Salute

Sclerosi multipla aggravata dopo la seconda dose: obbligata a fare pure la terza

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Una signora romana di 44 anni avrebbe subito un aggravamento della malattia di cui soffre dopo la seconda dose di vaccino COVID. Nessun hub vaccinale però le riconosce l’esenzione per la terza dose. La storia è stata raccontata dal quotidiano La Verità.

 

La signora è affetta da una forma di sclerosi multipla recidiva-remittente. Dopo la seconda dose, la signora si è sottoposta alla sua annuale risonanza magnetica. Qui è stata riscontrata un’infiammazione prima mai vista nel caso della signora, che nelle settimane a seguire ha quindi dovuto sottoporsi ad una terapia cortisonica.

 

Il professore che all’ospedale segue la signora avrebbe quindi redatto «una certificazione in cui, riportando la diagnosi della risonanza di settembre, si raccomanda di dispensare la donna dalla somministrazione della terza dose».

 

Il documento viene però respinto all’hub vaccinale, che non concede l’esenzione perché, avrebbe detto il medico vaccinatore, «a rilasciarla avrebbe dovuto essere il medico curante della persona ammalata».

 

Il medico curante a quanto si capisce è stato sospeso per non aver «aderito alla campagna vaccinale», quindi non è in grado di produrre l’esenzione.

 

La signora ha quindi provato in un altro hub vaccinale, in un altro ancora e perfino all’ospedale della risonanza, senza ottenere la dispensa dalla terza dose del siero genico sperimentale.

 

È stato quindi contattato al ministero della Salute, che ha fatto sapere che queste decisioni spettano agli hub.

 

La signora si sottopone tre volte a settimana ad un farmaco per la sclerosi multipla per poter lavorare; ora si deve sottoporre anche a tampone a giorni alterni.

 

Il caso sta andando avanti. Il padre della signora è un avvocato.

 

Tuttavia, qui ci facciamo altre domande.

 

Non si dovrebbe indagare su questa misteriosa infiammazione post-vaccino?

 

C’è un particolare effetto, oggi ancora sconosciuto, del vaccino sui malati di sclerosi?

 

Oppure c’è una reazione del vaccino incrociato con altri farmaci a cui la signora si sottopone?

 

È possibile che la vaccinazione a tappeto, che non considera alcuna differenza tra le persone né il loro status medico (vaccinano dapprima gli immunodepressi!), prosegua senza che nessuno abbia dubbi, dopo casi come questo?

 

 

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