Economia

Macron sacrifica le pensioni all’altare del rating

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Macron non arretra sulla riforma delle pensioni nonostante la protesta che incendia il Paese da giorni. Il compito del presidente, ex banchiere d’affari presso la Banca Rothschild, sarebbe quello di tranquillizzare le agenzie di rating, che potrebbero degradare la Francia con un giudizio negativo.

 

La brutale distruzione di una parte fondamentale dello stato sociale francese del dopoguerra, una pensione decente, è considerata il sanguinoso sacrificio necessario per mantenere la fiducia del mercato e convincere le agenzie di rating che ora minacciano di abbassare il rating del credito della Francia.

 

Secondo Standard&Poor’s Parigi merita un AA, per Moodys invece il rating è AA2.

 

Il vero problema che il presidente non ha il coraggio di affrontare è l’impatto sull’economia francese di una politica energetica nazionale incredibilmente pasticciata e delle sanzioni occidentali contro Russia, Cina e altre nazioni.

 

 

Le Monde riferisce che «l’impennata dei prezzi del gas, del petrolio e delle materie prime ha portato il deficit commerciale francese a quasi raddoppiare nel 2022 a 164 miliardi di euro, secondo i dati pubblicati martedì 7 febbraio dal ministero francese per l’Europa e gli affari esteri, il più grande deficit dalla seconda guerra mondiale».

 

 

«Avevamo a che fare con una situazione eccezionale nel 2022», afferma il ministro francese del Commercio estero Olivier Becht. «Abbiamo dovuto importare elettricità per compensare il fatto che molti reattori nucleari erano in manutenzione», ha detto. «E l’impatto [della guerra] in Ucraina ha portato alle stelle i prezzi del gas e del petrolio, che a volte sono raddoppiati o addirittura triplicati».

 

 

Renovatio 21 aveva riportato della crisi di circa metà dei reattori nucleari francesi ancora sei mesi fa. Già a gennaio, Renovatio 21 aveva riferito di una strana serie di «danni inaspettati» e riparazioni alle centrali atomiche francesi.

 

Il Wall Street Journal una diecina di giorni fa aveva riportato crepe inaspettate negli impianti di dozzine di reattori nucleari francesi.

 

 

La EDF, tornata da pochissimo sotto il controllo dello Stato, ha poi bizzarramente rifiutato la proposta del governo di Londra di procrastinare la dismissione programmata della centrale atomica inglese di Hinkley Point B, di proprietà del colosso statale francese.

 

L’estate scorsa era emerso come i francesi stessero cercando di mantenere in funzione le centrali nucleari nonostante l’ondata di caldo, che non assicurava acque di temperatura sufficientemente bassa per il sistema di raffreddamento dei reattori.

 

L’Italia dipende dall’elettricità francese per il 6%. Ha destato scalpore la possibilità che la Francia possa chiudere il rubinetto dell’energia per l’Italia, mandando potenzialmente la rete elettrica italiana o parte di essa in blackout.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Banca di Francia si disse preoccupata per la recessione che si prospetta per l’economia del Paese, dove sono stati lanciati allarmi per possibili blackoutLe Figaro due settimane fa ha ipotizzato pure uno stop dell’industria alimentare nazionale.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

 

 

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