Geopolitica

La Lettonia dichiara la Russia Stato sponsor del terrorismo

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Il parlamento lettone ha votato per dichiarare la Russia uno stato sponsor del terrorismo per la sua operazione militare in Ucraina.

 

La risoluzione parlamentare afferma, come riportato da Reuters che «la Lettonia riconosce le azioni della Russia in Ucraina come un genocidio mirato contro il popolo ucraino».

 

Le nazioni occidentali dovrebbero aumentare il loro sostegno militare, finanziario, umanitario e diplomatico all’Ucraina e sostenere iniziative che condannano le azioni della Russia, aggiunge il Parlamento lèttone.

 

Tale azione specifica corrisponde a quanto demandato dal presidente ucraino Zelens’kyj agli altri Paesi, in particolare agli Stati Uniti, dopo aver dichiarato la Russia colpevole dei bombardamenti di artiglieria contro le centrali nucleari di Zaporiggia – bombardamenti di cui i russi accusano gli ucraini, mentre l’ONU dichiara la pericolosità della situazione.

 

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, un’infanzia a fare il bambino di Chernobyl in Irpinia, ha dichiarato oggi di essere grato per la risoluzione del Parlamento lèttone.

 

«L’Ucraina incoraggia altri Stati e organizzazioni a seguire l’esempio», ha twittato il Kuleba.

 

L’azione del Parlamento lettone arriva in un momento preciso: il giorno dopo che il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha visitato Riga per incontri con il Presidente, il Primo Ministro e il Ministro della Difesa del Paese e per un’apparizione con alcuni dei 600 soldati statunitensi di stanza nel Paese.

 

Austin ha definito la Russia la più grande minaccia per l’Europa e ha promesso che, se necessario, gli Stati Uniti avrebbero inviato ancora più truppe nel Paese baltico.

 

La popolazione lèttone è di 1,9 milioni di abitanti. Il russo è parlato dal 40% della popolazione, ma un referendum del 2012 ha escluso l’idea di considerare il russo lingua ufficiale del Paese. Al referendum non hanno potuto esprimersi moltissimi i moltissimi nepilsoņi, cioè  letteralmente «non cittadini» che pur risiedendo nel Paese non dispongono dei requisiti per essere considerati cittadini, magari a causa del fatto che non sono riusciti a  superare l’esame di lingua e cultura lettone. I nepilsoņi sono ovviamente in maggioranza russofoni.

 

L’etnia russa, con 193 mila persone, costituisce il 10,5% della popolazione, di gran lunga la più grande minoranza del Paese. Tuttavia, il caso dei nepilsoņi indica chiaramente che potrebbero essere molti di più. Le complicate procedure di naturalizzazione per questa sorta di «apolidi» lèttoni di etnia russa sono state oggetto di forti critiche da parte di Mosca.

 

Con 1,947 milioni di abitanti, la Calabria supera la Lettonia in tema di popolazione. Tuttavia, nonostante alcune importanti organizzazioni presenti sulla punta dello stivale, dalla Calabria non dipende l’equilibrio termonucleare mondiale – per quanto tali realtà siano molto ramificate ed internazionalizzate.

 

Il mondo appeso ai lèttoni. Che, con uno spostamento di accento dalla sillaba successivi, in italiano si leggerebbero come «grandi letti». In realtà, ora, grandi letti dove noi facciamo incubi atomici.

 

 

 

 

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