Scienza assodata: le iniezioni di mRNA sono troppo pericolose

Renovatio 21 traduce e ripubblica l’articolo del dottor Nicolas Hulscher apparso su Focal Points.

Ora che stiamo entrando in una finestra di opportunità per fermare la follia dell’mRNA, è giunto il momento di una piena esposizione.

Martedì, al Kim Iversen Show, ho esposto l’intera portata dei danni emergenti derivanti dalle iniezioni di mRNA. Per anni, al pubblico è stato detto che queste iniezioni «restano nel braccio», «proteggono dalle infezioni» e sono «sicure ed efficaci». Ecco cosa fanno realmente:

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Viaggiano ovunque:

L’mRNA sintetico e la proteina spike sono stati trovati nel cervello, nel cuore, nelle ghiandole surrenali e altrove.

Trasformano il tuo corpo in una fabbrica di proteine ​​spike tossiche e non umane, senza alcun interruttore di spegnimento.

Distruggono migliaia di geni, scatenando una reazione a catena di distruzione biologica nota come «Cascata dei danni».

Caos trascrittomico → Errori proteomici → Stress biochimico → Esiti gravi/fatali

Si integrano nei genomi:

Le prime prove molecolari mostrano che il materiale genetico Pfizer si è fuso nel cromosoma 19 del tumore di un paziente oncologico vaccinato.

Causano la morte:

Il nostro studio autoptico di riferimento (n=325) ha confermato lesioni mortali in più sistemi di organi, il più delle volte un arresto cardiaco improvviso.

Guidano i tumori turbo:

Prove sperimentali, cliniche e a livello di popolazione confermano che le campagne di iniezione di massa di mRNA hanno scatenato un’epidemia di cancro.

Danneggiano la fertilità:

Studi condotti su animali e sull’uomo confermano la distruzione della riserva di ovuli e la riduzione della concentrazione di spermatozoi, in concomitanza con tassi di natalità ai minimi storici.

Potrebbero danneggiare le generazioni future:

La mortalità infantile, in calo da 30 anni, ha subito una brusca inversione di tendenza nel 2021, subito dopo l’assorbimento di massa dell’mRNA nelle donne in età fertile. I bambini nati anni dopo muoiono ora con un tasso di mortalità superiore del 77%.

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Immagine dallo studio del dottor Hulscher