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Lo strano caso della morte dell’olimpico non vax, che però era vaccinato

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Szilveszter Csollany, campione degli anelli delle Olimpiadi di Sydney del 2000, è morto il 24 gennaio scorso mentre era ricoverato in ospedale da dicembre a causa del COVID. Il 51enne ungherese avrebbe passato alcune settimane attaccato al respiratore.

 

Sui giornali internazionali si è scatenata un’impietosa caccia alla strega anti-vaccinista. La testata magiara Blikk, aveva infatti riferito che Csollany aveva «espresso opinioni anti-vaccinazione sui social media».

 

Sky News ha quindi titolato «la medaglia d’oro olimpica anti-vax muore di COVID», con il chiaro suggerimento che la mancata sottomissione dell’atleta al siero mRNA potrebbe aver contribuito alla sua morte.

Csollany aveva «espresso opinioni anti-vaccinazione sui social media»

 

Come nota Summit News, incredibilmente, poche righe dentro all’articolo, si riconosce che «il sei volte medagliato ai Campionati del Mondo era stato vaccinato per permettergli di continuare a lavorare come allenatore di ginnastica».

 

Quindi potrebbe essere che il povero Csollany si fosse pure vaccinato contro la sua volontà, pur di continuare a lavorare; tuttavia, a quanto riportato, non è stato in alcun modo protetto dal morbo.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Ungheria di Orban, che con un manipolo di altri Paesi sta procedendo con la quarta dose nonostante il parere contrario di enti, esperti e Stati, non è esattamente una nazione amica dei non vaccinati: «alla fine tutti si dovranno vaccinare, anche gli anti vax dovranno capire che o ci si vaccina o si muore» aveva detto il premier magiaro, un tempo idolo dei sovranisti.

Poche righe dentro all’articolo, si riconosce che «il sei volte medagliato ai Campionati del Mondo era stato vaccinato per permettergli di continuare a lavorare come allenatore di ginnastica»

 

Non si tratta del primo caso del genere che vediamo, anche in Italia.

 

In un articolo su La Stampa del 6 dicembre 2021 intitolato «Malato di COVID rifiuta le cure e muore in casa a Padova. I vicini: era No Vax» si scriveva della morte di questo signore, definito no vax dai dirimpettai.

 

Ma bisogna leggere oltre i titoli (cosa che, i giornalisti lo sanno, non fa nessuno: scriveva dentro l’articolo il giornale degli Agnelli che «stando a fonti ospedaliere, l’uomo era vaccinato, ad agosto aveva fatto la seconda dose».

 

Abbiamo quindi, anche in Italia, il fenomeno – una contradictio in adiecto vera e propria – del morto no vax sierizzato

In pratica, come nel caso dell’olimpionico appena deceduto, abbiamo qui lo sdoppiamento mediatico: il morto di coronavirus è no vax nei titoli, vaccinato a ciclo completo nel corpo dell’articolo. Abbiamo quindi il fenomeno – una contradictio in adiecto vera e propria – del morto no vax sierizzato.

 

Chissà perché questa schizofrenia. Chissà. Forse perché i giornali non resistono a sputare su non vaccinati, anche se questo costa loro la reputazione (qualcuno che faccia fact checking qui…)?

 

O forse per occultare che di coronavirus muoiono anche i vaccinati, inficiando così la fede nella narrazione obbligata dei vaccini salva-vita?

 

 

 

Immagine screenshot da Youtube

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