Epidemie

Panico da zero-COVID, immagini drammatiche di cinesi che fuggono dall’IKEA

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Immagini disumane provengono dalla Cina ancora nella morsa della folle politica sanitaria dello zero-COVID.

 

Un video divenuto virale mostra clienti Ikea cinesi ​​in preda al panico mentre il personale cerca di sigillare le porte e chiudere le persone dentro al grane negozio.
Il motivo sarebbe nel fatto gli algoritmi di tracciamento dei contatti, che comandano l’incubo totalitarista bioinformatico cinese, aveva segnalato un bambino di 6 anni che era passato per il punto vendita.

 

 

L’incidente è avvenuto sabato presso la filiale Ikea di Shanghai, la città più grande della Cina con oltre 20 milioni di persone.

 

I video che circolano in rete mostrano i clienti che urlano e spingono per uscire dal negozio mentre il personale di sicurezza si avvicinava per cercare di chiudere loro le porte.

 

Alla fine i clienti sono in grado di farsi strada e fuggire verso la libertà.

 

 

Tuttavia, si tratta di una pia illusione: essi sono stati tracciati e messi in quarantena – o peggio, portati in lager COVID – grazie al sistema di sorveglianza informatica dello Stato cinese.

 

Di fatto, domenica, il vicedirettore della Commissione sanitaria di Shanghai Zhao Dandan ha dichiarato in una conferenza stampa  che il negozio e le immediate vicinanze sarebbero ora sotto una gestione «a circuito chiuso» per due giorni. Le persone all’interno di tale «circuito», ha detto il funzionario della Repubblica Popolare, saranno messe in quarantena in una struttura governativa per due giorni e saranno anche sotto sorveglianza sanitaria per cinque giorni.

 

A Shanghai è ancora fresco il trauma del lockdown da zero-COVID che ha sconvolto i 26 milioni di persone della città, tra lager pandemici, porte di casa sigillate, genitori separati dai figli, animali domestici uccisi in strada, rivolte, droni volanti e robocani che girano per le strade impartendo ordini, urla disperate dai condomini.

 

La politica sanitaria zero-COVID, che prevede il blocco totale di un’area (anche di milioni di persone, anche di un’intera nazione, come la Nuova Zelanda, che un anno fa andò in lockdown per un singolo caso) anche per un singolo caso ha i suoi sostenitori anche in Italia, ad esempio qualche persistente figura nel sistema politico-sanitario nazionale.

 

Per qualche motivo, lo zero-COVID è adottato anche dal presidente cinese Xi Jinping, il cui potere forse traballa a causa di una fronda chiamata, appunto «fazione di Shanghai».

 

Come riportato da Renovatio 21, lo speculatore internazionale George Soros, forse alla sua ultima carica di distruttore di Stati, sta ora attaccando a testa bassa Xi Jinping anche sulla questione dello zero-COVID.

 

 

 

 

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