Geopolitica

La strategia dell’Ucraina lascia l’Occidente «perplesso»

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La controffensiva dell’Ucraina fatica perché alcune delle migliori truppe di Kiev sono «nei posti sbagliati», scrive un articolo del New York Times che cita alti funzionari statunitensi e britannici che hanno parlato a condizione di anonimato.

 

L’obiettivo principale di Kiev è raggiungere il Mar d’Azov, isolando la Crimea dalla terraferma russa. Eppure, secondo il Times, l’Ucraina attualmente ha più truppe sul fronte orientale – di fronte a Bakhmut – che nel Sud «molto più strategicamente significativo».

 

«I pianificatori americani hanno consigliato all’Ucraina di concentrarsi sul fronte in direzione di Melitopol’… e di perforare i campi minati russi e altre difese, anche se gli ucraini perdessero più soldati ed equipaggiamenti nel processo», ha affermato il giornale.

 

Il ministero della Difesa russo ha stimato che l’Ucraina abbia perso 45.000 morti e oltre 5.000 veicoli negli ultimi due mesi di combattimenti, senza penetrare le difese russe.

 

«Solo con un cambio di tattica e una mossa drammatica il ritmo della controffensiva potrà cambiare», ha detto al NYT un funzionario americano, mentre altre fonti citate nell’articolo sostengono che anche questo potrebbe essere troppo poco e troppo tardi.

 

L’insistenza di Kiev nel mantenere una grande forza a est lascia particolarmente «sconcertati» ai funzionari americani e britannici, poiché la dottrina occidentale richiede l’impegno per un chiaro sforzo principale. Sostengono che una forza più piccola potrebbe servire a bloccare i difensori russi, e mentre l’Ucraina teoricamente ha abbastanza truppe per riprendere Bakhmut, farlo «porterebbe a un gran numero di perdite con poco guadagno strategico».

 

Il generale Mark Milley, presidente dei capi di stato maggiore congiunti degli Stati Uniti, il suo omologo britannico, l’ammiraglio Sir Tony Radakin, e il comandante supremo alleato in Europa della NATO Christopher Cavoli hanno tutti esortato il generale ucraino Valery Zaluzhny a concentrarsi sul fronte meridionale in un appello del 10 agosto, riporta il quotidiano di Nuova York. Il generale Zaluzhny presumibilmente, secondo quanto scritto, sarebbe stato d’accordo.

 

Solo cinque giorni dopo, tuttavia, il presidente ucraino Zelens’kyj stava visitando il «settore Soledar» vicino a Bakhmut, visitando il Battaglione Azov e parlando dell’importanza del fronte orientale, riporta RT.

 

Secondo il Times, l’Ucraina ha iniziato a ridistribuire alcune unità a Sud, ma «anche le unità più esperte sono state ricostituite più volte dopo aver subito pesanti perdite».

 

Kiev sta attualmente «attingendo alle sue ultime riserve strategiche», e anonimi analisti occidentali temono che le forze ucraine «potrebbero esaurirsi» entro metà settembre, anche prima che un cambiamento del tempo trasformi il terreno in un fango impraticabile, scrive il giornale neoeboraceno.

 

La testata americana quindi osserva che le critiche statunitensi provengono dal punto di vista di ufficiali «che non hanno mai vissuto una guerra di questa portata e intensità» e che la dottrina di guerra statunitense «non è mai stata messa alla prova in un ambiente come quello dell’Ucraina, dove la guerra elettronica russa blocca le comunicazioni e il GPS», e non esiste alcuna superiorità aerea.

 

Come riportato da Renovatio 21, vari soggetti coinvolti improvvisamente confessano il fallimento della controffensiva ucraina. l’ammissione del fallimento della controffensiva di Kiev oramai è ovunque: negli articoli di giornale, nei colloqui di Putin e Lukashenko, nei discorsi dei politici occidentali, nei discorsi dei militari USA e delle spie.

 

 

 

 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

 

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