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Il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica visita Israele, crescono le tensioni con l’Iran

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Cresce la tensione nel sud-ovest asiatico in vista della riunione del Consiglio dei Governatori dell’AIEA che si riunirà a Vienna il 6 giugno.

 

A sollevare problemi a Teheran non è solo l’aspettativa del piano di Gran Bretagna, Francia e Germania (noto come E3) più USA nella riunione una risoluzione anti-Iran, ma anche la visita di ieri del Direttore Generale dell’AIEA Rafael Grossi in Israele.

 

L’ufficio del Primo Ministro israeliano ha affermato che il premier Naftali Bennett ha avvertito Grossi che l’Iran stava portando avanti lo sviluppo di un’arma nucleare ingannando il mondo con «informazioni false e bugie» per nascondere il suo lavoro, ha riportato il quotidiano di Tel Aviv Times of Israel.

 

Il Bennett ha sottolineato la «necessità urgente» di affrontare l’Iran usando «tutti i mezzi» per impedirgli di acquisire armi nucleari, secondo l’ufficio del Primo Ministro.

 

Bennet avrebbe anche chiesto all’AIEA di inviare a Teheran un «messaggio chiaro e inequivocabile» in una prossima riunione del Consiglio dei governatori che si occupa di siti nucleari iraniani non dichiarati.

 

«Bennett ha chiarito che mentre Israele preferisce la diplomazia per negare all’Iran la possibilità di sviluppare armi nucleari, si riserva il diritto di autodifesa e di agire contro l’Iran al fine di bloccare il suo programma nucleare se la comunità internazionale non dovesse riuscire la tempistica pertinente», si legge nella dichiarazione, in un riferimento non molto velato ai preparativi israeliani per un attacco militare al programma nucleare iraniano.

 

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh ha risposto ieri su Twitter, riferendosi all’incontro di Grossi con Bennett:

 


«In quanto uno dei firmatari originali del TNP [Trattato di non proliferazione nucleare], l’Iran invita tutti a fare attenzione all’ulteriore erosione della credibilità dell’AIEA. Nessuno può tacere sul programma di armi nucleari clandestine di Israele e poi rivendicare l’imparzialità e parlare delle attività nucleari pacifiche dell’Iran».

 

Per quanto riguarda la riunione del Consiglio dei governatori dell’AIEA, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha avvertito in una telefonata con il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell che Teheran darà una risposta «proporzionale, efficace e immediata» a qualsiasi mossa politica degli Stati Uniti e della troika europea .

 

Amirabdollahian ha avvertito che qualsiasi azione politica da parte degli Stati Uniti e dell’UE3 all’AIEA «riceverà senza dubbio la reazione proporzionale, efficace e immediata della Repubblica Islamica».

 

Come riportato da Renovatio 21, i negoziati sul nucleare iramiano sono arrivati ad un punto di stallo.

 

Un anno fa gli iraniani lamentarono che l’incidente registrato all’impianto nucleare di Natanz a era in realtà un attacco terroristico israeliano. Due anni fa vi furono altre esplosioni a centrali nucleari, con il Jerusalem Post a dichiarare che queste potevano «non essere casuali».

 

La ricerca nucleare in Israele invece sta andando avanti.

 

Lo Stato ebraico, secondo quello che è più di un sospetto, disporrebbe di circa 200 testate atomiche non dichiare e considerate «illegali» da alcuni esperti in diritto internazionale.

 

Negli anni Ottanta, il Mossad attaccò aziende tedesche e svizzere che stavano possibilmente rifornendo di tecnologia atomica Paesi limitrofi a Tel Aviv. Gli israeliani arrivarono a bombardare con i jet il reattore nucleare di Osirak, dell’Iraq di Saddam, che era stato costruito con la cooperazione dei francesi.

 

Da lustri Israele porta avanti un piano di assassinio nei confronti degli scienziati atomici iraniani, alcuni freddati con armi da fuoco, altri con bombe magnetiche messe nella loro auto.

 

Il caso più eclatante fu tuttavia quello del massimo scienziato nucleare del Paese, Mohsen Fakhrizadeh, trucidato da un robot-cecchino dotato di Intelligenza Artificiale teleguidato via satellite da agenti israeliani,

 

Il programma nucleare di Ahmadinejad fu fermato dagli sforzi congiunti dei servizi informatici di USA e Israele in un’operazione chiamata «Olympic Games», che aveva infettato i computer che controllavano le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Secondo il documentario americano Zero Days, che raccoglie anonime testimonianze di hacker di Stato USA, gli israeliani procedettero ad un secondo attacco senza informare gli americani, e come risultato si ebbe il virus Stuxnet, che devastò computer di tuttto il mondo: anche qui, un virus fuggito da un laboratorio.

 

Secondo documenti emersi negli ultimi mesi, negli anni Ottanta il Pentagono stava preparando una guerra nucleare in Iran.

 

 

 

Immagine di IAEA Imagebank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

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