Pensiero

Persecuzioni anticristiane ovunque. Anche sotto casa

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Leggiamo oramai quasi quotidianamente di attacchi contro i cristiani in ogni parte del mondo.

 

Il continente africano è sicuramente tra i più colpiti dalla barbarie anticristiana. Prendiamo la Nigeria, ad esempio, dove l’anno passato uomini armati di AK-47 ed esplosivi hanno attaccato i cattolici che assistevano alla messa nella chiesa di San Francesco a Owo. Gli aggressori dopo aver fatto esplodere una bomba vicino all’altare, hanno metodicamente sparato sui fedeli che cercavano di fuggire dall’edificio. Stesso discorso in Burkina Faso

 

Qualche denuncia per segnalare e condannare questi atti di vera e propria persecuzione esiste. Nel nord della Nigeria la gerarchia cattolica denuncia le estorsioni di cui i cristiani sono le prime vittime da parte degli islamisti. In alcuni Stati, le autorità impongono la sharia e arrivano al punto di impedire ai cristiani di insegnare la loro fede e praticarla.

 

Per non parlare della terra dove ha vissuto nostro Signore, anch’essa scenario di atrocità, violenze e repressioni estremamente preoccupanti con spari contro una scuola e un convento delle francescane, raid di uomini mascherati all’istituto delle salesiane con richiesta di convertirsi ed interrompendo la messa con la richiesta di recitare il Corano. 

 

La lista potrebbe allungarsi in maniera consistente, ma possiamo fermarci qua per il momento.

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A noi appaiono come fenomeni distanti, in terre che molti nemmeno sognano di poter andare, ma dovremmo porre l’attenzione a quello che ci succede sotto casa, nelle nostre città, nella nostra parrocchia. Questi fenomeni di violenza estrema sono rarissimi in Italia, ma ci sono tanti piccoli e apparentemente insignificanti atteggiamenti che violentano quotidianamente la nostra Fede e la nostra religione. 

 

Ho scritto su Renovatio 21 della maleducazione e insipienza dei turisti che allegramente visitano le chiese con assoluta noncuranza della celebrazione, ma osserviamo anche scolaresche che entrano in chiesa per visite turistiche durante la Santa Messa con i professori che nemmeno si degnano di richiamare gli alunni a un atteggiamento serio e rispettoso. 

 

Mi capita sovente di recarmi a Bologna e sotto i portici, specie nella zona universitaria, possiamo notare graffiti che imbrattano le mura delle chiese, giovani che bivaccano in prossimità di luoghi sacri con la loro musica, tracannando birre e fumando spinelli. 

 

Ai lati delle strade o ai piedi di qualche condominio, ci sono immagini della Madonna completamente abbandonate a loro stesse, sporche, con i fiori secchi oppure sono poste dietro a delle grate di ferro che ne oscurano la visibilità. 

 

Ma fatti ancora più inquietanti succedono senza che molti di noi se ne accorgano o ci prestino l’attenzione adeguata. Mesi fa, nella mia Perugia è stata devastata una chiesa e rubato un crocefisso del 1700. Il primo pensiero è stato quello del furto di oggetti sacri, ma in realtà sembrerebbe a tutti gli effetti un atto sacrilego.

 

L’antico e prezioso crocifisso fu rinvenuto diverse ore dopo all’interno di un cassonetto della spazzatura visibilmente danneggiato in alcune sue parti.

 

Considerando il luogo in cui è stato ritrovato il crocifisso e anche il modo «a sfregio» in cui sono stati ritrovati alcuni oggetti, non si fa fatica a credere che sia stato un atto deliberato contro il Sacro.

 

Passando alla nostra vita sui social, leggiamo post conditi da bestemmie o con frasi apertamente offensive nei confronti della nostra religione e di nostro Signore. Allo «scanner inquisitorio» dello Zuckenberg, questo deliberato vilipendio alla religione sembra sfuggire, mentre è particolarmente attento a usare la mannaja censoria per oscurare chi parla di argomenti che il sistema non vuole dibattere: la retorica sui vaccini, la sospetta origine del COVID, le analisi sulla guerra in Ucraina e via discorrendo.

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Abbiamo visto che chi parla e difende un principio cristiano con autorevolezza, fede, cultura e devozione, viene oscurato da YouTube, come successo a Monsignor Viganò. Per non parlare del nostro sito che ha visto subìto una censura da Facebook con delle conseguenze non di poco conto.

 

Il non rispetto per la Fede è più vicino di quanto noi possiamo immaginare e credo che tutti noi, nel nostro piccolo, dovremmo difendere la nostra religione e il nostro Dio partendo proprio dalla realtà che viviamo e che ci circonda.

 

Finanche nei semplici dibattiti da bar, dove a volte il focus della chiacchierata è proprio il mettere in discussione e banalizzare la Fede, noi non dobbiamo indietreggiare conformandoci al comune pensiero superficiale dal sapore amaro del modernismo ateo o di quella chiesa progressista tanto cara a Bergoglio.

 

Rispettiamo, ma pretendiamo rispetto estremo per la nostra Fede e per nostro Signore.

 

Se ciò ci costa un sacrificio in termini di una presa di posizione intransigente che può anche ledere un rapporto di amicizia o conoscenza, non dobbiamo preoccuparci, perché dobbiamo legittimamente difenderci e difendere la nostra Fede.

 

Francesco Rondolini

 

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Immagine di G.dallorto via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Italy

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