Geopolitica

La Svizzera interviene per fermare la riesportazione di munizioni di fabbricazione svizzera in Ucraina

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L’edizione domenicale Sonntags Zeitung del quotidiano svizzero Tagesanzeiger ha riferito oggi che il governo svizzero ha posto il veto a consentire ad altri Paesi di riesportare munizioni di fabbricazione svizzera utilizzate nei veicoli da combattimento della fanteria Marder che Kiev vorrebbe ottenere. Lo riporta Reuters.

 

Il quotidiano ha citato un portavoce della Segreteria di Stato svizzera per gli affari economici (SECO), che aveva ricevuto due richieste dalla Germania in merito al trasferimento delle munizioni ricevute dalla Svizzera all’Ucraina, e ha espresso un deciso «no» a tali richieste, citando la neutralità svizzera e i criteri di rigetto obbligatori della legislazione sul materiale bellico.

 

La Svizzera ha anche respinto la richiesta della Polonia il mese scorso di riesportare armi in Ucraina.

 

Nonostante la Svizzera si sia piegata alle pressioni per adottare le sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia, essa ha affermato con forza il suo diritto sovrano di Paese neutrale a negare l’invio di armi nelle zone di conflitto.

 

Nel frattempo, proseguono invece dichiarazioni di traffico di armi da parte dei Paesi NATO partner commerciali della Russia.

 

Alcuni carichi sarebbero stati intercettati e distrutte dalla forze russe.

 

Questo ritorno della Svizzera alla sua politica secolare potrebbe essere un timido segno del ristabilirsi della sanità mentale presso le relazioni internazionali, oramai arrivati ad una demenza più abissale di quella del senile Joe Biden.

 

 

 

 

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