La Spagna parte con il razionamento del cibo nei supermercati

Nel corso della scorsa settimana i supermercati spagnoli hanno potuto cominciare a razionare il cibo da vendere ai clienti. Lo riporta l’agenzia France 24.

Si tratta dell’esito di una disposizione resa pubblica lo scorso mercoledì nel bollettino ufficiale del Regno di Spagna.

Il testo, che fornisce copertura legale, afferma che le restrizioni possono essere applicate «in via eccezionale e quando ci sono circostanze straordinarie o forza maggiore che lo giustifichino».

La politica è quindi intervenuta quando era diventato innegabile il fatto che  in molti supermercati sono comparsi scaffali vuoti.

La Spagna vive uno sciopero dei camionisti in agitazione per gli aumenti del costo del combustibile.

Già tre settimane fa, i supermercati spagnoli avevano iniziato a razionare la vendita di olio di girasole per impedire ai clienti di accumulare scorte a causa dei timori di carenza dovuti all’invasione russa del fornitore chiave dell’Ucraina.

Il testo per il razionamento dei beni alimentari è già un vanto per il governo socialista al potere a Madrid.

Esso «offre certezza giuridica in modo che possano limitare il numero di articoli acquistati e quindi evitare l’accaparramento, ma soprattutto in modo che ce ne sia abbastanza per tutti i consumatori», ha rivendicato davanti ai giornalisti Reyes Maroto, ministro dell’Industria, del Commercio e del Turismo.

Come riportato da Renovatio 21, i problemi della filiera alimentare porteranno, a detta di molti esperti, alla fame per forse un miliardo di persone nel mondo.

Gli effetti devastanti dell’inflazione unita al caos dei trasporti, al prezzo impossibile dei fertilizzanti e alla follia delle sanzioni potrebbe rendere il mondo una polveriera.

Lo ha ammesso alla NATO, a Bruxelles, lo stesso Biden.

Sono i grandi risultati della sua amministrazione, quella di un presidente senile che pare proprio che dovessero eleggere a tutti i costi, per far cosa all’epoca non era chiarissimo. Ora lo è di più.