Alimentazione

Tagli all’agrochimica, proteste degli agricoltori: il caos alimentare globale continua

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Nell’ultima settimana, ci sono stati annunci di forti tagli ai prodotti chimici per l’agricoltura da parte delle più grandi aziende del mondo, e anche più proteste degli agricoltori in Europa.

 

Il 26 luglio nei Paesi Bassi, gli agricoltori hanno bloccato le strade principali scaricando letame sul marciapiede e dando fuoco a balle di fieno. Il traffico è stato interrotto per ore e la pulizia in alcuni luoghi ha richiesto due giorni.

 


Il loro obiettivo di protesta è il nuovo pacchetto approvato dal parlamento olandese a giugno, che chiede riduzioni di raccolti, bestiame e altre misure in nome della riduzione dei composti di azoto e carbonio nelle emissioni e nel deflusso.

 

I nuovi editti dell’Aia fissano le scadenze per il 2023 ed entro il 2030 ci sarà una riduzione del 30% del bestiame.

 

LA tedesca BASF, la più grande azienda chimica del mondo, ha annunciato il 26 luglio che ridurrà significativamente la produzione di prodotti a base di gas naturale come materia prima. Ciò include l’ammoniaca, che è importante per i fertilizzanti, nonché per la plastica e altri beni, in particolare il diesel detto DEF, un altro prodotto necessario alle Nazioni (il trasporto merci avviene per lo più con questo tipo di combustibile) colpito in modo totale dalle sanzioni antirusse.

 

Secondo l’analista William F. Engdahl, le sanzioni NATO provocheranno a breve un disastro mondiale del diesel dalle conseguenze drammatiche.

 

I funzionari di BASF hanno altresì avvertito specificamente che i prezzi dei fertilizzanti aumenteranno. Come riportato da Renovatio 21, la BASF aveva annunciato poche settimane fa che senza una fornitura sufficiente di gas naturale, i centri di produzione potrebbero essere costretti a rimanere inattivi o chiudere completamente e potrebbero anche subire danni tecnici.

 

Yara International, l’enorme azienda globale di prodotti chimici e fertilizzanti con sede in Norvegia, ha annunciato la scorsa settimana che la sua produzione in Europa è inferiore del 27% alla capacità a causa dell’aumento dei prezzi del gas.

 

Come riporta da Renovatio 21 già lo scorso anno, quello alle forniture globali di fertilizzanti sembra un attacco premeditato mesi e mesi prima della guerra ucraina.

 

La mancanza di fertilizzanti non può che portare al crollo della produzione agricola globale – quindi ad una crisi alimentare che sfocerà per  molti Paesi in una vera e propria «carestia di massa»: è il ritorno della fame, anche per i Paesi sviluppati. Con contorno di conseguenze devastanti, come l’immigrazione massiva ipotizzata da Putin.

 

La Russia a marzo ha sospeso le esportazioni di fertilizzanti; come conseguenza molte nazioni sospendono le esportazioni alimentari, tra cui l’Ungheria, che riforniva all’Italia il 23% del grano duro.

 

La più grande cooperativa agricola USA ha avvertito che le sanzioni a Mosca causeranno pericolose mancanze di fertilizzanti.

 

Proteste per i fertilizzanti si sono viste a inizio anno in Perù.

 

In Canada vi è stato lo strano caso del deragliamento di un treno pieno di fertilizzanti.

 

Il bizzarro disastro ferroviario va ad aggiungersi alla stramba sequela di incendi e incidenti che stanno coinvolgendo le industrie di produzione alimentare americana.

 

 

 

 

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