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Netanyahu rivendica il diritto di attaccare le strutture nucleari iraniane

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Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha risposto ieri alla dichiarazione del capo dell’AIEA Rafael Grossi, in cui l’argentino aveva chiaramente insinuato che eventuali attacchi israeliani contro gli impianti nucleari iraniani sarebbero illegali.

 

«Rafael Grossi è una persona degna che ha fatto un’osservazione indegna», ha detto Netanyahu in risposta alla riunione settimanale del gabinetto. «Fuorilegge da quale legge? L’Iran, che chiede pubblicamente il nostro sterminio, può proteggere le sue armi di distruzione che ci massacreranno?»

 

«Ci è proibito difenderci?» ha continuato l’eterno primo ministro di Israele. «Certo, ci è permesso e, naturalmente, lo stiamo facendo … nulla ci impedirà di proteggere il nostro paese e impedire agli oppressori di distruggere lo Stato Ebraico».

 

La dichiarazione di Grossi è arrivata nel contesto di un accordo firmato dall’AIEA e dall’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran inteso a chiarire le preoccupazioni circa il rispetto da parte dell’Iran del suo accordo di salvaguardia. «Qualsiasi attacco militare agli impianti nucleari è inaccettabile e va contro il diritto internazionale», ha detto Grossi durante un incontro pubblico a Teheran.

 

Come riportato da Renovatio 21, a giugno 2022 Grossi aveva visitato Israele scatenando la protesta dell’Iran.

 

Nel 2021 gli iraniani lamentarono che l’incidente registrato all’impianto nucleare di Natanz era in realtà un attacco terroristico israeliano. Due anni fa vi furono altre esplosioni a centrali nucleari, con il Jerusalem Post a dichiarare che queste potevano «non essere casuali».

 

La ricerca nucleare in Israele invece sta andando avanti. Lo Stato ebraico, secondo quello che è più di un sospetto, disporrebbe di circa 200 testate atomiche non dichiarate e considerate «illegali» da alcuni esperti in diritto internazionale.

 

Negli anni Ottanta, il Mossad attaccò aziende tedesche e svizzere che stavano possibilmente rifornendo di tecnologia atomica Paesi limitrofi a Tel Aviv. Gli israeliani arrivarono a bombardare con i jet il reattore nucleare di Osirak, dell’Iraq di Saddam, che era stato costruito con la cooperazione dei francesi.

 

Da lustri Israele porta avanti un piano di assassinio nei confronti degli scienziati atomici iraniani, alcuni freddati con armi da fuoco, altri con bombe magnetiche messe nella loro auto. Il caso più eclatante fu tuttavia quello del massimo scienziato nucleare del Paese, Mohsen Fakhrizadeh, trucidato da un robot-cecchino dotato di Intelligenza Artificiale teleguidato via satellite da agenti israeliani,

 

Il programma nucleare di Ahmadinejad fu fermato dagli sforzi congiunti dei servizi informatici di USA e Israele in un’operazione chiamata «Olympic Games», che aveva infettato i computer che controllavano le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Secondo il documentario americano Zero Days, che raccoglie anonime testimonianze di hacker di Stato USA, gli israeliani procedettero ad un secondo attacco senza informare gli americani, e come risultato si ebbe il virus Stuxnet, che devastò computer di tuttto il mondo: anche qui, un virus fuggito da un laboratorio.

 

Secondo documenti emersi negli ultimi mesi, negli anni Ottanta il Pentagono stava preparando una guerra nucleare in Iran.

 

 

 

 

Immagine di Foreign and Commonwealth Office via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

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