Militaria
Razzi britannici saranno utilizzati per l’attacco ucraino al ponte della Crimea?
Il deputato ucraino Oleksii Goncharenko, ha dichiarato di aver discusso della «distruzione» del ponte di Crimea con il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace a giugno, secondo quanto riportato dal sito governativo russo RT.
Goncharenko stava rispondendo a un’affermazione alla televisione russa secondo cui Wallace era personalmente incaricato di sviluppare un piano per colpire il ponte strategicamente importante sullo Stretto di Kerch, che collegava la Crimea alla Russia continentale.
L’osservazione, che Goncharenko ha fatto sui social media la scorsa settimana, includeva una sua foto con Wallace e il primo ministro britannico Boris Johnson durante un raduno della NATO.
L’accusa è emersa durante un’apparizione televisiva del portavoce del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov, il quale ha affermato che, «secondo alcune informazioni», il ministro della Difesa britannico era incaricato di sviluppare piani per attaccare il ponte.
Il ponte è stato costruito dalla Russia dopo che la Crimea si è staccata dall’Ucraina e ha votato per ricongiungersi alla Russia nel 2014 per garantire che ci fossero collegamenti ferroviari e stradali con la regione.
Il governo ucraino in precedenza aveva respinto gli appelli alla sua distruzione, ma ora Kiev sembra considerare il ponte come un obiettivo militare primario che dovrebbe essere attaccato non appena riceverà armi occidentali in grado di colpirlo.
Il Regno Unito è uno dei principali fornitori di armi pesanti avanzate a Kiev, in particolare i lanciarazzi multipli M270.
Come riportato da Renovatio 21, in questi mesi commando britannici in Ucraina per addestrare i combattenti di Kiev ad usare armi anticarro. Tre mesi fa Boris Johnson, anche durante le ultime ore del suo ruolo di premier, quadruplicò la fornitura di armi a Kiev rilanciando l’idea di un boicottaggio petrolifero contro la Russia.
La determinazione di Londra nel conflitto ucraino-russo ha raggiunto una tale intensità da risultare sospetta. I britannici hanno con molto determinazione spinto Svezia e Finlandia, Paesi neutrali, ad aderire alla NATO.
L’ex ministro degli esteri austriaco Karin Kneissl ha parlato di un ruolo britannico nell’escalation ucraina.
Jeremy Fleming, il capo dei GCHQ, una sorta di Servizio di Intelligence informatica britannico, ha ammesso durante un incontro in Australia il ruolo degli apparati del Regno Unito contro l’influenza russa in rete.
La «manina» britannica spunta spesso nelle accuse dei russi.
La testata russa Sputnik è arrivata a scrivere che «il deputato ucraino Ilya Kiva ha affermato che la tragedia di Bucha è stata preparata dalla SBU e pianificata dall’Intelligence britannica MI6».
Come riportato da Renovatio 21, un criptico riferimento alla Gran Bretagna emerse anche durante la misteriosa polemica tra la Russia e il giornale italiano La Stampa riguardo all’operazione russa in Lombardia durante i primi mesi del COVID.
La storia del conflitto strisciante tra Albione e la Russia è risalente di secoli. Renovatio 21 ne ha parlato in un articolo che considerava il Risorgimento italiano e la guerra odierna in Ucraina nell’ottica di tale infinita battaglia.
Immagine del Ministero della Difesa ucraino via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)