Geopolitica

Lukashenko dice che Prigozhin è in Russia. La Germania ha registrato le loro telefonate

Pubblicato

il

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha affermato davanti ai giornalisti che il capo del gruppo Wagner Evgenij Prigozhin è tornato in Russia.

 

«Per quanto ne so, i wagneriani, che sono ottimi combattenti, sono nelle loro basi permanenti dove si trovavano dopo il ritiro dal fronte per il recupero, le cure mediche e così via. Questa è una rotazione regolare per una guerra del genere. Dopo Bakhmut, sono stati portati nelle loro basi, ed è qui che si trovano oggi», ha detto il presidente bielorusso, come riferisce l’agenzia di stampa bielorussa BelTA.

 

«Per quanto riguarda Yevgeny Prigozhin, è a San Pietroburgo», ha affermato Lukashenko. «Dov’era stamattina?» Forse è andato a Mosca o in qualche altro posto. Ma non è in Bielorussia».

 

La notizia ha fatto il giro del mondo, specie quando dalla Russia stanno uscendo immagini bizzarre del raid delle forze russe nella sontuosa magione di Prigozhin a San Pietroburgo (con armi, alligatori, piscine interne, lingotti d’oro) unite a foto dei travestimenti dell’uomo, tra parrucche e barbe finte del caso: c’è il Prigozhin «ceceno», il Prigozhin «intellettuale», il Prigozhin «cubano», il Prigozhin stile Gheddafi e via così, per la gioia della rete.

 

 

Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, quando gli è stato chiesto delle osservazioni di Lukashenko, ha detto ai giornalisti che le dichiarazioni rilasciate sia dal presidente russo Vladimir Putin che da Lukashenko durante la rivolta del 24 giugno guidata da Prigozhin sono ancora valide. Tra le altre cose, Putin ha definito la ribellione di Prigozhin un tradimento sia del popolo russo che delle truppe che combattono in prima linea contro le forze ucraine.

 

Parlando del Prigozhin, Peskov ha anche detto: «no, non stiamo monitorando dove si trovi, non abbiamo possibilità e desideri farlo».

 

Ieri il gruppo mediatico tedesco ARD ha dichiarato che il servizio di intelligence federale tedesco (BND) avrebbe intercettato le comunicazioni tra il Lukashenko e il Prigozhin. I due hanno tenuto colloqui telefonici che hanno posto fine alla ribellione della compagnia militare privata in Russia alla fine di giugno.

 

Le spie di Berlino hanno appreso del ruolo di mediatore di Lukashenko e sono state in grado di seguire le discussioni utilizzando «le proprie fonti», ha riferito ARD, citando le indagini delle emittenti NDR e WDR, che fanno parte del gruppo dei media.

 

Il BND «apparentemente ha assistito alla conversazione cruciale», affermano i rapporti, sebbene non abbiano rivelato alcuna nuova informazione sui colloqui che non fosse già stata rivelata dallo stesso Lukashenko.

 

Un portavoce del BND ha rifiutato di commentare l’affermazione, affermando che l’agenzia «generalmente non commenta pubblicamente questioni relative a scoperte o attività di Intelligence», non confermando né smentendo l’informazione. I resoconti dei media hanno recentemente suggerito che i servizi di Intelligence germanici non avevano informato il governo Scholz dell’ammutinamento fino a quando non era in pieno svolgimento, quando i combattenti Wagner avevano già preso il controllo di parti della città di Rostov sul Don e stavano marciando verso Mosca.

 

Il gruppo di media tedesco ha anche riferito che il BND aveva violato le comunicazioni interne di Wagner lo scorso anno ed era «abbastanza ben informato» sui suoi meccanismi interni. Quelle intercettazioni sarebbero state rivelate a Mosca da un dipendente identificato come Carsten L., che è attualmente accusato di tradimento in Germania.

 

Secondo ARD, tuttavia, il BND aveva visto «vaghe indicazioni» che la compagnia militare privata stesse tramando una rivolta circa una settimana prima che si verificasse.

 

Come riportato da Renovatio 21, gli americani, invece, pare avessero già informazioni sull’imminente rivolta Wagner.

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version