Bioetica
Madre incinta di 6 mesi muore dopo che il marito l’avrebbe costretta a prendere la pillola abortiva
Una giovane madre in India è morta dopo che il marito l’avrebbe costretta ad assumere la pillola abortiva, presumibilmente a causa di una credenza superstiziosa secondo cui la gravidanza interferirebbe con i rituali di inaugurazione della casa.
«Pravallika», 23 anni, era incinta di sei mesi quando ha sofferto di una forte emorragia ed è morta a seguito di un presunto aborto forzato nel distretto di Adilabad, Telangana, sabato. Suo marito, S. Prashant, è accusato dalla famiglia di averle somministrato le pillole contro la sua volontà e di essere poi fuggito.
Secondo la denuncia alla polizia presentata dal fratello, Pravallika aveva assunto le pillole sotto pressione da parte di Prashant, il quale sosteneva che la gravidanza avrebbe interferito con le cerimonie religiose della loro nuova casa.
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I parenti di Pravallika affermano che egli fosse convinto che una donna non dovesse rimanere incinta durante i riti di inaugurazione della casa, noti come Griha Pravesh. Fonti online, come Housing.com di Mumbai, ribadiscono questo divieto, sebbene non sia una regola assoluta.
Pravallika è stata inizialmente curata presso il Rajiv Gandhi Institute of Medical Sciences di Adilabad, ma è stata trasferita al Gandhi Hospital di Secunderabad quando le sue condizioni sono peggiorate. È morta sabato sera.
Le autorità hanno registrato un caso ai sensi dell’articolo 90 del Bharatiya Nyaya Sanhita (codice giudiziario indiano), che riguarda gli aborti spontanei fatali. Pravallika lascia un figlio di due anni. Suo marito, Prashant, è ancora latitante.
La polizia afferma di stare ancora cercando di capire quali pillole siano state usate e se ci sia stata coercizione, ma i parenti sostengono che le siano stati somministrati i farmaci abortivi senza il consenso informato. È in attesa di un rapporto autoptico.
La pillola abortiva gode di ampio sostegno da parte dei politici di tutto il mondo, tra cui il vicepresidente cattolico degli Stati Uniti J.D. Vance. Tuttavia, sebbene consentano di praticare l’aborto in casa e senza una costosa supervisione medica, vi è una crescente consapevolezza che facilitano l’aborto forzato da parte di partner, genitori o altre parti violente.
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