Geopolitica

RFK Jr denuncia gli attacchi americani a Siria e Iraq

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Gli Stati Uniti dovrebbero ritirare le proprie truppe di terra dai paesi del Medio Oriente che non le accolgono, ha detto il candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr.

 

Kennedy ha detto che l’escalation avrebbe potuto essere evitata, reagendo in un post su Twitter all’attacco di Washington contro più di 80 obiettivi presumibilmente collegati alla Guardia rivoluzionaria iraniana (IRGC) in Iraq e Siria in un attacco aereo ad ampio raggio.

 

 

Il Comando Centrale degli Stati Uniti afferma di aver colpito 85 obiettivi collegati all’Iran in Siria e Iraq come rappresaglia contro il recente attacco di combattenti «affiliati all’Iran» che ha ucciso tre militari statunitensi in Giordania. Nel post su Twitter del presidente Joe Biden si legge che gli Stati Uniti non «cercano il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma a tutti coloro che cercano di farci del male: risponderemo», nonostante l’Iran neghi il coinvolgimento nell’incidente.

 

«Se non cerchiamo il conflitto, allora portiamo le truppe fuori da lì», ha detto Kennedy, apparentemente reagendo alla dichiarazione di Biden. «Non sono i benvenuti. Non sono necessari», ha aggiunto.

 

Kennedy sosteneva che l’attuale escalation non sarebbe stata necessaria se Washington non avesse messo i suoi militari «nel mirino» delle milizie sciite. Ha descritto l’esistenza di questi gruppi «come un’eredità della nostra guerra illegale in Iraq». Ha ricordato che sia l’Iraq che la Siria hanno chiesto alle truppe americane di lasciare il loro territorio mentre l’Iran non tollera la presenza militare americana ai suoi confini.

 

Oltre a ritirare le truppe americane «dal Medio Oriente», Kennedy ha esortato Washington a stringere invece legami con le potenze regionali. Il candidato presidenziale ha anche descritto la presenza delle truppe nell’area come «obiettivi indifendibili per chiunque nella regione voglia provocare un conflitto».

 

«Stiamo rischiando la vita dei nostri giovani e spendendo soldi che non abbiamo. Questi minuscoli avamposti non hanno la capacità di impedire all’Iran di attaccare i nostri alleati o di ottenere la bomba. Tutto ciò che fanno è aprire gli Stati Uniti a un’escalation obbligatoria ogni volta che un eroe americano viene ucciso. Ma forse è proprio questo il punto».

 

L’Iraq ha rimproverato gli Stati Uniti per gli attacchi aerei, affermando che costituiscono «una violazione della sovranità irachena» e «rappresentano una minaccia che potrebbe portare l’Iraq e la regione a conseguenze disastrose». L’esercito siriano, come citato dall’agenzia di stampa SANA, ha denunciato il raid come «l’aggressione delle forze di occupazione americane».

 

Come riportato da Renovatio 21, in America da varie parti avanza pubblicamente l’idea che i soldati lasciati nelle basi in Medio Oriente servano da esca per essere uccisi – magari da un false-flag – per portare il Paese alla guerra con l’Iran.

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

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