Epidemie
Proteste antilockdown in tutto il mondo
Il 20 marzo, in occasione del primo anniversario dei lockdown del coronavirus per diverse nazioni, i partecipanti alla «marcia mondiale per la libertà» hanno marciato in Canada, Stati Uniti, Uruguay, Argentina, Irlanda, Gran Bretagna, Norvegia, Paesi Bassi, Francia, Belgio, Germania, Italia, Croazia, Serbia, Ucraina, Giappone e Australia e altri paesi, per protestare contro i lockdown, l’obbligo della mascherina e la promozione sempre più coercitiva dei vaccini COVID-19.
Migliaia sono scesi in piazza in Germania.
La Germania, Paese guida UE per i lockdown ad oltranza, possiede di fatto il più alto numero di dissidenti riguardo alle imposizioni sanitarie della crisi.
Anche in Austria, la protesta si è fatta sentire.
In Olanda, la polizia ha usato – ancora una volta – cannoni ad acqua per disperdere la folla dei dimostranti.
In Gran Bretagna, vi sono stati violenti con la polizia per la protesta contro una nuova legge proposta che vieterebbe la protesta pubblica stessa. A Londra la partecipazione alla manifestazione è stata massiva.
A Bristol si sono verificati scontri di particolare violenza che hanno portato al ferimento di un poliziotto.
Una manifestazione turbolenta contro il piano di vaccinazione si è svolta a Melbourne in Australia, già teatro di grotteschi episodi di psicopolizia sanitaria durante il primo lockdown.
Proteste pacifiche si sono svolte in molte altre città, come Toronto, in Canada
In Irlanda la protesta anti-lockdown si è svolta nella tradizionale festa popolare del patrono San Patrizio
In Italia, primo Paese a sperimentale la follia del lockdown, si sono svolte lo scorso sabato manifestazioni in ordine sparso: hanno protestato partite IVA a Salerno e genitori contrari alla Didattica a distanza a Roma, Milano, Venezia, Vicenza e in altre città; altri cittadini hanno indetto un pic-nic di protesta al Parco Sempione di Milano.
Il dramma vero è che di tutte queste e di tante altre proteste avvenute sincronicamente non avrete mai una panoramica completa ed approfondita, perché i media mainstream – i grandi giornali, le grandi emittenti televisive – che pure avrebbero non solo il compito ma anche il danaro (pubblico: il vostro) per informare, si sono ridotti a moltiplicatore della menzogna globale, e propinano da mane a sera una narrativa in cui un pensiero di dissidenza rispetto allo status quo non è solo impensabile, è, in caso, da punire.
Immagine screenshot da YouTube