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Stiamo vincendo, quindi ci metteranno in lockdown

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I giornali del 13 novembre informano che il governo Draghi-Speranza starebbe pensando come introdurre il «super green pass», altro nome coniato dai servi della carta stampata per indicare il lockdown in stile austriaco: solo i vaccinati avranno il green pass. Sarà un regalo di Natale anticipato che potrebbe arrivare già a fine novembre.

 

La differenza rispetto all’Austria starebbe nel fatto che mentre in Austria non esiste green pass obbligatorio per il lavoro (chi non è in grado di esibire la certificazione anti-COVID dovrà limitarsi solo a usare sempre la mascherina), in Italia continuerebbe ad essere obbligatorio per lavorare.

La differenza rispetto all’Austria starebbe nel fatto che mentre in Austria non esiste green pass obbligatorio per il lavoro (chi non è in grado di esibire la certificazione anti-COVID dovrà limitarsi solo a usare sempre la mascherina), in Italia continuerebbe ad essere obbligatorio per lavorare.

 

Quindi, in questo scenario, gli italiani dovrebbero comunque continuare ad avere il green pass ottenuto almeno con tampone per lavorare, ma non potrebbero più usarlo per andare in palestra o per prendere un treno veloce.

 

Va da sé che – anche se la stampa nazionale non si pone il problema – in questo caso il sistema di rilascio dei green pass dovrebbe essere modificato: infatti  attualmente il sistema digitale green pass è stato realizzato per non permettere di sapere se il pass è ottenuto per vaccinazione, guarigione o tampone.

 

Dunque, nel nuovo scenario ipotizzato, ci sarebbero diversi green pass.  Come si vede, i distintivi da cucire sulla divisa iniziano a colorarsi. Vi ricorda qualcosa?

 

La motivazione «scientifica» dichiarata per non concedere più il green pass a seguito di tampone negativo (tranne che per il lavoro!)  è spiegata sulla Pravda della Sera e supera l’insulto all’intelligenza: i tamponi non sono sicuri perché sono fallibili.

Dunque, nel nuovo scenario ipotizzato, ci sarebbero diversi green pass.  Come si vede, i distintivi da cucire sulla divisa iniziano a colorarsi. Vi ricorda qualcosa?

 

«Molti scienziati hanno più volte sottolineato, soprattutto negli ultimi giorni, come questo tipo di tampone abbia un’attendibilità limitata e in ogni caso sia più efficace per lo screening di massa. Il primo ad esprimere dubbi è stato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, e ieri anche l’epidemiologo Donato Greco, membro del CTS, ha definito i tamponi antigenici l’”anello debole della catena” quindi “prima o poi si dovrà pensare di abolirli. Il tampone non protegge l’individuo che può infettarsi in qualunque momento”. Speranza ha più volte spiegato che”i test rapidi sono previsti dal regolamento dell’Unione europea e con l’utilizzo che si fa del green pass non è facile rinunciarci”, però la riflessione è avviata e se l’epidemia dovesse avere una nuova impennata non è escluso che il green pass possa essere rilasciato soltanto a chi ha effettuato il molecolare o addirittura soltanto a chi è vaccinato». (Corriere della Sera, 13 novembre)

 

A questo punto è anche inutile confutare queste affermazioni. Che senso ha confutare chi mente sapendo di mentire?

 

Tengono in vita da 2 anni la teoria del contagio pandemico usando i tamponi e oggi dicono che non sono attendibili per ottenere il green pass, ma solo quelli per andare al cinema, mica quelli per lavorare. Che cosa si vuole rispondere a un argomento come questo?

 

Non val nemmeno la pena di perdere tempo nel riportare le numerose ricerche scientifiche che dimostrano l’accuratezza dei tamponi.  La sensibilità relativa dei test è intorno al 86%; la specificità relativa del 100% e l’accuratezza intorno al  96%. Infinitamente superiore alla percentuale di contagiabili  vaccinati (50-60 % dai dati ministeriali).

Perché programmano di aumentare le restrizioni ai non vaccinati? La risposta è molto semplice: perché i non vaccinati stanno vincendo la partita. Perché i non vaccinati non cedono.

 

Piuttosto – domandiamoci – perché programmano di aumentare le restrizioni ai non vaccinati?

 

La risposta è molto semplice: perché i non vaccinati stanno vincendo la partita. Perché i non vaccinati non cedono.

 

Quanti persone in questo momento stanno andando a lavorare senza green pass ?

 

Detto in altri termini, quanti lavoratori se ne strafregano del green pass?

Chi sta nei palazzi romani deve anche raccontare alla popolazione vaccinata che il vaccino non funziona come invece si era giurato. Quindi gli fa comodo tirare a campare qualche settimana, trovando un capro espiatorio

 

A metà ottobre la Fondazione Gimbe stimava i lavoratori non vaccinati tra i 4 i 5 milioni.

 

Da allora la campagna vaccinale si è fermata; come riconoscono gli stessi media, milioni di italiani non si sono fatti ricattare.

 

Dai dati  governativi sappiamo che venerdì 12 novembre alle ore e 8:30 ci potevano essere in circolazione al massimo 1.094.747 (una milionata) green pass validi (con tampone), assumendo per eccesso che i tamponi vengano fatti solo da lavoratori. (escludiamo quelli fatti dagli ospedali, dai ragazzi, dai sintomatici, dai viaggiatori etc.

 

Ciò significa che nella mattina di venerdì 12 novembre c’erano dai 3 ai 4 milioni di lavoratori senza green pass.

 

Quando si perde il controllo della situazione, per non rimetterci la faccia, si può rilanciare fino alla fine: alcuni esseri umani fanno così. Anche al costo di fare la figura dei pagliacci. Qui però si va nella psicologia. A noi interessa la statistica. E stiamo vincendo. Saperlo, aiuta lo spirito

Chi sta nei palazzi romani deve anche raccontare alla popolazione vaccinata che il vaccino non funziona come invece si era giurato. Quindi gli fa comodo tirare a campare qualche settimana, trovando un capro espiatorio.



Quando si perde il controllo della situazione, per non rimetterci la faccia, si può rilanciare fino alla fine: alcuni esseri umani fanno così. Anche al costo di fare la figura dei pagliacci. Qui però si va nella psicologia. A noi interessa la statistica. E stiamo vincendo. Saperlo, aiuta lo spirito.

 

Procuriamoci  qualche sacchetto di pop-corn  e aspettiamo i milioni di italiani che non faranno la terza dose da gennaio. Non avranno più il green pass nemmeno loro.

 

 

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