Pensiero

Se anche i free-vax storici si stupiscono

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CORVELVA è una sigla storica della lotta per la libertà vaccinale. Quest’anno compie 30 anni: nel 1993 era già qui a lottare per il principio di libera scelta di vaccinarsi o meno – e di vaccinare o meno la nostra prole.

 

Il lettore può ricordare che con CORVELVA Renovatio 21, ha realizzato la lista dei vaccini segnati dall’uso di linee cellulari da feto abortito.

 

Ci è capitato di leggere sul canale Telegram di CORVELVA un messaggio particolare.

 

«Avrete notato che noi non ci siamo mai messi a divulgare singole morti improvvise, non perché inutile o perché pensiamo a qualcosa di strano a riguardo di chi lo fa, ma ogni volta preferiamo il silenzio anche perché storicamente abbiamo conosciuto tantissime famiglie di coloro che sono morti dopo un vaccino e abbiamo toccato con mano il dolore. Noi semplice non sappiamo mai cosa dire o scrivere».

 

Tutto vero: anche noi stiamo tenendoci alla larga da questo tipo di notizie. All’inizio avevamo provato, poi siamo stati sommersi dal diluvio dei casi (sono «lacrime nella pioggia», disse un nostro collaboratore») ma soprattutto abbiamo fatto la scelta di lasciare in pace chi sta patendo la catastrofe umana in corso. Riportare notizie di morti sospette paga: sono sorti canali Telegram e siti internet interamente incentrati su questo, spesse volte senza meccanismi di verifica di quanto pubblicato.

 

La «morte improvvisa» fa sempre colpo, è una moneta di scambio ottima nel mondo della dipendenza dei social, fa scattare immediatamente la dopamina, l’oltraggio chiama la condivisione immediata…

 

Tuttavia, in un paio di casi Renovatio 21 ancora riporta questo tipo di notizie: se la morte è pubblica – per esempio i calciatori che spirano sul campo, gli artisti sul palco, etc. – o se si tratta di uno scuolabus, la categoria di «morti improvvise» che ci spaventa più di ogni cosa.

 

Ad ogni modo, è il prosieguo del messaggio di CORVELVA a colpirci.

 

«Vi diciamo questo perché ultimamente ci siamo trovati ad aiutare alcune persone a compilare la scheda di segnalazione di sospetta reazione avverse e siamo rimasti particolarmente impressionati. Noi di vaccini ce ne occupiamo dal 1993, ma non ci era mai successo con così tanta frequenza di ritrovarci ad ascoltare di ragazzotti trentenni o quarantenni morti dopo pochi giorni dalla vaccinazione».

 

 

Insomma, se anche CORVELVA – che è nata e cresciuta per tre decadi osservando da vicino queste tragedie – si sta impressionando, vuol dire che la situazione è di portata raccapricciante.

 

Non è che viviamo fuori dai circuiti: il ragazzino di 16 anni che spira di colpo, l’imprenditore giovane e dinamico, la mamma di famiglia numerosa, la bambina piccola, li stiamo vedendo anche noi.

 

Ci gira per la mente la solita domanda: cosa deve accadere, ancora, per arrivare al tipping point? Quando questo sciame di drammi senza fine potrà trasformarsi in una realtà riconosciuta da tutta la popolazione, e magari anche dalle istituzioni?

 

Per quanto dovrà durare ancora questa menzogna?

 

Quanti altri sacrifici umani dovremo tollerare intorno a noi?

 

 

 

 

 

 

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