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L’India investe nell’informatica quantistica

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L’India si sta muovendo in prima linea nel calcolo quantistico, ha affermato il primo ministro Narendra Modi. Ha parlato all’inaugurazione di tre nuovi supercomputer giovedì.

 

Le nuove macchine sono state costruite nell’ambito della National Supercomputer Mission del governo, lanciata nel 2015. Il progetto da 45 miliardi di rupie (474 milioni di euro) mira a potenziare le capacità del Paese sviluppando una rete di 70 strutture di calcolo ad alte prestazioni, svolgendo un ruolo cruciale nel posizionare l’India come leader nel settore a livello globale, ha affermato Modi.

 

«Nell’era della rivoluzione digitale, la capacità di calcolo sta diventando sinonimo di capacità nazionale», ha affermato il primo ministro durante la cerimonia, a cui ha partecipato tramite videoconferenza. Modi ha inoltre affermato che l’India deve considerare la propria responsabilità di servire l’umanità attraverso la ricerca scientifica.

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Secondo i dati governativi, l’India ha finora sviluppato 28 sistemi con una capacità di elaborazione totale di 24,83 petaflop (PF), superando l’obiettivo iniziale di 15-20 PF.

 

L’ultima aggiunta alla rete lanciata da Modi giovedì include tre supercomputer 1PF PARAM Rudra, costruiti a un costo di 1,3 miliardi di rupie indiane (13,8 milioni di euro), e due sistemi di elaborazione ad alte prestazioni su misura per la ricerca meteorologica e climatica. Saranno distribuiti nelle città di Pune, Delhi e Kolkata per la ricerca scientifica avanzata, ha affermato l’ufficio di Modi.

 

Modi ha sottolineato che, mentre l’India sta facendo progressi nei settori dell’alta tecnologia, si assicurerà anche che la tecnologia dia potere ai poveri.

 

«I supercomputer garantiranno che anche il più piccolo agricoltore abbia accesso alle migliori conoscenze del mondo, aiutandolo a prendere decisioni informate sui propri raccolti. Anche i pescatori che si avventurano in mare ne trarranno beneficio, poiché queste tecnologie ridurranno i rischi e offriranno spunti sui programmi assicurativi», ha aggiunto il premier indiano.

 

La spinta al supercomputing quantistico è parte dello sforzo del governo guidato da Modi per aumentare le capacità nazionali nella tecnologia, tra cui lo sviluppo di modelli di Intelligenza Artificiale nazionali e l’incremento della produzione di chip semiconduttori. Negli ultimi anni, l’India ha anche cercato di fare passi da gigante nel settore spaziale.

 

L’anno scorso, l’India ha introdotto «AIRAWAT», il suo più grande e veloce sistema di Intelligenza Artificiale, con una velocità di 13.170 teraflops. AIRAWAT è tra i quattro sistemi basati in India presenti nella top 500 dei supercomputer globali del 2023.

 

Gli Stati Uniti e la Cina hanno dominato la classifica Top500 per l’ultimo decennio, con più di 100 voci ciascuna. Nella più recente 63a edizione, la classifica è stata guidata dagli Stati Uniti, che hanno aggiunto sette sistemi, portando il totale a 168. Nel frattempo, la Cina è scesa nei numeri da 104 a 80 sistemi.

 

Tuttavia, il Wall Street Journal ha riferito a luglio che gli scienziati cinesi «sono diventati più riservati» e hanno smesso di partecipare al forum TOP500 nel mezzo degli sforzi di Washington per «ostacolare» i progressi tecnologici della Cina.

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Scienziati cinesi, al pari delle varie grandi aziende e università americane che stanno pesantemente investendo nei primi computer quantistici, tre anni fa avevano detto con vanteria di possedere il computer quantistico più potente del mondo.

 

Come riportato da Renovatio 21, gli scienziati di IBM avevano affermato di aver sviluppato un metodo per gestire l’inaffidabilità insita nei processori quantistici, forse fornendo una svolta tanto attesa per rendere i computer quantistici pratici quanto quelli convenzionali.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’avvento dell’era dei computer quantistici sta già creando effetti bizzarri, anche se siamo lontani dall’avere la tecnologia funzionale e implementata.

 

Stiamo assistendo ad esempio al furto di dati crittografati da parte degli hacker in quelli che vengono chiamati «post-quantum attack»: in pratica rubano i dati oggi per poterli decrittare un domani grazie ai poteri impressionanti dei processori quantistici, con i quali, si dice, nessuna password sarà più al sicuro – ciò che è definibile come una vera «Apocalisse quantistica».

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