Economia

Salvataggio di Credit Suisse: la moneta digitale è dietro l’angolo?

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La Banca Nazionale Svizzera è pronta a intervenire a sostegno di Credit Suisse, il banco elvetico andato in immensa difficoltà dopo il crack della Silicon Valley Bank. Il salvataggio è stato annunciato ieri dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari.

 

Il prestito potrebbe essere dell’ordine di 54 miliardi di dollari al Credit Suisse, che è ritenuto un istituto finanziario «di rilevanza sistemica».

 

Non è la prima volte che accade: lo scorso anno Credit Suisse, in emorragia di clienti, aveva preso in prestito 39 miliardi di franchi svizzeri (circa 39,5 miliardi di euro) dalla Banca Centrale elvetica, oltre a dover vendere attività per generare liquidità.

 

Alla fine del 2022, Credit Suisse disponeva di quasi 119 miliardi di franchi in «depositi al dettaglio e depositi da clienti di piccole imprese». Nel momento in cui questo tipo di clienti inizia a fuggire, quella è la fine per la banca, ha scritto il blog finanziario svizzero In$ide Paradeplatz.

 

I credit default swap – derivati finanziari di trasferimento del rischio di credito – per Credit Suisse hanno raggiunto il massimo storico di 517,7 il 13 marzo, da un minimo di circa 60 all’inizio dello scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, a fine 2022 è stato ipotizzato che dietro il raddoppio degli swap in dollari tra la Federal Reserve statunitense e la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ci sarebbe stata una domanda senza precedenti di dollari da parte delle banche svizzere generatasi nel contesto di massicce richieste di margini sui fondi pensione britannici e di una presunta crisi di Credit Suisse, già allora considerata una delle principali controparti di derivati.

 

EIRN ha riferito ieri di un trader che ha confidato all’agenzia notizie di voci sull’enorme esposizione ai derivati ​​del Credit Suisse. La stessa fonte ha ipotizzato che, in caso di difficoltà, le Banche Centrali implementeranno un massiccio piano di salvataggio, questa volta a base di Central Bank Digital Currency (CBDC) – la moneta digitale.

 

La crisi così costringerà le banche ad accettare la CBDC poiché ritengono che in questo modo la cataclismica operazione finanziaria non si trasformerà in inflazione.

 

Come scritto da Renovatio 21, la moneta digitale potrebbe essere senza dubbio il fine della presente crisi bancaria internazionale, che apparirà d’improvviso, se non ora, tra breve tempo – come dice la stessa BCE – e pensano così la FED e le altre banche centrali come la Banca di Inghilterra.

 

 

 

 

 

Immagine di Roland zh via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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