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La propaganda cinese inventa il «virus italiano»

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«Documenti segreti istruiscono i diplomatici e gli agenti a chiamare il COVID-19 “virus italiano”, affermano che non ha avuto origine a Wuhan e promuovono Xi Jinping come l’eroico leader che lo ha sconfitto»

 

Renovatio 21 pubblica questo articolo del professor Massimo Introvigne, giù apparso sul sito Bitter Winter – Libertà religiosa e diritti umani in Cina. «Il nostro lavoro funziona grazie a qualche centinaio di reporter cinesi, una cinquantina dei quali sono stati arrestati e una trentina ancora in prigione – ci scrive il professor Introvigne, studioso di chiara fama – Nessuno di loro è retribuito e continuano a fare uscire notizie e fotografie inedite a rischio della galera».

 

Pubblicità del libro propagandistico che dimostra come il Partito Comunista Cinese «ha vinto la guerra» contro il virus E che presto sarà tradotto in diverse lingue (tratta da Twitter)

Riteniamo particolarmente importante in questo momento tenere alta la guardia contro la propaganda cinese, proprio perché ora sta – come descrive finemente questo articolo – riversando delle colpe sull’Italia, dove però può contare, al governo ed intorno ad esso, di forti simpatie e forse qualcosa di più. 

 

Renovatio 21 ritiene che in gioco, ora, oltre alla sopravvivenza di molti nostri concittadini, ci sia in gioco il modello futuro della società, già ora tentata dalle sirene del controllo elettronico totalitario prototipato da anni dalla Cina Popolare.

 

La nostra società, crediamo, non può e non deve adottare il sistema cinese, che schiaccia l’individuo e la dignità umana e apre la via ad una tirannia elettronica inscalfibile. Purtroppo, crediamo che per ingenuità o malizia alcuni membri della classe dirigente italiana non la pensino così.

 

Si tratta di una ulteriore, tremenda battaglia per la Vita e la Civiltà che siamo quindi tenuti a combattere.

 

 

La propaganda del PCC de-sinizza il virus e riscrive la storia

 

Alcuni giorni fa ho aperto la mia e-mail e ho trovato il messaggio di un collega cinese che mi domandava se fossi al sicuro dal «virus italiano». Non avevo mai sentito usare l’espressione «virus italiano» a proposito del COVID-19, ma poi ho appreso che altri avevano ricevuto messaggi simili e che gli amici cinesi domandavano ai giapponesi se fossero stati colpiti dal «virus giapponese».

Alcuni giorni fa ho aperto la mia e-mail e ho trovato il messaggio di un collega cinese che mi domandava se fossi al sicuro dal «virus italiano»

 

Il PCC [Partito Comunista Cinese, ndr] si propone di «sinizzare» tutto, comprese le religioni. L’unica cosa ad essere «de-sinizzata» è il virus.

 

Esistevano solo prove aneddotiche di ciò fino a quando, il 9 marzo, il quotidiano cattolico di sinistra La Croix International (testata normalmente tutt’altro che ostile nei confronti della Cina) ha pubblicato un rapporto investigativo citando istruzioni riservate inviate una settimana fa alle ambasciate cinesi e ai compagni di viaggio in tutto il mondo.

 

Il Partito Comunista Cinese si propone di «sinizzare» tutto, comprese le religioni. L’unica cosa ad essere «de-sinizzata» è il virus.

È stato chiesto loro di persuadere coloro che erano favorevoli alla Cina a non menzionare mai l’origine cinese del virus e di insistere sul fatto che «sebbene il virus abbia colpito gravemente Wuhan la sua origine è sconosciuta. Stiamo conducendo nuovi studi per individuare la vera origine del virus».

 

Secondo il rapporto, le ambasciate dovranno «sollevare dubbi» nell’opinione pubblica, suggerendo che forse il virus è arrivato in Cina dall’estero.

 

Lo stesso articolo riferisce che l’ambasciata cinese a Tokyo ha iniziato a promuovere l’uso dell’espressione «virus giapponese» per designare COVID-19 (anche se ciò è stato negato dai media giapponesi) e che altre fonti cinesi menzionano un «virus italiano» o un «virus iraniano».

 

Istruzioni riservate inviate una settimana fa alle ambasciate cinesi e ai compagni di viaggio in tutto il mondo: non menzionare mai l’origine cinese del virus, le ambasciate dovranno «sollevare dubbi» nell’opinione pubblica, suggerendo che forse il virus è arrivato in Cina dall’estero

Personalmente, accolgo con favore tutte le misure adottate in occidente per proteggere i cinesi dal razzismo e dall’opinione infondata secondo cui la maggior parte dei cinesi che vivono all’estero sarebbero infettati da COVID-19.

 

In realtà, la maggior parte non lo è e conosco cinesi nati in Italia, che non si recano in Cina da molti anni, e che sono stati comunque molestati e discriminati nei ristoranti e in altri luoghi pubblici.

 

Tuttavia, ciò che sta accadendo ora è diverso. La propaganda del PCC sta insinuando che il virus è arrivato in Cina dall’estero per nascondere il fatto che il Partito ha mentito per settimane sull’entità della crisi, rendendola di fatto molto peggiore di quanto avrebbe potuto essere se denunciata tempestivamente.

 

Il PCC va ancora oltre. Chiede al mondo di «ringraziare la Cina» per la sua presunta perfetta reazione al virus.

 

Fonti cinesi menzionano un «virus italiano» o un «virus iraniano»

I media controllati dal PCC continuano a spiegare che i Paesi democratici non avrebbero potuto adottare misure così decisive come quelle adottate dalla Cina, perché la democrazia di tipo occidentale limita i poteri dei governi. Ciò dovrebbe dimostrare, ancora una volta, la superiorità del sistema non democratico cinese.

 

La propaganda del PCC sta insinuando che il virus è arrivato in Cina dall’estero per nascondere il fatto che il Partito ha mentito per settimane sull’entità della crisi

L’agenzia di stampa statale Xinhua ha annunciato la pubblicazione di un libro che sarà tradotto in sei lingue e spiegherà come la «straordinaria leadership del presidente Xi Jinping, un leader di grande forza» abbia sconfitto il virus.

 

Il libro, ha commentato Xinhua, dimostrerà al mondo i «vantaggi significativi del sistema di potere cinese e del socialismo con caratteristiche cinesi» e illustrerà come «la leadership centralizzata e unificata del Comitato Centrale del PCC e del compagno Xi Jinping» abbia vinto la «grande guerra» contro il virus. Tutto questo, per gentile concessione del Dipartimento centrale per la propaganda del PCC.

 

Il PCC va ancora oltre. Chiede al mondo di «ringraziare la Cina» per la sua presunta perfetta reazione al virus

Questo è un esempio da manuale delle fake news confezionate dal PCC. Di fatto, le menzogne del PCC e i ritardi nel riconoscere la crisi hanno aggravato l’epidemia.

 

Commentando l’articolo di La Croix International, il sinologo londinese Steve Tsang ha affermato che «il PCC ha sempre avuto il monopolio della verità e della storia e che ora cerca di negare di aver da principio nascosto la verità sul virus. I funzionari del PCC affermano di avere ragione mentre è ovvio che hanno torto. In Cina hanno la loro «verità», ma essa in occidente dovrebbe essere messa in discussione. Noi che viviamo nei Paesi democratici abbiamo il compito si smascherare la propaganda del PCC».

 

 

Massimo Introvigne

 

Articolo apparso su Bitter Winter con il titolo «La propaganda del PCC de-sinizza il virus e riscrive la storia»

Foto da Tasnim News

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