

Dopo essere stato messo a terra con la forza, il sospetto si libera e fugge lungo la strada, con un agente che tenta senza successo di colpirlo con il taser, strumento in forze alle polizie USA in grado di dare scosse elettriche paralizzanti.

 

 

Un altro video di circa dieci minuti dopo mostra Nichols bloccato dalla polizia. Gli agenti lo colpiscono ripetutamente con pugni, calci e manganelli, Usano poi pure lo spray al peperoncino.

 

 

 

Colpisce la sensibilità dello spettatore che durante il pestaggio, Nichols invochi sua madre: «Mamma! Mamma!» urla ad un certo punto mentre è steso a ricevere i colpi dei poliziotti. Dopo diversi colpi in faccia, il ragazzo tace.

 

 

Dopo essere stato ammanettato, Nichols viene appoggiato a un’auto della polizia, accasciandosi di tanto in tanto al suo fianco. Circa mezz’ora dopo, i paramedici sembrano arrivare e scaricare un per trasportare Nichols. È morto tre giorni dopo in ospedale.

 

Il filmato ha suscitato una massiccia protesta pubblica. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di essere «indignato e profondamente addolorato» per questo «orribile» incidente, aggiungendo che questo è un altro esempio della «profonda paura e trauma, dolore e stanchezza che gli americani neri e marroni sperimentano» ogni giorno.

 

I video hanno scatenato numerose proteste negli Stati Uniti. L’incidente ricorda, ovviamente, la morte di George Floyd, assassinato da un agente delle forze dell’ordine a Minneapolis nel 2020, che ha portato a proteste di massa contro la brutalità della polizia e alimentando il controverso movimento Black Lives Matter.

 

Alcuni sono andati ancora più indietro con la memoria, realizzando il famigerato pestaggio del cittadino afroamericano Rodney King da parte di agenti della polizia di Los Angeles: all’assoluzione in tribunale per quest’ultimi si scatenò una rivolta che mise a ferro e fuoco intere parti della città.

 

Tuttavia, questa volta c’è un importante distinguo da fare: i cinque agenti di polizia coinvolti nell’incidente, già stati licenziati e arrestati per omicidio di secondo grado e altre accuse, sono tutti afroamericani.

 

 

In pratica, si tratta di un cosiddetto crimine black on black: violenza afroamericana su altri afroamericani. Non solo erano neri i poliziotti accusati: è nera anche il capo della polizia, Cerelyn CJ Davis. Nella città di Memphis, il 64,41% della popolazione è afroamericano.

 

Come riportato da Renovatio 21, nei giorni scorsi la protesta degli antifa aveva travolto Atlanta, nello Stato della Georgia. Alcuni sostengono che questo tipo di proteste, parimenti a quelle del 2020, abbiamo un’origine politica: lungi dall’essere spontanee, sono cioè «attivate» da attori politici di primo piano al fine di un’agenda politica precisa.

 

Se nel 2020 mettevano a ferro e fuoco le città per scalzare Trump dalla Casa Bianca, ora si sospetta che le proteste siano scatenate per convincere Biden a non ricandidarsi – volontà dello Stato profondo che sarebbe dietro anche agli strambi ritrovamenti di documenti secretati nelle case dei Biden e nelle sedi di enti legati al presidente.

 

Il caso di Nichols poteva costituire un innesco ulteriore: tuttavia, il fatto che tutti i poliziotti siano di colore, va decisamente contro la narrazione goscista propalata da istituzioni e media: l’idea per cui il vero problema degli USA sono i bianchi suprematisti, o anche i bianchi tout court.

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version