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L’Ucraina respinge il tentativo di pace vaticano. Non è una sorpresa

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L’unica fine del conflitto che Kiev considera accettabile è la «formula di pace» ucraina, ha ribadito ieri il presidente Volodymyr Zelens’kyj all’inviato della Santa Sede, il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, in un incontro nella capitale ucraina.

 

«L’Ucraina accoglie con favore la volontà di altri Stati e partner di trovare modi per raggiungere la pace, ma poiché la guerra è sul nostro territorio, la formula per raggiungere la pace non può che essere ucraina», ha detto Zelens’kyj dopo aver incontrato l’emissario pontificio a Kiev.

 

Il presidente ucraino ha aggiunto di aver discusso della situazione in Ucraina e della cooperazione umanitaria con il Vaticano «nel quadro della formula di pace ucraina», e ha esortato la Santa Sede a unirsi agli sforzi per fare pressione sulla Russia.

 

Zuppi è arrivato in Ucraina lunedì, in quella che il Vaticano ha definito una «ricerca di vie per una pace giusta e duratura». Oltre a Zelensky, il cardinale ha incontrato altri funzionari ucraini, tra cui il commissario parlamentare per i diritti umani Dmitry Lubinets.

 

«I risultati di tali colloqui, come quelli con i rappresentanti religiosi, nonché l’esperienza diretta dell’atroce sofferenza del popolo ucraino a causa della guerra in corso – scrive in un comunicato il presidente CEI – verranno portati all’attenzione del Santo Padre e saranno senz’altro utili per valutare i passi da continuare a compiere sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per una pace giusta e duratura».

 

Questa è la seconda volta nel giro di poche settimane che lo Zelens’kyj rifiuta un’offerta del papato per mediare nel conflitto con la Russia. Dopo l’incontro con il pontefice in Vaticano il mese scorso, il presidente ucraino aveva dichiarato ai media italiani che Kiev è interessata solo alla propria visione di pace.

 

«Con tutto il rispetto per Sua Santità, noi non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta», aveva detto Zelensky a Bruno Vespa. L’unico piano di pace è solo quello «ucraino», e il papa deve «unirsi alla sua attuazione». Insomma: Roma e Mosca si sottomettano a Kiev.

 

La «formula di pace» di cui parla il presidente ucraino è un elenco delle richieste rivelate per la prima volta nel novembre 2022, che vanno dal ritiro della Russia da tutti i territori rivendicati dall’Ucraina – inclusi la Crimea e il Donbass – il pagamento delle riparazioni, i processi per crimini di guerra per la leadership russa e l’adesione dell’Ucraina nella NATO.

 

Tutto sembra, questa «formula di pace», tranne che la ricerca di un accordo. Come dovrebbe essere chiaro a tutti, né il presidente-attore di Kiev né i suoi pupari vogliono la pace.

 

Mosca ha di fatto respinto la «piattaforma di pace» di Zelensky come delirante. La Russia comprende che eventuali colloqui di pace non si terranno «con Zelens’kyj, che è un burattino nelle mani dell’Occidente, ma direttamente con i suoi padroni», ha detto il mese scorso ai giornalisti il ​​​​ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

 

Quanto alla diplomazia vaticana, Renovatio 21 ha da subito dubitato di una possibile soluzione negoziata dalla Santa Sede – qualcosa che è sembrato da subito più millantato che realistico, come è stato evidente nelle dichiarazioni del papa sull’aereo che lo riportava dalla visita in Ungheria doveva aveva incontrato brevemente anche Ilarione, un alto religioso ortodosso di simpatie moderniste forse non più centralissimo nel Patriarcato di Mosca.

 

Tutto, in realtà, era già evidente durante la visita a Roma di Zelens’kyj in felpa con simboli banderisti, dove la mancanza di rispetto del papa fu evidente, nemmeno dissimulata.

 

C’è stato un tempo in cui i diplomatici di tutto il mondo si affidavano al Vaticano per risolvere guerre immani.

 

Quella credibilità – tra insulti a gruppi etnici, scuse, svarioni, incompetenza patente – è stata ora completamente dilapidata dal pontificato dell’argentino, il quale però ci tiene a far vedere che lui agisce come un papa, e quindi si preoccupa della pace nel mondo.

 

Lo fa mandando in giro Zuppi, il vescovo felsineo del tortellino pro-islamico, prelato elogiato da certi massoni. Va così.

 

Ecco però che il regime di Kiev non inzuppa. Mica è una sorpresa.

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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