Politica

Trump definisce il New York Times una «minaccia alla sicurezza nazionale»

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Il presidente degli Stati Uniti Donaldo Trump ha qualificato il New York Times come una minaccia per la sicurezza nazionale, rilanciando le sue critiche nei confronti del quotidiano.

 

In un post pubblicato martedì su Truth Social, Trump ha accusato il giornale neoeboraceno di diffondere «bugie e false dichiarazioni intenzionali» e ha sostenuto che rappresenta «una seria minaccia alla sicurezza nazionale della nostra nazione».

 

«Il loro comportamento radicale di sinistra, squilibrato, che continua a scrivere articoli e opinioni FALSI, deve essere affrontato e fermato», ha scritto Trump, senza indicare quale contenuto specifico abbia motivato la sua accusa. Il presidente ha una lunga storia di attacchi contro organi di stampa che, a suo dire, colludono con gli avversari politici per minare la sua leadership.

 

I media statunitensi hanno ipotizzato che l’irritazione sia stata provocata da un recente articolo del New York Times che delineava un’amicizia «complicata» tra Trump e il defunto finanziere nonché condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein. Il pezzo sosteneva che i due «si erano legati grazie alla ricerca di donne».

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Nel frattempo, Congresso e Dipartimento di Giustizia stanno rendendo pubblici materiali provenienti dall’eredità di Epstein. Trump ha più volte bollato come «bufala» democratica l’idea che alcuni documenti possano comprometterlo. Tuttavia, la sua amministrazione è stata criticata per la lentezza nel gestire i file e per le numerose redazioni applicate.

 

Le lamentele di Trump sul trattamento scorretto da parte della stampa appaiono più che fondate. Recentemente è emerso che la BBC aveva alterato un suo discorso del 6 gennaio 2021, facendolo sembrare un incitamento all’assalto del Campidoglio.

 

Più di recente, la direttrice dell’Intelligence nazionale statunitense Tulsi Gabbard ha accusato Reuters di aver cercato di sabotare gli sforzi di Trump per risolvere il conflitto in Ucraina, dopo che l’agenzia britannica aveva pubblicato una valutazione dell’Intelligence USA secondo cui la Russia intenderebbe «rivendicare parti dell’Europa che appartenevano all’ex impero sovietico». Anche Mosca ha definito il rapporto una falsità.

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