Immigrazione

Truppe dell’anarco-tirannia in azione: c’è chi comincia a chiedere polizia ed esercito davanti alle scuole

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Se la rivolta etnica di Milano forse passerà alla storia per essere stato il primo evento in «stile banlieue» verificatosi sul suolo italiano, la violenza incontrollata da parte di immigrati di prima, seconda o terza generazione si è ormai diffusa a macchia d’olio in tutta la penisola.

 

Qualcuno, non a torto, parla di emergenza perché, che si tratti di metropoli o di città un tempo tranquille e paeselli immersi in quella «provincia sonnacchiosa» di cui vi abbiamo parlato altre volte, è proprio la pervasività del fenomeno a sconcertare.

 

Violenze di ogni genere, stupri, pestaggi, accoltellamenti, risse sono ormai la regola alle sagre paesane, nei parchi pubblici, davanti alle scuole, per non parlare di corriere e treni regionali dove il lavoro di autista, controllore o capotreno è diventato estremamente pericoloso. 

 

Nei dintorni delle scuole, la situazione sembra ormai fuori controllo dappertutto. In quel di Modena appare particolarmente grave al punto che, secondo fonti giornalistiche un coordinamento del consiglio degli istituti scolastici avrebbe dato vita ad una raccolta di firme per chiedere maggiore sicurezza per gli studenti, aggrediti a scuola e alle fermate dei bus. Tra le richieste ci sarebbero quelle di avere presidi fissi di forze dell’ordine e finanche l’esercito.

 

Ci siamo, si potrebbe dire. Qualcuno si rende conto che la problematica, il fenomeno, ha risvolti di tipo militare, da zona di guerra. All’improvviso, anche nella rossa Emilia-Romagna, sembra essere finito il tempo degli assistenti sociali, dei progetti di «inclusione», delle chiacchiere su multiculturalismo e menù halal. Di fronte alle teste rotte e alle rapine quotidiane forse si inizia ad inquadrare il problema in tutta la sua gravità.

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Sempre più persone giungono alla conclusione, magari senza comprendere veramente le radici del processo in coro che solo un intervento drastico di vera e propria riconquista del territorio e non di mero contenimento potrebbe mettere fine a quello che ormai è un vero e proprio bollettino di guerra.

 

Tuttavia come già messo in luce per gli eventi di Milano manca una realtà, una forza sociale che riesca ad opporsi attivamente a ciò. 

 

Oltretutto, si resta sconcertati di fronte ai numeri che quelle che potremmo definire vere e proprie truppe dell’anarco-tirannia riescono a mettere in campo anche in tempi brevissimi.

 

Il fatto è che mancano gli anticorpi e gli anticorpi possono essere solo di natura spirituale. 

 

Scriveva monsignor Ernest Jouin a proposito del dilagare delle sette massoniche nella Francia del primo dopoguerra «i raggruppamenti nazionalisti e fascisti o altri, sono impotenti a guarire il male da soli. La guerra è religiosa. La nostra conversione è l’unico rimedio»

 

Ci sentiamo di dire che queste parole valgono anche per la situazione che abbiamo descritto.

 

Stanislao Rossi

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Immagine screenshot da YouTube

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