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Un altro triatleta ricoverato in ospedale dopo la nuotata olimpica nella Senna

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La squadra belga di triathlon ha perso la finale di triathlon misto prevista per lunedì a causa del ricovero in ospedale di un’atleta, Claire Michel, dopo che la sportiva aveva nuotato nella Senna. Lo ha annunciato il Comitato olimpico del Belgio.

 

L’organismo sportivo belga ha attaccato duramente gli organizzatori delle Olimpiadi di Parigi, esprimendo la speranza «che si impari la lezione per le future competizioni di triathlon» e che non ci saranno più «incertezze» per gli atleti e il personale di supporto.

 

«Il BOIC e il Belgian Triathlon devono purtroppo annunciare che i “Belgian Hammers” non partiranno domani per la staffetta mista ai Giochi olimpici di Parigi. La decisione, come questa comunicazione, è stata presa consultando gli atleti e il loro entourage», ha affermato il comitato in una dichiarazione.

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«Claire Michel, membro della staffetta, è purtroppo malata e deve ritirarsi dalla competizione», ha aggiunto.

 

Sebbene il comitato non abbia fornito ulteriori dettagli, i media locali hanno suggerito che a Michel, ricoverata in ospedale da quattro giorni, sia stata diagnosticata un’infezione batterica da Escherichia coli. Mentre l’atleta apparentemente si è ammalata poco dopo aver concluso al 38° posto nella gara di triathlon femminile di mercoledì, non è stato accertato con certezza che abbia contratto i batteri nelle torbide acque della Senna.

 

Lo sviluppo arriva dopo che il team svizzero di triathlon ha dichiarato di aver dovuto sostituire il triatleta Adrien Briffod con Simon Westermann dopo che il primo ha contratto un’infezione gastrointestinale. Il team ha osservato che non era ancora chiaro se la malattia di Briffod fosse correlata alla Senna.

 

Il team belga è stato molto critico sulle condizioni della Senna, con diversi atleti che hanno parlato pubblicamente della loro esperienza. «Mentre nuotavo sotto il ponte, ho sentito e visto cose a cui non dovremmo pensare troppo», ha detto Jolien Vermeylen, che si è classificata 24ª nell’evento di mercoledì, aggiungendo che le acque non avevano esattamente il sapore di «Coca-Cola o Sprite».

 

«La Senna è sporca da cento anni, quindi non si può dire che la sicurezza degli atleti sia una priorità», ha affermato la triatleta.

 

Le condizioni dell’acqua del fiume altamente inquinato erano state fonte di preoccupazione diffusa ben prima dei Giochi.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi e mesi fa era già scattato l’allarme per i test sull’Escherichia Coli risultata fuori livello.

 

Avevano destato scalpore, dopo la gara di Triathlone, le immagini di atleti che vomitano. Va detto qui che dopo lo sforzo di una gara non è raro vedere qualcuno vomitare.

 


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Tuttavia molti di coloro che sono scesi in gara si sono lamentati, con allusioni disperanti e grottesche alla qualità delle acque del fiume parigino.

 

Un triatleta vomitatore ripreso in mondovisione, il canadese Tyler Mislawchuk, una volta terminata la gara segnando un tempo di 1:44:25, si è immediatamente gettato a terra e iniziato a vomitare copiosamente. «Ci ho provato, non ho rimpianti: ho vomitato 10 volte. Non sono venuto qui per arrivare tra i primi 10, ma ho dato tutto quello che avevo», ha detto con amarezza e acidità di stomaco l’olimpico del rigetto.

 

Un progetto da 1,5 miliardi di dollari mirato a ripulire la Senna ha prodotto risultati alterni nella migliore delle ipotesi ed è stato rovinato da vari incidenti, tra cui lo scarico di una grande quantità di liquami nel fiume poco prima delle Olimpiadi.

 

Le autorità francesi, tuttavia, hanno insistito per organizzare gare in acque libere sulla Senna, con diversi alti funzionari, tra cui il ministro dello Sport francese Amelie Oudea-Castera e il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, che hanno fatto una nuotata nel fiume per dimostrare che è sicuro.

 

Il presidente Emmanuel Macron, che aveva anche fatto una promessa poco convinta di fare un tuffo, alla fine si è astenuto dal farlo.

 

Renovatio 21 ha scritto di ritenere che vi sia un dolo satanico evidente anche qui: immergere gli atleti nella cacca significa disprezzarne il sacrifizio, e pure il corpo dai muscoli levigati.

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