Ospedale
Negli ospedali australiani i ricoverati COVID completamente vaccinati superano i non vaccinati
Per la prima volta, lo Stato australiano del Nuovo Galles del Sud ha visto più pazienti completamente vaccinati ricoverati in ospedale con COVID-19 rispetto al numero di pazienti non vaccinati.
I dati pubblicati dalla COVID-19 Critical Intelligence Unit del governo dello Stato hanno rivelato che al 9 gennaio, il 68,9% dei pazienti COVID-19 di età pari o superiore a 12 anni negli ospedali aveva due dosi del vaccino , contro il 28,8% non vaccinato. Si tratterebbe di un ribaltamento speculare rispetto alla situazione in Italia come da Mario Draghi nella conferenza stampa di questa settimana, dove il primo ministri ha dichiarato che i due terzi nelle terapie intensive sono non vaccinati (come noto, Draghi ha aggiunto sobriamente che «i nostri problemi dipendono dai non vaccinati»).
Riguardo alle terapie intensive nello specifico, secondo i dati australiani, il numero di pazienti vaccinati a doppia dose che necessitano di Intensive Care ha superato quello dei non vaccinati, con il 50,3% dei vaccinati che si sono presentati in terapia intensiva con COVID-19, più del 49,1% non vaccinati.
Si noti che la popolazione del Nuovo Galles del Sud è ampiamente sierizzata: secondo NSW Health, il 95,1% delle persone di età pari o superiore a 16 anni ha ricevuto la prima dose di un vaccino COVID-19 e il 93,7% ha ricevuto due dosi all’11 gennaio.
Across NSW, 95.1 per cent of people aged 16 and over have received a first dose of a COVID-19 vaccine, and 93.7 per cent have received two doses to Tuesday 11 January. pic.twitter.com/EYDw8LNWB6
— NSW Health (@NSWHealth) January 13, 2022
La scorsa estate il Nuovo Galles del Sud si era distinto per la proposta del carcere per i cittadini entrati in un’attività commerciale senza il pass vaccinale.
In una rincorsa all’assurdo più plateale, il capo della Sanità dello Stato del Nuovo Galles aveva quindi pubblicamente scoraggiato le conversazioni tra conoscenti.
A Sydney, la capitale dello Stato, lo scorso luglio sono stati mobilitati i militari per le strade allo scopo di far rispettare il lockdown draconiano COVID-19 del Paese, secondo la fallimentare politica dello «Zero COVID» che ora stiamo vedendo, nei suoi effetti più nefasti, in Cina.