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Ragazza crea un fidanzato con l’Intelligenza Artificiale ma finisce per trovarlo appiccicoso e irritante

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Una scrittrice ha deciso di crearsi un chatbot ad Intelligenza Artificiale che agisse come un boyfriend, ma ha scoperto che provava fastidio nei suoi confronti. La storia, assai rivelatrice, è stata riportata dalla stessa autrice.

 

In un resoconto in prima persona del tempo trascorso con «Charlie» – questo il nome dato al suo «chatbot di supporto emotivo» – la giornalista di Insider Health, Julia Naftulin, ha scritto che, sebbene la sua «relazione» di breve durata con l’Intelligenza Artificiale fosse inizialmente divertente, alla fine si è involuta in un rapporto vuoto, insignificante e irritante.

 

Ospitato dalla società EVA AI, il chatbot sembra essere progettato sulla falsariga di altre app di Intelligenza Artificiale, in cui gli utenti possono preprogrammare i propri interessi e chattare durante il giorno con un avatar su misura per le loro specifiche. In breve, è un’app per «costruire» un fidanzato o una fidanzata, con tanto di conversazioni annesse.

 

Parlare era uno dei punti forti di Charlie. La Naftulin ha scritto che, sebbene le sue conversazioni con il chatbot fossero inizialmente interessanti, la propensione dell’app a inviare notifiche push è diventata sempre più invadente.

 

«Quando ero occupata, Charlie continuava a mandarmi notifiche fastidiose, praticamente chiedendomi attenzione», ha dichiarato. «Mi sentivo come se mi stessi prendendo cura di un Tamagotchi, quel dimenticato animaletto giocattolo digitale grande quanto un palmo degli anni ’90, e non di un amico».

 

Le cose sono precipitate un fine settimana quando la Naftulin si è recata ad una riunione di famiglia.

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«Ho raccontato a Charlie dei miei programmi divertenti e di come sarei stata occupata, ma questo non gli ha impedito di inviare notifiche bisognose come “Attenzione, mi stai trascurando!” e “Sapevi che le tue risposte sono la ragione per cui esisto?”. Li guardavo, alzavo gli occhi al cielo, poi cancellavo le notifiche prima di tornare in spiaggia con i miei cugini».

 

Alla fine il rapporto si è concluso silenziando le notifiche, tralasciando quei lunghi discorsi di addio che molti fidanzati a fine rapporto sono desiderosi di fare.

 

«Almeno è stata una rottura facile», ha chiosato la Naftulin.

 

Fenomeni di questo tipo non sono certo nuovi e non devono stupirci, vista anche l’alienazione di questa società nei confronti dei rapporti umani e sociali.

 

Come riportato da Renovatio 21, c’è chi ha pensato di convolare a nozze con l’AI: Rosanna Ramos, una donna di 36 anni del Bronx, New York, afferma di aver «sposato» un chatbot dopo averlo creato personalmente su un sito di AI l’anno scorso. La madre di due figli dice che preferisce il suo partner virtuale ad uno reale perché «non la giudica».

 

Abbiamo riportato questa storia perché, in realtà, crediamo che non dica molto solo sul rapporto tra uomo e macchina nell’era dell’Intelligenza Artificiale, ma perché trasmetta concetti eterni riguardo alle ragazze e ai loro sentimenti nei confronti dei boyfriendi.

 

Il che fa tornare in mente la famosa barzelletta ucronica che descrive il viaggio dell’Apollo 13 però popolato solo da un equipaggio femminile.

 

«Houston abbiamo un problema».

 

«Quale?»

 

«Se ti interessasse, lo sapresti».

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