Misteri

Sparano agli UFO. Quindi credeteci

Pubblicato

il

Era iniziata col pallone sonda cinese di due settimane fa. Gli americani scoprivano così che un velivolo cinese aveva sorvolato l’intero Paese, anzi tutto il continente, dall’Alaska all’Atlantico, soffermandosi – si era detto – su siti di interesse strategico-nucleare.

 

Il lettore di Renovatio 21 ricorderà che proprio in questi giorni è partita l’isteria americana sul fatto che la Cina avrebbe più missili intercontinentali.

 

Per giorni non si è fatto niente. La Casa Bianca, dove risiede un presidente forse compromesso con la Cina per via degli affari suoi e del figlio (lo sostengono i dissidenti cinesi, lo sostengono i cinesi stessi) non sembrava interessata a reagire: del resto, si tratta solo la dimostrazione che lo spazio aereo americano può essere infiltrato da chiunque. Il Pentagono aveva dato una delle sue conferenze stampa più surreali: sì, è un pallone sonda cinese, ma non lo abbattiamo, per motivi di sicurezza, e poi non ha inviato nessun dato a Pechino (una cosa che non sappiamo come abbiano determinato, e che risulta comunque difficile da credere). L’antiaerea americana praticamente non esiste, così come il pudore, e il senso del ridicolo.

 

Dopo giorni di tentennamento, il pallone viene abbattuto da un caccia. L’ordine, insomma, è arrivato. Biden dice che per ripicca contro il Dragone disdice il suo viaggio diplomatico (facendo pensare a qualcuno che forse l’esitazione nel tirare giù l’apparecchio della superpotenza avversaria derivava proprio dalla incongrua volontà di non rovinarsi la missione); i cinesi dal canto loro dicono che la visita del presidente USA non era in programma.

 

Sembrava morta lì, con la relativa, per quanto bizzarra e a tratti sconvolgente, polemica politica: anche nell’era Trump c’erano tutti questi avvisatamente, è una cosa normale – anzi no, perché Trump e i suoi negano, anzi no, i palloni sonda c’erano ma chi li avvistava non diceva niente al presidente temendo che reagisse male. Di contro, in settimana era saltato fuori immediatamente un pallone sonda dichiarato dalla Cina nel suo spazio aereo, più qualche altro in Sud America.

 

Insomma, il fuoco non si poteva alimentare a lungo. Invece c’è stato l’incendio, l’escalation. Escalation verso, è il caso di dire, l’ignoto. Verso l’infinito. E oltre.

 

Ecco che un caccia americano tira giù un altro oggetto volante non identificato – tecnicamente, un UFO – in Alaska. Dicono che il velivolo aveva le dimensioni di un’auto, e, secondo quanto riportato, avrebbe interferito con la strumentazione dell’aereo militare che lo avrebbe poi abbattuto.

 

Un altro UFO viene trovato e colpito in Canada. Lo dice lo stesso Just Trudeau, capo del gabinetto di Ottawa «penetrato» dal Klaus Schwab, dichiarando che su segnalazione del NORAD (il centro di intercettazione dello spazio aereo del Nord America) ha poi dato il via libera ad un altro caccia americano.

 

Ne spunta uno ulteriore che levita sopra Lake Huron, nella regione dei grandi laghi statunitensi. Viene anche quello disintegrato da un aereo da combattimento dello Zio Sam. Siamo già arrivati al punto, tuttavia, in cui non si parla più né di palloni sonda, né di cinesi. Pare invece partito un processo per rendere il più enigmatico possibile il fenomeno: il velivolo del Lago Huron, aveva una «forma ottagonale», con dei fili attaccati ad esso.

 

Compaiono video in rete di comuni cittadini che se li vede sopra.

 

 

«Questi oggetti non assomigliavano molto ed erano molto più piccoli del pallone della Repubblica Popolare Cinese, e non li caratterizzeremo in modo definitivo fino a quando non saremo in grado di recuperare i detriti, su cui stiamo lavorando», aveva detto alla CNN un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA. Il generale Mark Milley, il più alto ufficiale militare degli Stati Uniti (nonché quello che aveva telefonato all’omologo cinese per dirgli che in caso a fine amministrazione Trump gli fosse ordinato un attacco alla Cina lui non lo farebbe), ha riconosciuto in una conferenza stampa a Bruxelles che il primo tentativo di abbattere l’oggetto sul Lago Huron è fallito. Il primo missile «è atterrato in modo innocuo» nell’acqua mentre un secondo missile ha abbattuto con successo l’oggetto, ha detto Milley.

 

Quindi, questi oggetti sono a prova di missile? Voi capite che l’idea del pallone sonda è oramai completamente abbandonata. Nella mente del cittadino sincero democratico che legge le notizie passate dal regime americano coi suoi soldati alle testate giornalistiche si dipingono altri quadri.

 

La domanda salta fuori subito: ma quindi, questi velivoli erano extraterrestri? I militari rispondono che non possono escluderlo. Bingo. Anche se poi la Casa Bianca negherà che si tratta di alieni, la macchina oramai è partita, la Finestra di Overton si è aperta: potremmo essere in presenza di un contatto – drammatico, violento – con gli alieni. Anzi, di più: potremmo essere agli albori di un’invasione aliena.

 

Per chi negli anni ha seguito l’argomento, la cosa può sembrare un po’ scioccante. È solo qualche anno che l’aviazione USA (così come hanno fatto nelle ultime due tre decadi altri generali belgi o messicani) ha cominciato a pubblicare i video degli avvistamenti di UFO, che adesso chiamato UAP («fenomeni aerei sconosciuti»), da parte dei piloti militari. Avvistamenti che, a quanto finalmente riportato, sono praticamente abituali. Ne abbiamo parlato su questo sito, e non sappiamo il motivo per cui improvvisamente stiano desecretando tutto il materiale; avevamo registrato, tuttavia, le prime reazioni politiche consistenti, come quella del senatore della Florida Marco Rubio, che cominciava a parlare degli UFO in termini di sicurezza nazionale, cioè dando una connotazione non più di fenomeni mistici o inspiegabili, ma di minacce militari.

 

Se ricordate quei video, notate come anche solo «agganciare» – cioè centrare l’oggetto volante nel bersaglio visivo del sistema d’arma – fosse arduo assai, al punto che circola quel filmato con le risate di soddisfazione del pilota yankee che riesce ad agganciare l’UFO. Gli aviatori cominciano a parlare: questi oggetti si muovono a velocità incredibili, con accelerazioni non naturali, ed ancora più innaturali sono le manovre con le quali cambiano direzione in modo repentino, irrazionale. Alcuni dicono che possono tranquillamente andare sott’acqua con i medesimi movimenti.

 

 

Sparare agli UFO, in tutti questi racconti, non solo è materialmente impossibile: è qualcosa che non verrebbe mai ordinato dai vertici. Di più: difficile non ricordare l’incidente Mantell. Nel 1948 un 25enne pilota militare del Kentucky guidò uno squadrone di caccia verso Maysville, in Kentucky, dove decine di persone dicevano di aver avvistato qualcosa in cielo. La squadra lo trovò, e lo descrisse come un oggetto metallico di grandi dimensioni, privo di ali, che in velocità si nascose dietro le nuvole. I piloti decisero di tornare alla base, ma non il capitano Mantell. «Mi sto avvicinando per dare un’occhiata. È proprio davanti, sopra di me e si muove ad una velocità pari alla metà della mia. Sembra un velivolo gigantesco, senza ali. Sto salendo e se non riuscirò ad avvicinarmi, abbandonerò l’inseguimento». Da qui si perse il contatto. Poche ore dopo, i resti del P-51 di Mantell furono trovati vicino alla cittadina di Franklin distribuiti su un territorio di 800 metri quadrati. Fu rivenuto il cadavere del capitano, il cui orologio da polso si era fermato, bizzarramente, alle 15.19 (gli aerei erano decollati alle 13:45). Le indagini dissero che probabilmente Mantell aveva perso conoscenza per mancanza di ossigeno, e che aveva scambiato per un UFO il pianeta Venere o – ma guarda – un pallone sonda Skyhook. Per chi invece vuole credere all’altra ipotesi, si tratta tecnicamente di un Incontro Ravvicinato del VII tipo, ossia il tipo di contatto alieno che cagiona la morte dell’umano.

 

Forse anche per episodi come questo la guerra UFO, anche per questo caso, è stata da sempre un tabù. Per qualche motivo, ora stanno spingendo, più o meno a livello subliminale, l’idea di una guerra con gli alieni.

 

Stiamo testimoniano ora un rovesciamento scioccante. Chi scrive una ventina di anni fa partecipò ad una conferenza in provincia, eventi piccoli e innocui fatti dalle associazioni ufologiche nazionali. Niente di che: c’era un chimico che faceva vedere un materiale che si riteneva provenisse dallo spazio, forse in un momento e in un luogo di avvistamenti, se ricordo bene. La serata fu funestata da un signore che interrompeva ad alta voce in continuazione per spiegare che quegli avvistamenti, come ogni altro, era semplicemente un pallone sonda. Continuava a ripeterlo: prima con interventi lunghi, poi con frasi più brevi, poi ripetendo sinteticamente pallone sonda. Pallone sonda. Pallone sonda. Ad un certo punto la sala cominciava pure a ridere, e forse avevo contribuito anche io perché all’ennesimo «pallone sonda» avevo istintivamente fatto il verso del cane che abbaia.

 

Il signore, probabilmente del giro degli scettici professionisti, non faceva che ripetere coraggiosamente quello che era l’argomento principe del «negazionismo ufologico» (massì, chiamiamolo così): tu credi di aver visto un UFO, invece era solo un pallone sonda. Un ufologo mi confidò che l’argomentazione era talmente radicata che addirittura le Forze dell’Ordine, bombardate da telefonate del paesino dove sarebbe apparso qualcosa in cielo, l’indomani tirerebbero fuori il pallone, magari anche fisicamente, sonda per sedare la dissonanza cognitiva generale ingeneratasi. Quanto mi si raccontava potrebbe essere solo acido complottismo pro-ufologico di provincia. Tuttavia è innegabile: laddove c’era uno scettico di UFO, c’era il pallone sonda.

 

Ora sia all’inversione totale: laddove c’è il pallone sonda, ci dicono che potrebbe essere un UFO.

 

Si tratta di qualcosa di enorme, perché gli effetti sulla popolazione di una rivelazione dell’esistenza della vita extraterrestre sono sconosciuti, e nessun amministratore, che sia il sindaco del paesino o il presidente degli Stati Uniti, vorrebbe mai trovarsi a gestire una cosa del genere: anzi, proprio per questo, per decenni si è buttata acqua sul fuoco.

 

E quindi? Perché lo stanno facendo? Perché ci parlano ora di aerei militari che abbattono dischi volanti?

 

Qualcuno dice che è per distogliere l’attenzione da fenomeni più macrologici, come le accuse di Seymour Hersh sulla responsabilità della Casa Bianca e della Marina USA sulla distruzione dei gasdotti Nord Stream. Oppure il fatto che l’Ucraina si appresta ad essere travolta dalla nuova fase dell’operazione militare russa.

 

Qualcun altro ha ripescato invece una vecchia teoria della cospirazione che girava nei primi anni Novanta, il Progetto Blue Beam, una parola che è diventata trend su Twitter non appena i militari americani hanno cominciato a parlare degli abbattimenti senza specificare che si trattava di palloni sonda cinese (secondo quanto riportato dai media, con fonti interne, gli ulti abbattuti sarebbero invece proprio palloni sonda americani: stanno sparando a loro stessi…).

 

Il Progetto Blue Beam era uno dei cavalli di battaglia di Serge Monast (1945-1996), giornalista e saggista canadese che si dedicò anima e corpo allo studio delle cospirazioni massoniche globaliste, cioè il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale. Un personaggio conosciuto, anche se non troppo, in certi ambienti. Qualcuno dice che il personaggio di Mel Gibson nella pellicola hollywoodiana Ipotesi di Complotto sia ispirata a lui.

 

Nel 1994 il Monast diede alle stampe il suo libro più conosciuto, Project Blue Beam (NASA), in cui affermava che l’ente spaziale americano, in combutta con l’ONU, stava tentando di imporre una nuova religione mondiale dell’Anticristo per mezzo di una tecnologia in grado di proiettare in cielo immensi ologrammi, che avrebbero potuto, oltre che rappresentare un’invasione aliena, anche simulare visualmente qualcosa che sarebbe stato interpretato come la Seconda Venuta di Gesù Cristo.

 

Dai tempi di Monast e del proto-complottismo pre-internet, quello degli «olografari» è purtroppo un problema che affligge tutta la scena di chi non si beve le versioni ufficiali: nel 2001 dissero che gli aerei che colpirono le Torri Gemelle erano ologrammi, ed ecco che chiunque volesse mettere in dubbio la versione ufficiale (quella per cui la Torre 7 sarebbe caduta di suo, così, per simpatia) si ritrovava seduta in autobus a fianco del complottista olografico, che oggi vive per lo più spacciando video commerciali trovati in rete come fossero realtà, ad esempio il video della balena che emerge nella palestra della scuola: di fatto, uno spot tutto fatto in computer grafica di Magic Leap, una deludente società statunitense di realtà aumentata (avete presente: si fa con occhiali visori specifici o con il vostro telefonino), che dopo anni in cui prendeva immani finanziamenti di venture capital senza mostrare niente ad un certo punto cominciò a pubblicare video come questi. Gli ologrammi non c’entrano nulla.

 

 

 

 

Tuttavia, non è sbagliato pensare all’intera operazione degli alieni come ad un processo di «ingegneria religiosa».

 

Lo disse Ronald Reagan, che aveva una sincerità intellettuale tutta sua, in un memorabile discorso alle Nazioni Unite: ogni divergenza tra le Nazioni sarebbe spazzata via se ci rendessimo conto di una minaccia esterna al pianeta.

 

Un governo mondiale, quindi, potrebbe tranquillamente essere installato una volta manifestatasi concretamente la minaccia, o anche la sola esistenza, di una razza aliena.

 

Di più: la «rivelazione aliena», secondo alcuni studi di think tank vecchi di settant’anni, agirebbe come solvente della religione, in particolare quella cristiana, perché attacco diretto all’Incarnazione, da cui discende, per logica, il cosiddetto «eccezionalismo umano» (quello che tanti animalisti o ecologisti ora contestano): l’uomo non sarebbe più, definitivamente, al centro del Creato, e nemmeno la religione potrebbe più rivendicare l’umanità come figlia prediletta di Dio, che l’ha fatta a sua immagine e somiglianza.

 

Insomma, è innegabili che tutto il racconto degli alieni può essere uno degli strumenti per il Reset definitivo dell’Ordine dei secoli e per la conseguente ricostruzione del pianeta secondo i dettami del Nuovo Ordine Mondiale.

 

Dobbiamo dire che i tempi non sembrano in nessun modo maturi, ma c’è da dire che ci lavorano da anni. Pensate al film del 1951 Ultimatum alla Terra. Trama: da un disco volante scende l’alieno umanoide Klaatu, che prende il nome terrestre Carpenter («falegname»: sì, come Gesù). Egli comunica che se i Paesi non saranno disarmati e formeranno un governo mondiale la Terra verrà distrutta; ha lì un robot gigante di nome Gort, dotato di laser distruttivo, a dimostrare che non si scherza. Klaatu, per convincere le autorità ad ascoltarlo, genera anche dei blackout della corrente elettrica in tutto il pianeta (sì). La polizia ad un certo punto gli spara, la ragazza del film riesce a fermare la rappresaglia del robottone. Klaatu risorge grazie ad un macchinario contenuto nel suo disco volante.

 

Un falegname sceso dal cielo per avvisarci, messo a morte dalle autorità umane ma poi risorto. Praticamente un racconto ispirato alla religione cristiana (con tanto di «Madonna» che intercede per fermare l’Ira di Dio), solo che in palio qui c’è proprio il governo mondiale contro cui ci mette in guardia San Giovanni nell’Apocalisse. Quindi, più che per Cristo, questa antica cine-storia aliena è tutta per l’Anticristo.

 

Faccio l’esempio di questo vecchissimo film perché le ditate che ci possiamo trovare sopra sono interessanti. Il produttore esecutivo, Darryl Zanuck, era un buon amico dell’esperto di guerra psicologica Charles Douglas Jackson, che ufficialmente era dirigente della rivista Time, ma che lavorava anche come stratega chiave nel Consiglio di strategia psicologica, un programma istituito dalla CIA per diffondere determinate idee e influenzare l’opinione pubblica a favore del governo. C.D. Jackson, uomo della campagna elettorale di Eisenhower con un posto all’ONU, per lo più lo chiamano così, è considerato anche come il principale attore del tentavo di controllo da parte degli USA della credenza religiosa, in particolare tramite l’infiltrazione del Vaticano del dopoguerra. (Diciamo pure che è l’uomo che comprò immediatamente il filmato Zapruder, quello che mostrava l’assassinio di Kennedy, e lo mise in un caveau del palazzo di Time a Manhattan, cono scopo di «proteggere l’integrità del film»).

 

Certo, ci lavorano da tanto tempo – e con tanti soldi. Anche la sceneggiatura dell’invasione aliena, circola da un pezzo, e con gli scopi che oramai il lettore conosce, scopi che sappiamo esistere da secoli.

 

Ogni tanto la vogliono riattivare. Può servire per distrarci, momentaneamente. A lungo termine, sappiamo tuttavia a cosa serve: a togliere agli esseri umani la loro dignità, a renderli manipolabili, spendibili, manovrabili ed eliminabili a piacere.

 

Gli alieni e le loro storie servono a de-umanizzare il pianeta, e non potrebbe essere altrimenti. De-umanizzare, de-cristianizzare, de-sovranizzare. E una grande opera di ingegneria sociale e religiosa, politica e financo biologica.

 

A questo punto ci ritorna in mente un’altra opera audiovisiva, ritenuta più bassa, forse con meno impronte del Deep State sopra. Ricorderete la mini-serie TV in tre episodi, seguitissimi anche da noi, che in Italia fu chiamata impropriamente Visitors – quella con la sigla inquietante ed irresistibile. Parlava dell’arrivo degli alieni sulla terra: scendono dai loro dischi volanti eleganti, diplomatici, ordinati, impeccabili nella loro promessa di aiutare l’umanità. Vengono in pace ed amicizia. Presidenti e maggioranze mondiali si esaltano. Un gruppo di persone realizza invece che si tratta di una razza di rettili antropomorfi appena mascherata, il cui fine è sottomettere l’umanità e probabilmente mangiarsela pure. Questa Resistenza di esseri umani che hanno capito la colossale, apocalittica menzogna in cui vivono, decide di colpire gli alieni in un momento preciso, la cerimonia con la quale essi vogliono donare agli umani e alle loro autorità collaboratrici un vaccino contro il cancro.

 

Eh. Sì. Vabbeh. Ci siamo capiti. Bella intuizione. State certi che una trama del genere, oggi, non sarebbe possibile farla passare in TV.

 

Non è che servono i palloni sonda UFO o gli ologrammi Blue Beam. Il programma è tutto in bella vista, e qui non facciamo che ripetervelo. Perché riguarda davvero le vostre vite. Materialmente, a livello biomolecolare.

 

Qualcosa di alieno è stato appena sparato nelle cellule della maggioranza degli esseri umani. Questo è l’Incontro ravvicinato che dovrebbe interessarvi di più. Il resto, in effetti, è spettacolo di contorno, è arma di distrazione di massa, una parte della propaganda del sistema transnazionale della Cultura della Morte.

 

«Credeghe ai UFO», credici agli UFO, è un’espressione con cui in Veneto si apostrofa l’ingenuità e la dabbenaggine di qualcuno. Ebbene, ora ce lo stanno ordinando, raccontandoci pure degli F-22 che li abbattono.

 

La situazione è, davvero, alienante.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version