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Resistenza antivaccino nella Chiesa ortodossa

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L’Arcivescovo Crisostomo di Cipro, personaggio notoriamente modernista che ha sostenuto sempre le azioni anti-canoniche di Bartolomeo nonostante la contrarietà di tutto il suo clero e i suoi vescovi, ha recentemente minacciato i suoi (numerosi) preti non vaccinati di essere cacciati dall’Arcidiocesi, ovvero sospesi dal sacro servizio.

 

Centinaia di persone si sono allora radunate a Nicosia lo scorso 9 gennaio, sotto le finestre dell’arcivescovado, per protestare contro questa ingiusto e anti-canonico ultimatum.

 

Crisostomo, come tutti gli altri gerarchi favorevoli a Bartolomeo, sono – cosa non sorprendente – sempre in prima linea nel promuovere le innovazioni e, in questo caso, le iniezioni realizzate coi prodotti dell’aborto; i vescovi che invece si oppongono a questa deriva affrontano notevoli traversie: indagati dalla procura come nel caso di Serafino di Cerigo, oppure morti in seguito a «complicanze respiratorie» in ospedale (dove finché coscienti si erano strenuamente rifiutati di essere portati) come Cosma d’Etolia e Acarnania.

 

I vescovi che invece si oppongono a questa deriva affrontano notevoli traversie: indagati dalla procura come nel caso di Serafino di Cerigo, oppure morti in seguito a «complicanze respiratorie» in ospedale (dove finché coscienti si erano strenuamente rifiutati di essere portati)

Non mancano tuttavia casi di eroica resistenza, come quella di Neofito di Morphou (Cipro), il quale, nonostante la multa impostagli per aver celebrato pubblicamente durante il lockdown (rifiutatosi di pagare la quale, non ha potuto entrare in tribunale per difendersi dall’accusa in quanto non hanno voluto farlo entrare senza maschera), e la richiesta esplicita dello stato greco di non pubblicare i suoi discorsi, continua a occuparsi da vero pastore del suo gregge, e in una recente omelia lo esorta a non avere paura, ma a resistere, poiché Dio ha il suo piano, ed è «più forte dei piani di Henry Kissinger, di Bill Gates, dei magnati e degli oligarchi».

 

La divisione tra il clero più mondano, legato ai poteri statali, soprattutto nelle grandi città, e quello invece più fedele alla tradizione e al popolo si riscontra pure in altre chiese locali e, secondo Kirill Aleksandrov, giornalista esperto di geopolitica ortodossa, potrebbe portare presto a delle rese dei conti interne, anche in seguito all’incedere degli eventi sullo scisma costantinopolitano, oggi allargato alla strategica Africa.

 

Fonti interne riportano che la frequenza delle chiese maggiori di Mosca si è ridotta del 30-50% negli ultimi mesi: accanto a qualche persona che probabilmente frequentava la chiesa per abitudine e ha smesso in seguito al lockdown, molte persone hanno preferito disertare le chiese del centro per frequentare quelle più piccole o di periferia, dove non vengono richieste mascherine e non ci sono gerarchi pro-vax come Ilarione di Volokolamsk o Tikhon di Pskov.

 

Viceversa, a questa tendenza filo-governativa si sono opposti vescovi come Longino di Bancheni (Bucovina Orientale), che ha imposto una sanzione canonica di 25 anni di esclusione dalla comunione a chiunque entri in chiesa con la maschera sulla faccia.

Dio ha il suo piano, ed è «più forte dei piani di Henry Kissinger, di Bill Gates, dei magnati e degli oligarchi»

 

 

Proprio per questo motivo, il Patriarca di Mosca Kirill ha recentemente pubblicato una lettera ufficiale (qui una lettura commentata dall’ottimo padre Andrea Tkachov) in cui afferma che non si deve costringere nessuno a vaccinarsi in nessuna maniera, e che la Chiesa è contraria a qualsiasi restrizione della libertà mediante l’esibizione di codici QR, specialmente a quella di culto.

Longino di Bancheni (Bucovina Orientale) ha imposto una sanzione canonica di 25 anni di esclusione dalla comunione a chiunque entri in chiesa con la maschera sulla faccia

 

Del resto, come ha recentemente dichiarato il vescovo di Raska e Prizren Senofonte:

 

«vediamo i frutti di questo e quel materialismo e l’ateismo, davanti ai nostri occhi, incarnati nella privazione dei diritti umani, nella reclusione, nella vaccinazione forzata contro una malattia che non è stata sufficientemente testata e causa di ancor meno provata , vaccini tutti ma non sicuri e testati dal punto di vista medico. Questa riduzione in schiavitù pianificata dell’uomo e dell’umanità richiede che ogni cristiano, anche di grandezza di una formica, si opponga e dica: NON NEL MIO NOME!».

 

 

Nicolò Ghigi

 

 

 

Immagine screenshot da Youtube

 

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