Economia

La Russia legalizzerà l’uso della criptovaluta nel commercio internazionale

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La Banca di Russia e il Ministero delle Finanze del Paese avrebbero riconsiderato le loro posizioni nei confronti della criptovaluta, riconoscendo che è necessario legalizzare l’uso delle criptovalute negli insediamenti transfrontalieri, secondo un articolo dell’agenzia governativa russa TASS .

 

Secondo quanto riportato, i due organi governativi hanno convenuto che «è impossibile» continuare senza abilitare la criptovaluta come metodo di pagamento legale per il commercio internazionale.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Russia negli scorsi mesi aveva dato un serio giro di vite alle criptovalute scambiate nel Paese.

 

È possibile che ora Mosca abbia iniziato a vedere nelle crypto una possibilità di bypassare l’ondata di sanzioni occidentali. Merci e materie prime russe, così, troverebbero un ulteriore modo di pagamento.

 

A marzo, il presidente della Commissione per l’Energia del Congresso del paese, Pavel Zavalnij, ha affermato che il paese era  aperto ad accettare pagamenti per le esportazioni di gas naturale e altre risorse naturali in Bitcoin.

 

«Quando si tratta dei nostri paesi ‘amici’, come la Cina o la Turchia, che non ci fanno pressioni, allora offriamo loro da un po’ di cambiare i pagamenti in valute nazionali, come rubli e yuan» ha dichiarato Zavalnij.

 

«Con la Turchia, possono essere lire e rubli. Quindi ci può essere una varietà di valute, e questa è una pratica standard. Se vogliono Bitcoin, scambieremo in Bitcoin».

 

A maggio, era  stato riferito che la Russia stava  «discutendo attivamente»  l’utilizzo di criptovalute nel commercio internazionale.

 

Questa manovra russa cambia completamente la rotta del Paese. Il presidente Vladimir Putin l’anno scorso aveva respinto la possibilità in un’intervista all’evento Russian Energy Week a Mosca.

 

«Credo che abbia valore», aveva  detto Putin all’epoca , parlando del bitcoin. «Ma non credo che possa essere utilizzato nel commercio di petrolio».

 

Secondo TASS, verrà comunque introdotto il quadro normativo necessario per consentire i regolamenti transfrontalieri in criptovaluta in Russia.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno la Russia aveva «imbrigliato» i Bitcoin con manovre della Banca Centrale. Fino a due mesi fa Mosca ancora parlava di criptovalute come uno strumento di riciclaggio.

 

Secondo alcune analisi, il Bitcoin potrebbe aver avuto un ruolo nell’atteggiamento di Mosca verso il Kazakistan colpito dalla rivolta di gennaio. Il Paese centrasiatico era infatti uno dei più crypto-friendly del pianeta.

 

Anche India e Cina si erano espresse ufficialmente contro le criptovalute, definendole uno «schema Ponzi».

 

Come riportato da Renovatio 21, il crollo delle criptovalute a fine primavera 2022 permise di calcolare che la «bolla» crypto era più grande di quella dei mutui subprime che portò alla catastrofe finanziaria del 2008.

 

 

 

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