Geopolitica
La flottiglia Sumudda sequestrata dalla marina Israeliana. Greta arrestata, Vespa dice parolacce contro un rappresentante della protesta marittima
La marina israeliana ha fermato una flottiglia che trasportava attivisti e aiuti umanitari diretti a Gaza.
La Global Sumud Flotilla, salpata dalla Spagna un mese fa, trasportava persone di 44 nazionalità intenzionate a sfidare il blocco navale imposto da Israele sull’enclave palestinese.
Giovedì, le forze navali israeliane hanno abbordato diverse imbarcazioni dopo che gli attivisti hanno rifiutato di cambiare rotta come ordinato. I passeggeri hanno riferito di essere stati colpiti con idranti.
Il ministero degli Esteri israeliano ha comunicato che gli attivisti, tra cui l’attivista svedese per il clima Greta Thunberg (ora in versione He-Man pro-pal), sono stati arrestati e condotti in un porto israeliano. «Greta e i suoi amici sono sani e salvi», ha scritto il Ministero su X.
Already several vessels of the Hamas-Sumud flotilla have been safely stopped and their passengers are being transferred to an Israeli port.
Greta and her friends are safe and healthy. pic.twitter.com/PA1ezier9s— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 1, 2025
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In precedenza, il ministero aveva definito la missione della Sumudda una «provocazione» anziché un’iniziativa umanitaria, sottolineando che agli attivisti era stata proposta un’opzione per consegnare aiuti a Gaza in modo «pacifico». Tuttavia, secondo il ministero, essi avrebbero scelto di dirigersi verso «una zona di combattimento attiva», violando un «legittimo blocco navale».
Israeli naval forces have illegally intercepted and boarded the Global Sumud Flotilla’s vessel Alma (and other boats) in international waters.
Live streams and communications have been cut. The status of the unarmed participants and crew is unconfirmed. pic.twitter.com/EDHeGGzeYB— Global Sumud Flotilla Commentary (@GlobalSumudF) October 1, 2025
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Saif Abukeshek, portavoce della flottiglia, ha dichiarato che 13 imbarcazioni sono state intercettate e oltre 200 persone arrestate. Ha aggiunto che circa 30 imbarcazioni stanno ancora navigando verso Gaza, cercando di sfuggire alle pattuglie israeliane. Israele aveva già bloccato tentativi simili di violare il blocco navale a giugno e luglio.
Sul fronte mediatico italiano si segnala invece la curiosa scena in cui il giornalista e conduttore TV 81enne Bruno Vespa, già alfiere dell’informazione dell’era democristiana, ha detto una parolaccia parlando con un rappresentante italiano della flottiglia Sumudda.
BRUNO VESPA
“Posso dire che non ve ne fotte niente di aiutare le persone?”
Dal signor Vespa uno sdeng così non me lo aspettavo.
D’altronde l’interlocutore sti stava arrampicano di brutto sugli specchi⬇️ pic.twitter.com/ATkCaKWmqv— Virna (@Virna25marzo) October 1, 2025
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«Farci dare degli irresponsabili da chi in questo momento sta al governo ed è alleato di Israele e non si è mosso neanche per proporre un embargo, per fermare l’invio di armi, di tecnologie militari, di accordi commerciali con un paese che muove un genocidio da due anni, non ho proprio voglia di accettarlo e di sentirlo» aveva detto il rappresentante della Sumudda.
Il Vespa quindi incalza con una domanda riguardante la proposta del cardinale Pizzaballa di portare gli aiuti a Cipro e poi lasciare che ad occuparsene sia il Patriarcato Latino di Gerusalemme: «mi scusi, posso chiederle: voi vi fidate di Pizzaballa o no? E allora, se vi fidate, perché non gli avete dato gli aiuti?!».
«Era una proposta non conforme alla natura della missione» dice il rappresentante della flottiglia. La natura della missione è l’apertura di un canale umanitario diretto, senza mediatori…»
«Non ve ne fotte niente di dare gli aiuti ai palestinesi» interrompe Vespa. «Voi volete stabilire un canale diretto che, come sapevate già, Israele non vi permetterà mai di aprire» sbotta indomabile il decano del giornalismo RAI, che una improbabile quanto bonaria leggenda metropolitana sostiene essere figlio biologico di Benito Mussolini. Sentire Vespa che dice parolacce è uno spettacolo non piacevole per lo spettatore sincero-democratico, post-democristiano italiano.
«Contavamo sul rispetto del diritto internazionale e sull’intervento degli Stati che si dicono civili» ribatte il marinaio della Flottilla.
«Certo, va bene, perfetto. Grazie, sappiamo che lei ha altri impegni, buona navigazione» taglia corto quello che Dagospia chiama cattivamente Bruneo.
Si tratta di un siparietto eccezionale, rivelatore su ambo le parti, possibile solo nell’era terminale della questione israeliana, dove tutti coloro che non hanno mai affrontato il tema secondo la sua vera cifra – che è, come sa il governo Netanyahu, metafisica, messianica – vivono in istato di disperante confusione.
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Immagine screenshot da Twitter