Intelligenza Artificiale

Robot industriale Tesla sbrana lavoratore

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Un ingegnere del software Tesla ha riportato lacerazioni dopo essere stato sbranato da un robot di produzione presso la cosiddetta Gigafactory del Texas. Lo riportano diversi organi di stampa, citando documenti e testimonianze.

 

Secondo la testata britannica Daily Mail che ha visionato un rapporto sugli infortuni, l’incidente è avvenuto nel 2021 presso la vasta struttura di Tesla ad Austin, dove un ingegnere anonimo stava tentando di riparare robot automatizzati progettati per modellare parti di automobili da pezzi di alluminio pressofuso.

 

Mentre diverse macchine erano state disattivate per lavori di manutenzione, un robot è entrato inaspettatamente in azione, bloccando l’ingegnere contro una superficie prima di «conficcargli gli artigli nel corpo e fargli uscire sangue dalla schiena e dal braccio», hanno detto due testimoni al sito di notizie The Information, aggiungendo che il lavoratore aveva lasciato una «scia di sangue dietro di sé» dopo essere riuscito a liberarsi.

 

L’uomo ha anche subito una «lacerazione, taglio o ferita aperta» alla mano sinistra, dice il rapporto sull’infortunio.

 

Secondo quanto riportato, mentre i testimoni oculari dell’attacco hanno descritto lesioni significative, il rapporto di Tesla alle autorità di regolamentazione affermava che l’ingegnere non aveva bisogno di ferie retribuite per riprendersi. La società guidata da Musk finora ha rifiutato di commentare pubblicamente l’incidente.

 

In passato Tesla ha respinto accuse di problemi di sicurezza sul lavoro relative al suo stabilimento in California, affermando che farebbero parte di un «attacco ideologicamente motivato» – cosa piuttosto credibile in un momento in cui perfino il presidente della Repubblica italiana sembra attaccare, pur senza nominarlo, il patron dell’azienda Elone Musk.

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Incidenti con robot industriali che usano violenza contro gli esseri umani riguardano ovviamente molte altre aziende.

 

Come riportato da Renovatio 21, pochi mesi un lavoratore è stato ucciso da un robot che sollevava scatole in un centro di distribuzione agricola situato nella provincia meridionale di Gyeongsang.

 

La questione dei robot killer si sta facendo largo non solo nella cronaca di sfortunati incidenti.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso giugno è stato rivelato che durante una simulazione un sistema di Intelligenza Artificiale dell’aeronautica americana ha agito per uccidere il suo teorico operatore umano. A gennaio era emerso che caccia cinesi alimentati da Intelligenza Artificiale avevano battuto la concorrenza umana in un arco di soli 90 secondi.

 

La Cina vuole l’implementazione militare di robot killer già per la prossima guerra. Pochi mesi fa Israele ha dichiarato l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale negli attacchi aerei.

 

L’Intelligenza Artificiale è oramai montata, con diversi gradi di realizzazione, su dronicacciaarmi teleguidatecarrarmati, «slaughterbots» e altro ancora.

 

Una moratoria ONU sui robot killer non ha trovato al momento l’accordo dei vari Paesi.

 

Per paradosso, l’uomo che sta più attirando l’attenzione mondiale sui rischi delle macchine assassine è decisamente Elon Musk.

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Immagine di Smnt via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Alike 4.0 International

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