Pensiero

Lettera a due amici in prima linea

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Pubblichiamo questa lettera del collaboratore di Renovatio 21 Alessandro Corsini, che scrive a una coppia di sanitari nostri sostenitori che ha appena perso il lavoro a causa del rifiuto di sottoporsi al vaccino.

 

 

 

Cari amici miei, compagni di tante battaglie,

 

 

Come va in prima linea?

 

Qui dalla nostra posizione, al momento più riparata, si sentono in lontananza tanti spari, sembra di sentire grida disperate che graffiano i nostri cuori, facendoci quasi sperare di essere inviati nella mischia per potervi sostenere.

 

Viviamo in una guerra terribile e voi la state combattendo sin dai suoi primi istanti faccia a faccia con il nemico, come dovrebbe sempre fare una prima linea che si rispetti; con voi intendo medici, infermieri, OSS che in maniera ammirevole ed eroica avete imbracciato per primi, fieramente, senza esitazioni, le armi dell’obiezione di coscienza di fronte all’obbligo satanico dell’inoculazione sperimentale; della rettitudine morale, al cospetto di una evidente cooperazione al male dalle conseguenze nefaste per le anime; e del coraggio, come reazione ad un Moloch affamato, smanioso di divenire sovrano dei corpi di miliardi di esseri umani.

 

Di solito, in prima linea, si mandano i combattenti più sacrificabili utili solo a preparare il campo per gli altri nelle retrovie, anche per noi che siamo qui ad ammirarvi da lontano.

 

Tranquilli, tra poco la seconda linea, composta dagli insegnanti, quelli bravi, verrà a darvi manforte, e poi, chissà, tra non molto potremmo rivederci e combattere di nuovo fianco a fianco, come ai tempi delle battaglie per le scuole dei nostri figli.

 

Purtroppo non tutti coloro che sarebbero chiamati a combattere e ad aiutarvi hanno onorato questi giorni di sacrificio: come in ogni guerra, i buoni non si devono preoccupare solo delle minacce provenienti dalle file del nemico, ma ahimè, anche dai tradimenti, dall’indifferenza e dall’inettitudine dei propri commilitoni.

 

Cari amici, mentre voi siete lì in trincea, sotto le bombe di un lavoro perso ingiustamente sotto un vile ricatto che mette a repentaglio la vostra vita e quella dei vostri figli, c’è chi questa guerra non la sta nemmeno combattendo, e forse neanche si è accorto sia iniziata

Ebbene sì cari amici, mentre voi siete lì in trincea, sotto le bombe di un lavoro perso ingiustamente sotto un vile ricatto che mette a repentaglio la vostra vita e quella dei vostri figli, c’è chi questa guerra non la sta nemmeno combattendo, e forse neanche si è accorto sia iniziata: ci sono i vigliacchi, coloro che per una vita, a parole, da cristiani ipocriti, hanno rivendicato una superiorità morale rispetto agli altri fratelli, riempiendosi la bocca di concetti che nemmeno comprendono, come per esempio il più inflazionato «salviamo il seme della Fede», non capendo che l’unico modo per salvarlo sarà sempre il sacrificio, anche estremo se richiesto.

 

«Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà» (Mt 16, 25).

 

«Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gio 12, 24).

 

Come padri e madri di famiglia, cosa lasceremmo in eredità ai nostri figli, se non fossimo fedeli e coerenti sino alla fine di fronte a principi morali assoluti quali l’inviolabilità della vita umana, palesemente stuprata da un’atroce filiera farmaceutica, assetata di sangue innocente sia nella sua origine che nel suo obiettivo finale?

 

Quale insegnamento potrà mai dare ai propri figli, un padre di famiglia, sempre dichiaratosi contro l’aborto, ed ora cedevole nel farsi inoculare con un siero macchiato di sangue innocente?

Poi ci sono i «disertori», coloro cioè che sarebbero fondamentali nel sostenerci nella buona battaglia ma che nel momento del bisogno sono letteralmente spariti

 

Ci sono le anime belle, coloro che non si sono accorte nemmeno che una guerra decisiva sia iniziata, figuriamoci se saranno mai disposte a combatterla: costoro si sono contaminati talmente tanto con il mondo, da aver perso irrimediabilmente la percezione del bene e del male.

 

Essi non si indignano più per nulla, il loro spirito critico è piegato su se stesso, anestetizzato da anni di compromessi e di adattamento al «male minore».

 

Queste figure, apparentemente buone, sostenitrici convinte della non belligeranza col mondo, nemmeno ora, con lo svelarsi nel piano del nemico di odiose pratiche ricattatorie e delle tragiche conseguenze sulla salute delle «cavie» degli inutili sieri sperimentali, sono in grado di vedere, di interrogarsi, di mettersi in discussione lasciandosi alle spalle false certezze omologanti diventate per loro il nuovo «decalogo».

 

Ci sono gli inetti, persone che pur avendo parlato per anni di ciò che sarebbe accaduto, di come il Male sarebbe arrivato alla resa dei conti con il «piccolo resto» di combattenti, al presentarsi reale della prova, ne rimangono pietrificati.

 

Anni di convegni, di apparente controinformazione, pagine e pagine di articoli, di saggi e di conferenze, per poi accorgersi di essere incatenati alla comodità del non schierarsi mai. Dietro alla tendenza spocchiosa e da «figli di papà» del sentirsi sempre super partes, «non siamo né guelfi né ghibellini» dicono dall’alto della loro saccenza, è evidente come emerga la totale mancanza di una spinta propulsiva, assorbita da situazioni di comodo a cui non rinuncerebbero per nulla al mondo, veri e propri idoli cui sacrificare la propria libertà, la propria intelligenza e la propria coscienza: l’amicizia di comodo, il quieto vivere famigliare, il prestigio sociale, il rispetto umano, una buona posizione lavorativa.

 

Queste figure somigliano in modo impressionante al giovane ricco del Vangelo che chiese a Gesù:

 

«“Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?” Gesù gli rispose: “Perché m’interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. “Quali?” gli chiese. E Gesù rispose: “Questi: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso”. E il giovane a lui: “Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?” Gesù gli disse: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi”. Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni». (Mt 19,16-30)

 

Poi ci sono i «disertori», coloro cioè che sarebbero fondamentali nel sostenerci nella buona battaglia ma che nel momento del bisogno sono letteralmente spariti: e qui duole dirlo ma l’assenza di guide spirituali forti e coraggiose, tranne in rarissimi casi, si è fatta sentire, soprattutto tra gli «intoccabili» tradizionalisti.

 

Com’è possibile che tante famiglie si trovino in prima fila a combattere nella difesa di ciò che è rimasto di più sacro sguarnite del sostegno morale e spirituale di santi sacerdoti, i quali, addirittura tra gli insospettabili, sono stati spesso occasione di scandalo per i fedeli stessi?

 

Disertori: i loro continui silenzi ci parlano di pastori completamente distaccati dalla realtà, che non esortano più a vivere con virilità e radicalità le virtù cristiane (che voi in prima linea state eroicamente testimoniando già oggi, mentre vi sto scrivendo questa lettera).

 

Non ci capiscono, vedete, non comprendono più la nostra radicalità, la nostra fermezza e la nostra testardaggine: non lo possono fare perché non ci hanno seguito sul campo di battaglia in questi duri anni post legge Lorenzin (2017) che ci hanno portato fino a questo punto.

 

Noi già da anni viviamo la «segregazione razziale» dei nostri figli, essendo stati obiettori della prima ora; già da anni conoscevamo la Necrocultura che sta alla base della follia sanitaria in atto

Noi già da anni viviamo la «segregazione razziale» dei nostri figli, essendo stati obiettori della prima ora; già da anni conoscevamo la Necrocultura che sta alla base della follia sanitaria in atto.

 

La considerazione amara, che vale non solo per i sacerdoti bensì per gran parte dell’intellighenzia cattolica, è che il vuoto lasciato dai disertori, si è riempito con personalità provenienti da ambienti totalmente estranei alla Chiesa – davvero «i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» perché «non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21).

 

Sta tutto qua vedete, e voi che siete laggiù a soffrire sotto il fuoco nemico lo sapete meglio di me; la differenza sta tutta tra l’esserci e il non esserci, tra il riconoscere i segni dei tempi e percorrere la strada che Dio ci presenta, occasione, chissà, di santificazione personale, e il voler privarsi di tutto questo, nascondendosi dietro a una falsa idea di Fede, legalista, calcolatrice, in poche parole farisaica.

 

Cosa farebbe Gesù al nostro posto? Sarebbe in prima linea con voi cari medici, infermieri e OSS assetati di giustizia, sostenendovi davanti al sinedrio della nuova falsa religione scientista, stringendo forte le vostre mani che per anni hanno a loro volta stretto milioni di mani di anziani, bisognosi e malati a cui voi, consapevolmente o inconsapevolmente avete portato Cristo

Non dobbiamo nasconderci dietro la sterile e cinica idea di liceità di un atto morale, questo non farebbe altro che trasformare la nostra vita in un insieme di azioni meccaniche esteriori lontane anni luce dal nostro cuore, dove Dio da sempre vuole abitare e in cui vuole essere da noi adorato; bensì dobbiamo chiederci se compiendo quell’atto, quell’azione, noi rendiamo o meno servizio e gloria a Dio stesso, arrivando a pensare cosa Gesù avrebbe fatto al nostro posto.

 

E cosa farebbe Gesù al nostro posto? Sarebbe in prima linea con voi cari medici, infermieri e OSS assetati di giustizia, sostenendovi davanti al sinedrio della nuova falsa religione scientista, stringendo forte le vostre mani che per anni hanno a loro volta stretto milioni di mani di anziani, bisognosi e malati a cui voi, consapevolmente o inconsapevolmente avete portato Cristo.

 

Resistete laggiù in prima linea, cari amici, stiamo arrivando anche noi, e non vi lasceremo soli!

 

Dedicato a C. e M. (e ai loro splendidi bambini)

 

 

Alessandro Corsini

 

 

 

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