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Testo liturgico per benedire le coppie omosessuali in Belgio

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Il cardinale Josef De Kesel, insieme agli altri vescovi fiamminghi del Belgio, ha pubblicato un testo liturgico destinato alla benedizione delle coppie omosessuali. Un comunicato stampa, diffuso il 20 settembre 2022, ha presentato questa liturgia.

 

 

L’intero episcopato belga non è quindi interessato da questo annuncio, che è limitato alla parte fiamminga. Così, oltre al cardinale De Kesel, arcivescovo di Mechelen-Bruxelles, ha firmato il vescovo di Anversa, mons. Johan Bonny, noto per le sue posizioni progressiste; il vescovo di Gand, mons. Lode van Hecke; quello di Hasselt, mons. Patrick Hoogmartens; e infine quello di Bruges, mons. Lodewijk Aerts.

 

Questa rappresenta ancora la metà delle diocesi del Belgio, anche se contiamo l’Ordinariato militare che fa capo al cardinale De Kesel.

 

 

Un processo guidato da un omosessuale

Il comunicato ha coinciso con l’istituzione di un «punto di contatto» dal titolo «Omosessualità e fede» inserito nel servizio interdiocesano di pastorale familiare.

 

Questo «punto di contatto» è stato posto sotto la responsabilità di Willy Bombeek, portavoce dell’educazione cattolica nelle Fiandre dal 1999 al 2017, che ha coordinato la costituzione di un gruppo di lavoro sull’argomento.

 

Bombeek afferma che «l’esperienza sessuale è un diritto anche per le persone LGBT in quanto si svolge all’interno di una relazione fedele e duratura». Un’affermazione che ha presentato al cardinale De Kesel nel febbraio 2020.

 

Bombeek non si nasconde. Ha definito l’iniziativa «rivoluzionaria». Ha così dichiarato: «Io stesso sono credente e omosessuale. Per questo i vescovi mi hanno chiesto di assumere questa missione. Penso che sia importante che la Chiesa abbia voluto specificamente nominare un credente LGBT a questa posizione».

 

La sua missione principale, ha aggiunto, sarà «ascoltare le domande della comunità LGBT» e mostrare loro chiaramente «che siamo una Chiesa accogliente che non esclude nessuno».

 

 

La «benedizione» liturgica

Il coordinatore commenta il documento dei vescovi:

 

«La Chiesa sentiva che accanto al matrimonio religioso doveva esserci qualcosa per i credenti LGBTI. Spesso ciò era già stato fatto a livello locale, ma non esisteva una forma adeguata. Ora la Chiesa fornisce una struttura che può servire per tale benedizione: un impegno e una fedeltà a lungo termine che possono essere espressi all’interno della Chiesa».

 

Il documento chiarisce che la benedizione non deve essere confusa con un matrimonio. Ma Bombeek spiega:

 

«Nella tradizione della Chiesa la parola “matrimonio” si limita al rapporto tra marito e moglie. La benedizione è del tutto equivalente, ma secondo la tradizione della Chiesa non può chiamarsi matrimonio. Ma è qualcosa di molto innovativo nel fatto che all’interno della Chiesa possiamo avere un servizio di preghiera e una benedizione per le relazioni LGBT».

 

La liturgia offre una lettura tratta dalla Sacra Scrittura, che precede «l’impegno dei due interessati». Per questo impegno si propone un testo che affermi la volontà di «essere presenti l’un per l’altro», di «lavorare per la felicità dell’altro», e che richiede la forza di essere «fedeli l’un l’altro». Conclude: «vogliamo vivere, donati l’uno all’altro per sempre».

 

Segue una preghiera della comunità perché la grazia di Dio agisca in loro per prendersi cura l’uno dell’altro, perché siano fedeli, tolleranti, attenti. Infine, dopo un Pater, viene impartita una benedizione.

 

 

I vescovi fiamminghi si difendono

Dopo delle reazioni che devono aver suscitato clamore, i vescovi fiamminghi si sono sentiti in dovere di fornire dettagli.

 

Le loro spiegazioni rilevano che «i vescovi vogliono accogliere ma non vogliono assolutamente andare oltre Amoris laetitia, nel cui tracciato si iscrivono completamente».

 

Aggiungono che, per questo testo, non si tratta di una «benedizione nuziale», ma di una benedizione che chiude una preghiera.

 

Queste spiegazioni sono tutt’altro che risolutive. In questa «liturgia» si tratta infatti di accogliere nella comunità ecclesiale una coppia omosessuale in quanto tale. Certo, non si tratta di un matrimonio, ma è esattamente ciò che è già stato condannato dalla risposta a un dubium della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), datata 15 marzo 2021.

 

Come promemoria, il dubium chiedeva: «La Chiesa ha il potere di benedire le unioni omosessuali?» La risposta è stata: «No».

 

I vescovi possono forse credere alla loro confusa spiegazione, ma non possono impedire che il loro testo sia formalmente contrario alla decisione della CDF e, per inciso, contro la legge divina… Questa pseudo-liturgia è chiaramente un tentativo di introdurre una benedizione di coppia, e di una coppia omosessuale.

 

 

E adesso ?

La domanda è se Roma lascerà fare, come ha lasciato fare con la ribellione nelle diocesi tedesche, il 10 maggio degli anni 2021 e 2022, che ha visto la benedizione di centinaia di queste coppie per protestare contro la risposta romana.

 

Quest’anno nel movimento è stato coinvolto anche un vescovo ausiliare.

 

Queste benedizioni non hanno valore come spiega la CDF nel suo documento, perché vanno contro la volontà di Dio.

 

La Chiesa continuerà a lasciarele diffondersi?

 

In ogni caso, questo non è certo il modo per aiutare le persone coinvolte.

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

 

Immagine di Philcotof via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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