Terrorismo
La Germania emette il primo mandato d’arresto per il Nord Stream. L’ex capo delle spie: la Polonia è coinvolta
Un articolo pubblicato da diversi organi di stampa tedeschi, tra cui ARD, Sueddeutsche Zeitung e Die Zeit pubblicato ieri descrive dettagliatamente come i funzionari tedeschi avrebbero ottenuto un mandato di arresto per un cittadino ucraino di nome «Volodymyr Z.» a giugno, che all’epoca viveva in Polonia, per la distruzione dei gasdotti Nord Stream.
Anna Adamiak, portavoce della Procura nazionale polacca, ha dichiarato alla Reuters che il mandato di arresto è stato inviato alla Procura distrettuale di Varsavia a giugno.
«Volodymyr Z.» sarebbe un sub ricercato in relazione all’esplosione del Nord Stream che ha scosso il gasdotto NatGas, che si estende dalla Russia alla Germania, nel settembre 2022.
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«Alla fine, Volodymyr Z. non è stato arrestato, perché all’inizio di luglio ha lasciato il territorio polacco, attraversando il confine tra Polonia e Ucraina», ha affermato Adamiak. «Il libero attraversamento del confine polacco-ucraino da parte della persona sopra menzionata è stato possibile perché le autorità tedesche… non lo hanno inserito nel database delle persone ricercate, il che significa che la guardia di frontiera polacca non aveva alcuna conoscenza e non aveva motivo di trattenere Volodymyr Z.»
A febbraio, le autorità svedesi e danesi avevano chiuso le indagini per individuare i responsabili del sabotaggio dell’oleodotto.
Nel frattempo, spezzoni dello Stato tedesco hanno iniziato a puntare il dito contro Varsavia.
La Polonia è stata probabilmente coinvolta nelle esplosioni sottomarine che hanno rotto i gasdotti sottomarini Nord Stream nel Mar Baltico nel settembre 2022, ha affermato l’ex presidente dell’agenzia di Intelligence estera tedesca August Hanning.
Lo Hanning ha anche affermato che Varsavia ha intenzionalmente ostacolato le indagini di Berlino sull’incidente.
Finora nessuno ha rivendicato la responsabilità delle esplosioni, che hanno interrotto la fornitura di gas russo alla Germania tramite Nord Stream 1 e danneggiato il gasdotto parallelo Nord Stream 2, che non era mai entrato in funzione a causa di ostacoli burocratici dell’UE.
In un’intervista rilasciata a Die Welt giovedì, lo Hanning ha dichiarato che «sembra che a operare lì sia stata una squadra ucraina, stando ai risultati dell’indagine». Tuttavia, ha aggiunto, «questo è stato ovviamente possibile solo con il supporto della terraferma».
«Quando guardiamo la mappa… è abbastanza evidente che le agenzie polacche erano coinvolte qui, e penso non solo le agenzie… Penso che questo fosse un accordo tra persone al vertice in Ucraina e in Polonia», ha ipotizzato l’ex capo dell’Intelligence germanica, che ha quindi affermato che Varsavia potrebbe aver fornito supporto logistico ai presunti sabotatori ucraini.
Secondo lo Hanning, «queste sono decisioni che sono state prese al più alto livello politico. E penso che ci fosse un accordo tra il presidente Zelen’skyj e il presidente Duda per portare a termine questo attacco».
L’ex capo delle spie teutoniche ha poi affermato che le autorità polacche hanno permesso a uno dei sospettati di lasciare il Paese, nonostante la Germania avesse già contattato Varsavia chiedendo assistenza per la sua cattura.
Varsavia «non ha esattamente promosso l’inchiesta. Al contrario, sono state tenute nascoste delle conclusioni cruciali, come ho sentito dire dai circoli investigativi», ha detto Hanning a Die Welt. «In breve, la Polonia non aveva alcun interesse nel successo delle indagini, e questo è ovviamente dovuto al fatto che la Polonia era massicciamente coinvolta nella preparazione di questo attacco».
Ha concluso che tali attacchi non avvengono senza un massiccio coinvolgimento dello Stato, arrivando addirittura ad affermare che «l’esercito polacco e… ucraino hanno avuto un ruolo importante, così come i servizi segreti».
Mercoledì, l’emittente statale tedesca ARD, insieme ai quotidiani Suddeutsche Zeitung e Die Zeit, ha riferito che la Polonia, nonostante le normative interstatali dell’UE, non ha risposto alla richiesta di cooperazione di Berlino dopo che il procuratore pubblico federale Jens Rommel a giugno ha emesso un mandato di arresto per un cittadino ucraino identificato come «Vladimir Z». Il sospettato sarebbe un istruttore di immersioni che viveva in Polonia e avrebbe piazzato gli ordigni esplosivi sulla conduttura.
I procuratori polacchi hanno confermato di aver ricevuto il mandato di arresto, ma hanno sostenuto che l’uomo non è stato arrestato poiché aveva lasciato il Paese attraversando il confine tra Polonia e Ucraina, ha riferito Reuters.
I funzionari di Kiev hanno pubblicamente negato qualsiasi coinvolgimento nella distruzione degli oleodotti.
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Come riportato da Renovatio 21, la teoria dei sub ucraini (o «filo-ucraini») era stata diffusa dalla stampa tedesca e poi americana come alternativa alla ricostruzione del giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, che aveva ricostruito finemente l’operazione a partire dalla Casa Bianca di Biden.
All’inizio del 2023, mesi dopo l’attacco all’oleodotto, lo Hersh aveva pubblicato un reportage-bomba in cui si sosteneva che gli Stati Uniti avevano fatto esplodere il gasdotto Russia-Germania nell’ambito di un’operazione segreta sotto le mentite spoglie dell’esercitazione NATO BALTOPS 22.
«La Marina ha proposto di usare un sottomarino appena commissionato per attaccare direttamente l’oleodotto. L’Aeronautica ha discusso di sganciare bombe con micce ritardate che potevano essere fatte esplodere a distanza. La CIA ha sostenuto che qualsiasi cosa fosse stata fatta, avrebbe dovuto essere segreta. Tutti i soggetti coinvolti hanno capito la posta in gioco», si legge nell’epocale articolo-scoop, intitolato «Come l’America ha eliminato il gasdotto Nord Stream».
Come riportato da Renovatio 21, in successive interviste a organi di stampa internazionali, tra cui la TV cinese, Hersh ha dichiarato che l’attacco al North Stream era sostanzialmente rivolta alla Germania per mantenerla nell’assetto di guerra contro la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, la Russia, per bocca di ufficiali come il portavoce del Cremlino Peskov e la portavoce degli Esteri Zakharova, già aveva ha reagito con reazioni al limite dell’ironia alla nuova pista «filo-ucraina». L’idea dei sommozzatori filo-ucraini era stata definita da Putin come una «completa assurdità».
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Immagine screenshot da YouTube