Gender

La Polonia si muove per legalizzare le unioni gay

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Il governo polacco ha proposto due progetti di legge volti a riconoscere le unioni civili, comprese quelle tra persone dello stesso sesso, ha annunciato il ministro per le pari opportunità Katarzyna Kotula.

 

Il Paese, che tecnicamente è ancora a stragrande maggioranza cattolico, riconosce sia i matrimoni civili che quelli religiosi, ma pone un limite alle unioni tra persone dello stesso sesso, nonostante anni di pressioni da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.

 

«È ufficiale! Le bozze di legge sulle unioni registrate, che sono state discusse con le organizzazioni non governative, sono state inviate per consultazioni pubbliche e interministeriali», ha detto la Kotula su X ieri l’altro, posando con i documenti.

 

 


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«Questo è un nuovo capitolo nella lunga marcia per l’uguaglianza, che, grazie al lavoro pluriennale di molte organizzazioni LGBT e della società civile, ci ha condotto a questo momento storico», ha aggiunto il ministro.

 

Il governo del primo ministro Donald Tusk ha proposto di istituire delle «unioni civili» tra adulti, indipendentemente dal sesso, che verrebbero registrate presso le autorità locali come qualsiasi altro contratto.

 

Le coppie che si uniscono in tali unioni potrebbero quindi stabilire una proprietà congiunta o dividere i loro beni tramite atti notarili.

 

Kotula ha dichiarato all’agenzia di stampa polacca PAP che il governo ha dovuto «fare un passo indietro» e scendere a compromessi quando si trattava di coppie dello stesso sesso e di adozione di bambini.

 

Pare essere tentata la via polacca alla stepchild adoption: secondo le proposte di legge, una persona che ha un’unione civile ha «diritto a partecipare» alla cura e all’educazione del figlio del partner residente nella stessa famiglia, comprese le decisioni quotidiane, «a meno che uno dei genitori che esercita l’autorità genitoriale sul figlio non vi si opponga».

 

I progetti di legge sono ora destinati alle discussioni interministeriali e alle consultazioni pubbliche, prima di essere esaminati dal parlamento di Varsavia.

 

La Polonia è uno dei cinque membri dell’UE che non ha concesso il riconoscimento giuridico alle relazioni tra persone dello stesso sesso; gli altri sono Bulgaria, Lituania, Romania e Slovacchia.

 

Come riportato da Renovatio 21, il nuovo governo polacco appena installatosi dopo le elezioni ha aperto immediatamente la strada al matrimonio omotransessuale.

 

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) aveva recentemente rimproverato la Polonia affermando che il Paese sta violando i diritti delle coppie dello stesso sesso rifiutando di riconoscere legalmente le loro unioni. La stessa sorte è toccata alla Romania.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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